Investire in diamanti: la guida completa per il 2024

Le banche ci sono ricascate e ancora una volta e a pagare il conto sono i risparmiatori. Un po’ per il fascino della pietra, un po’ per la resistenza al tempo, l’investimento in diamanti è spesso associato con l’idea di sicurezza, come se si trattasse di un bene rifugio, una scelta sulla quale è impossibile sbagliare.

🔷 Investire in diamanti è sicuro come sembra? No, non sempre
😊 Fattori più importanti per investire in diamanti Sono quattro i fattori più importanti da considerare: carati, colore, taglio e purezza
💸 I diamanti sono tassati? Possiamo considerare i diamanti come un investimento quasi esentasse
🤓Consiglio migliore per investire in diamanti Rivolgersi a un esperto

In realtà, si tratta di un tipo di investimento estremamente complesso e purtroppo, come spesso avviene in questi casi, banche e intermediari hanno intravisto una possibilità per truffare i risparmiatori.

L’Antitrust ha recentemente multato per più di 15 milioni di euro, due società specializzate nella vendita di diamanti e quattro banche per aver venduto a prezzi gonfiati le pietre ai clienti. Gli istituti sono stati accusati di comunicazione improprie: l’investimento veniva spacciato ai clienti come sicuro, senza nessun accenno ai rischi e all’impossibilità di rivendere i preziosi.

Il malcostume era stato già denunciato dal programma televisivo “Report”, al quale va il merito di aver riacceso i riflettori sui rischi connessi agli investimenti in diamanti, sempre più in voga, loro malgrado, anche tra i piccoli risparmiatori. Prima ancora che le autorità di vigilanza si interessassero della faccenda, alcune importanti banche italiane erano capaci di vendere un diamante del valore di 1.700 euro a 7.016 euro (di cui 16 di marca da bollo!).

Come tutte le altre vicende di risparmio tradito, purtroppo anche questo scandalo è frutto dell’asimmetria delle informazioni che c’è tra il risparmiatore e il consulente nonché del conflitto di interessi (in questo caso, quello tra società intermediarie e banche).

Per questo abbiamo ritenuto utile fornire una breve guida, per sottolineare le caratteristiche, ma anche tutti i rischi dell’investimento in diamanti. Il suggerimento, in ogni caso, se stai cercando una soluzione permanente per il tuo risparmio, è quello di rivolgerti a un consulente indipendente che ti aiuti a chiarire i tuoi obiettivi e ti consigli il miglior modo per raggiungerli, possibilmente con una strategia diversificata e non puntando su una sola asset class. La consulenza indipendente, eliminando il conflitto di interessi, è l’antidoto per evitare il ripetersi di casi come quello sanzionato dall’Antitrust; inoltre la gestione dei tuoi risparmi da parte di un professionista può rivelarsi più efficiente e meno onerosa.

Diamanti da investimento: quello che devi sapere

Il diamante è considerato la pietra più preziosa in commercio. Esattamente si tratta di un minerale naturale composto esclusivamente da carbonio cristallizzato e noto ai geologi per essere il più duro minerale esistente sul pianeta Terra.

Il più desiderato gioiello tra le donne, simbolo di virtù morale, fedeltà e sincerità è stato rinvenuto per la prima volta in India, tra depositi alluvionali, circa 6000 anni fa. Successivamente sono stati scoperti altri giacimenti in Sud America, Brasile e infine in Sud Africa dove attualmente si estraggono, spesso senza controllo, il maggior numero di diamanti al mondo. Oggi questo prezioso minerale non rappresenta più solo un oggetto di grande valore e bellezza ma è entrato a far parte del mondo degli investimenti finanziari. Le più importanti borse di diamanti da investimento con sede a Londra, Anversa e New York forniscono in tempo reale le variazioni di quotazione del gioiello sulle quali, di solito, non sono previsti slittamenti “giornalieri” in perdita e/o viceversa di grande importanza.

L’alto valore del diamante da investimento deriva dalla difficoltà di reperirne in larga scala: vale la regola che meno se ne trovano e meno ce ne sono in commercio e, per contro, più valgono. Investire in diamanti sembrerebbe, quindi, in prima analisi, un investimento abbastanza sicuro per quel che riguarda la garanzia del mantenimento del valore nel tempo. E ad oggi, considerato l’elevato rischio degli investimenti azionari, l’insicurezza dei rendimenti obbligazionari e in generale la difficoltà a ottenere buoni rendimenti, investire in diamanti può sembrare qualcosa di più allettante rispetto alle tradizionali formule di gestione del risparmio o di investimento finanziario.

Come investire in diamanti?

L’investimento in diamanti rientra nella categoria degli investimenti alternativi e dunque deve rappresentare solo una piccola parte all’interno del proprio portafoglio. Per investire in diamanti bisogna tenere presente la regola della 4C: carati; colore; taglio; purezza. Questi sono i principali fattori da cui partire per stabilire un valore del diamante e capire se potrebbe portare a degli ottimi risultati.

Carati

I carati indicano il di un diamante. Solitamente 0,2 grammi equivalgono ad un carato. Questo è il primo fattore che determina il prezzo del diamante. Attenzione però perché il costo deve essere correlato alla purezza del diamante, piuttosto che calla sua grandezza, dato che non esiste proporzionalità tra carati e diametro del diamante. Di norma, dunque, gli investitori optano per quelli che comprendono i 0,50-2,00 carati.

Colore

In questo caso ci si riferisce alla trasparenza della pietra. Più lo sarà, maggiore è la purezza della pietra preziosa e il suo valore. È importante sapere che esiste una classificazione in base al colore che presentano. Questa varia da D (bianco eccezionale) fino a M/Z (Colorito). Nel campo degli investimenti gli investitori tendono a previlegiare quelli che vanno dalla D alla G. Le pietre colorate non sono però totalmente da scartare: il colore che li contraddistingue è anche un elemento di rarità e unicità.

Taglio

Il taglio di un diamante è un fattore rilevante per riconoscerne la qualità, anche se, in questo caso, la responsabilità è legata al lavoro effettuato dall’intagliatore. Anche qui, è possibile adottare dei criteri di valutazione che vanno da eccellente a scarso in base alla politura e alla simmetria del taglio. Entrambe le caratteristiche sono fondamenti per acquistare correttamente tagliata un diamante.

Purezza

La purezza si tratta di un metro di misurazione per conoscere eventuali difetti interni. Di solito sono riconoscibili perché si trovano piccole imperfezioni interne, come crepe o disuguaglianze nel colore. Questi dettagli svalutano il diamante.
Attenzione però perché è normale trovare piccole imperfezioni, anche perché trovare diamanti perfetti è veramente rarissimo.

Diamanti da investimento: quotazioni

Le quotazioni dei diamanti da investimento possono variare molto, a seconda della qualità della pietra. A determinare il valore, oltre alla dinamica di domanda e offerta di mercato, sono anche caratteristiche della pietra come il taglio e il carato. Una guida può essere il listino Rapaport, pubblicato settimanalmente, che indica la valutazione tipica dei diamanti da investimento (basata sui prezzi della borsa di New York) in base ad alcune delle caratteristiche principali di essi.

Chi valutasse un investimento in diamanti, però, dovrebbe stare bene attento perché le combinazioni contenute nel listino sono tali e tante che può diventare complesso orientarsi tra centinaia di voci.

La quotazione di un diamante può arrivare a decine di migliaia di euro l’anno. Anche un piccolo errore di valutazione può fare un’enorme differenza.

Quando si pensa quotazioni di investire in diamanti bisogna infine considerare il fattore fiscale: sull’acquisto dei diamanti si paga l’Iva, a meno che non si comprino pietre depositate in una zona franca (Anversa, Le Havre, Genova, Rotterdam). Una volta consapevoli anche di questo aspetto ecco alcuni consigli per cercare di fare un buon acquisto:

  • Scegliere diamanti dalla forma rotonda
  • La purezza IF, VVS1 e VVS2
  • Il colore deve essere classificato come D o E
  • Devono essere presenti dei certificati (GIA, HRD o IGI)
  • Attenzione al taglio

Investire in diamanti: tassazione

Come abbiamo detto i diamanti sono soggetti all’Iva. L’unico costo iniziale è del 22%. Questa imposta non può essere recuperata al momento della rivendita, motivo per cui è bene attendere qualche tempo prima di rivendere in modo ammortizzare il costo. I diamanti non entrano inoltre nel patrimonio ereditario. E dunque, il diamante è un investimento quasi esentasse.

Dove investire in diamanti?

L’investimento in diamanti non è regolamentato e addirittura le perle sotto il mezzo carato non necessitano di un certificato. Di solito ci si affida alle banche, che a loro volta si affidano ad aziende specializzate. Abbiamo visto come questi istituti abbiano abusato della loro posizione. Non aiuta neanche il fatto che in Italia la maggior parte del business sia in mano a pochi intermediari, alcuni dei quali – come abbiamo visto – sono stati coinvolti nei recenti scandali.

Conviene investire in diamanti?

Partiamo dal fatto che i diamanti sono delle pietre preziose apprezzate in tutto il mondo e che posso valere molto. Si tratta di materiali rari e preziosi. Investire in diamanti, dunque, conviene se si considera il fatto che, in termini semplici, questi possono essere considerati come dei safe heaven.

I diamanti sono molto spesso considerati dagli investitori al pari delle materie prime, rientrando di fatto tra i beni rifugio. Questo significa che si tratta di beni durevoli, non influenzati da fattori come l’inflazione. Da tenere presente che si tratta anche di materiali resistenti che non si deteriorano nel tempo, che conservando inalterata la propria forma e che rientrando nella categoria di investimenti alternativi. Da ricordare infine che l’investimento in diamanti può essere una scelta, sempre all’interno di un portafoglio ben diversificato.

Investire in diamanti pro e contro: tutti i rischi

Investire in diamanti ha pregi e difetti. Prima di investire devi essere consapevole del funzionamento e dei rischi del tuo investimento. E perché optare per un investimento palesemente poco efficiente data la scarsa trasparenza in merito si sui costi, il rischio di non riuscire a venderlo e il peso elevato delle commissioni? Ma vediamo nel dettaglio quali sono i rischi concreti.

Investire in diamanti certificati. Sarà davvero un diamante?

Prima cosa non tutti i diamanti hanno valore finanziario ma esclusivamente quelli che possiedono un certificato di autenticità che viene rilasciato, ad esempio, in Italia, da un istituto gemmologico come l’Istituto gemmologico italiano con sede a Roma. Il certificato garantisce che il diamante, con un peso che varia da mezzo carato ( 0,100 gr) a 2 carati (0,400 gr) sia perfetto nelle sue “4C” (carat, clarity, color, cut) ovvero peso, purezza, colore e taglio.

Il diamante riceve un punteggio in base al suo carato ma il suo valore aumenta in maniera esponenziale all’aumentare del suo peso; questo significa che 4 diamanti ciascuno del peso di 1/4 di carato valgono insieme quanto 1/4 del valore di un unico diamante da 2 carati. Esso viene classificato in più o meno raro in base al colore, identificato nella purezza per la presenza o meno di componenti al suo interno e per il taglio che parte dal presupposto che il diamante debba riflettere la luce da ogni porzione di spettro per poi rimandarla verso l’alto e spiccare così in lucentezza e brillantezza.

Rischio cambio valuta: il cambio col dollaro sarà favorevole quando dovrai vendere?

Dopo essersi accertati che il diamante è qualificabile in tali termini è importante sapere che viene quotato in borsa in dollari americani e che un’eventuale conversione da dollari in euro, ad esempio, può rappresentare una fonte di rischio. Investire in diamanti non contempla un tipo di opzione speculativa, questa materia prima tende generalmente ad aumentare il suo valore in modo quasi costante e a conservare al suo interno il denaro investito e viene pertanto identificato, così come l’oro, come un “bene rifugio”.

Assenza di vigilanza: perché la Consob non vigila sugli investimenti in diamanti?

L’investimento in diamanti non è un investimento di natura finanziaria e per questo è al di fuori dalla disciplina in materia della Consob. Non esiste alcun istituto bancario che regolarizza o accetta lo scambio di questo bene così come accade, invece e in modo costante per l’oro e quindi, aldilà dell’indiscutibile preziosità del diamante, può risultare complicato rivenderlo al prezzo del suo valore effettivo correndo il rischio di una svendita più o meno consistente.

Evitare questo rischio significa altrimenti attendere pazientemente che il valore del diamante abbia superato almeno di un 20% il valore al suo momento dell’acquisto così da assorbire qualsiasi perdita in fase di rivendita; in poche parole ciò significa un’attesa di almeno 20 anni. Sono fattori da tenere in considerazione quando si deve stabilire quanto rende un investimento in diamanti. Bisogna poi tenere in considerazione che è molto più semplice riuscire a rivendere i diamanti da investimento che hanno un peso minore e che valgono relativamente anche molto meno, rispetto ad un diamante da 2 carati il cui valore monetario è altissimo e di gran lunga superiore a quello dell’oro, ma che rimane estremamente difficile da rivendere sul mercato.

Esiste sicuramente la possibilità di proporre i diamanti a collezionisti privati ma si tratta di un mercato specifico, che richiede una certa esperienza e conoscenza accurata della materia prima oggetto dello scambio, un mercato all’interno del quale non può di certo muoversi con dimestichezza un investitore medio un po’ inesperto.

Vale la pena investire in diamanti? Chi garantisce sul prezzo dei diamanti?

Investire in diamanti è un’operazione affascinante ma si presuppone che dall’altra parte ci sia un investitore con un alto potenziale di acquisto che intende diversificare le sue forme di investimento e optare in parte o per tutto verso un investimento di lungo periodo. Non è trascurabile neanche la formula di conservazione del diamante stesso; non essendo riconosciuto come strumento finanziario esso non riceve le tutele e le garanzie riservante agli altri strumenti finanziari riconosciuti come tali e questo rappresenta un ulteriore rischio che grava sulle spalle dell’investitore.

Inutile dire che è quasi impensabile considerare di conservare i diamanti in casa magari chiusi in cassaforte o in un altro nascondiglio segreto e ancor peggio esibirli anche per una sola occasione, decidendo di indossarli. La migliore prospettiva per un investitore che decide di investire il suo denaro con l’acquisto di diamanti, è quella, intanto, di cercare di acquistare il diamante ad un prezzo il più vicino possibile al valore reale della pietra, cosa tra l’altro abbastanza difficile poiché non esiste alcuna regolarizzazione per la determinazione del prezzo e si intravedono sempre sfumature soggettive per la sua individuazione.

Qualora volessi investire i tuoi risparmi in modi differenti dai diamanti, ti consigliamo la lettura delle nostre guide dedicate:

Considerazioni finali

Investire in diamanti può dunque rappresentare un’opportunità, e un modo per diversificare ulteriormente il proprio portafoglio. Come ogni investimento, anche questo, comporta una parte di speculazione. Tutto quello che si può fare per evitare spiacevoli sorprese è affidarsi ad esperti del settore ed investire in modo intelligente, anche grazie all’aiuto di un consulente finanziario di fiducia.

Domande frequenti

E’ sicuro investire in diamanti?
Un investimento in diamanti ha alte percentuali di rischio considerando che spesso i diamanti possono provenire anche da zone di guerra che vengono finanziate proprio attraverso la vendita di queste pietre preziose

Dove si comprano i diamanti per investimento?
Per comprare diamanti da investimento puoi rivolgerti a banche specifiche o ad alcune organizzazioni internazionali e nazionali

Quanto costa un diamante da investimento?
Il prezzo dei diamanti da investimento varia molto e si va da qualche centinaio di euro a svariate migliaia di euro

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*Gli investimenti in strumenti finanziari sono soggetti alla variabilità del mercato e possono determinare la perdita, in tutto o in parte, del capitale inizialmente investito.

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