Fondi obbligazionari: la guida completa per il 2024

Il periodo di forte incertezza che stiamo vivendo negli ultimi mesi, tra fase post pandemica e guerra tra Russia e Ucraina, ha influito notevolmente sul modo di fare investimenti e sulla predisposizione al rischio dei singoli investitori: nell’attesa che il quadro globale diventi più chiaro, in molti stanno valutando l’ipotesi di accantonare temporaneamente gli investimenti ad alto rendimento in favore di operazioni meno audaci come, ad esempio, l’acquisto di obbligazioni, da sempre considerate tra le forme di investimento più sicure e meno soggette alle volatilità di mercato.
Sebbene le obbligazioni ci hanno abituato a performance modeste, non è detto che i rendimenti restino bassi anche per gli anni a venire. Oggi i bond sono tornati ad offrire dei tassi interessanti e questo nuovo scenario va tenuto in considerazione quando ci approcciamo agli investimenti in fondi obbligazionari nel 2023.

I fondi obbligazionari sono rischiosi? Pur essendo tra le forme di investimento più sicure, anche i fondi obbligazionari hanno un margine di rischio.
Quanto costano? Essendo fondi comuni di investimento, i fondi obbligazionari sono accessibili anche a chi dispone di un capitale ridotto.
Quanto rendono? Nonostante il recente rialzo, i fondi obbligazionari offrono rendimenti piuttosto contenuti.

Fondi obbligazionari: cosa sono e come funzionano

Chi non è particolarmente avvezzo al mondo degli investimenti finanziari potrebbe pensare che obbligazioni e fondi obbligazionari siano, di fatto, la stessa cosa, ma non è così. Le obbligazioni, spesso definite “bond”, sono uno strumento finanziario molto diffuso tra gli enti pubblici, gli Stati – in questo caso si chiamano Government Bond – o le società private per reperire liquidità sui mercati: alla scadenza, che può variare a seconda della tipologia di strumento, l’emittente si impegna a restituire la somma ricevuta, maggiorata di un interesse. I fondi obbligazionari, invece, sono fondi comuni di investimento e dunque si tratta di strumenti attraverso i quali le SGR (Società di Gestione del Risparmio) mettono insieme le somme di più risparmiatori e le investono come un unico patrimonio in attività finanziarie, in questo caso in obbligazioni. Per sottoscrittori il vantaggio sta nella possibilità di diversificare l’investimento anche a fronte di un capitale ridotto: ridistribuendo il rischio, le sorti del proprio investimento non dipendono esclusivamente da quelle di un singolo titolo come avviene, invece, quando si acquistano obbligazioni specifiche.

Tipologie di fondi obbligazionari

Abbiamo visto cos’è un fondo obbligazionario, ma per capirne le differenze è necessario entrare nel merito delle varie tipologie di fondi. I fondi d’investimento obbligazionari si differenziano tra loro per una serie di caratteristiche come:

  • la valuta: anche se molti fondi obbligazionari investono in euro, quelli che scelgono il dollaro o lo yen sono tutt’altro che rari, e i tassi di cambio possono influire sui rendimenti di un portafoglio obbligazionario erodendoli (o massimizzandoli, s’intende) anche in maniera significativa.
  • la scadenza dei titoli: può essere a breve termine (vale a dire inferiore a due anni) o a lungo termine, di conseguenza la scelta del prodotto deve necessariamente tenere conto anche dei trend di inflazione.
  • l’area geografica e la tipologia dell’emittente: obbligazioni come i BTP, dunque emessi dallo Stato Italiano, esporranno i sottoscrittori del fondo a rischi più moderati rispetto alle obbligazioni emesse da stati o società di Paesi emergenti;
  • il rating: vale a dire il merito creditizio di cui godono le società che emettono il titolo, e che molto spesso è direttamente collegato alle potenzialità di rendimento.

Un altro aspetto da tenere in considerazione per avere un quadro più chiaro di questi strumenti è che i fondi obbligazionari – ad eccezione di quelli misti – non possono acquistare azioni ma devono necessariamente investire il patrimonio dei sottoscrittori esclusivamente in titoli obbligazionari e in liquidità, anche se è ammessa l’esposizione (limitata al 10% del patrimonio) in azioni che provengano dalla conversione di alcuni titoli obbligazionari e a patto che vengano vendute nel più breve tempo possibile.

Infine, un discorso a parte va fatto per i fondi comuni obbligazionari con cedola: si tratta di fondi che offrono un pagamento periodico al detentore delle quote, sulla falsa riga di come avviene con le classiche obbligazioni. Si tratta di un’opportunità allettante per chi vuole poter contare su “entrate extra” o è alla ricerca di liquidità, ma non bisogna dimenticare che questo genere di prodotti è spesso accompagnato da corposissime commissioni di gestione che, di fatto, rischiano di vanificarne il guadagno.

Rendimento e rischi dei fondi obbligazionari

Il recente rialzo dei rendimenti dei fondi obbligazionari, è un dato positivo per l’investitore ma per valutarne correttamente le potenzialità è bene porre l’attenzione su due aspetti particolarmente rilevanti e rischiosi: la valuta e il rating. Per quanto riguarda il primo punto, poiché l’investitore italiano versa la propria quota in euro va da sé che i bond denominati in valuta estera siano esposti anche al rischio di cambio, con la possibilità concreta che i tassi vadano ad erodere parte del rendimento.

Nonostante il recente rialzo dei rendimenti dei fondi obbligazionari, per valutarne correttamente le potenzialità è bene porre l’attenzione su due aspetti particolarmente rilevanti e rischiosi: la valuta e il rating. Per quanto riguarda il primo punto, poiché l’investitore italiano versa la propria quota in euro va da sé che i bond denominati in valuta estera siano esposti anche al rischio di cambio, con la possibilità concreta che i tassi vadano ad erodere parte del rendimento.

Per quanto riguarda invece il rating dell’emittente, un punteggio basso è in genere collegato ad un rendimento più alto ma, a fronte di prestazioni significative, le probabilità che l’emittente possa risultare insolvente sui pagamenti degli interessi o che non sia in grado di effettuare il rimborso finale aumentano.

Per via delle loro caratteristiche, chi guarda alle obbligazioni spesso è alla ricerca di un investimento a capitale garantito, capace di mettere al sicuro i risparmi e affrontare con serenità i periodi di incertezza. Tuttavia, il mercato oggi offre una vasta gamma di soluzioni alternative che, se inserite in modo strategico all’interno di un portafoglio diversificato, possono generare rendimenti interessanti nel rispetto della propensione al rischio del singolo investitore. Se stai cercando un investimento su misura per te affidati alla consulenza professionale di Moneyfarm, e inizia a mettere a frutto i tuoi risparmi compilando senza impegno il form online.

Commissioni e costi dei fondi obbligazionari

Costi di sottoscrizione, spese annue, commissioni di performance: molte sono le voci da tenere in considerazione quando si sceglie un investimento, perché a volte il gioco può non valere la candela. Così come avviene per tutti i prodotti finanziari, anche i fondi obbligazionari sono sempre accompagnati dal KIID, un documento che riassume le caratteristiche dello strumento e ne riporta i costi che, in genere, afferiscono a 3 categorie principali:

  • Costi di ingresso: si pagano al momento della sottoscrizione, ma nella maggioranza dei casi le società di gestione propongono ai propri clienti la possibilità di sottoscrivere il fondo a titolo gratuito.
  • Commissioni di gestione: si tratta di fatto della “retribuzione” che il gestore percepisce per aver amministrato il capitale dei sottoscrittori e aver selezionato le asset class nelle quali investire. Naturalmente, il costo di gestione per i fondi obbligazionari è inferiore rispetto a quello dei fondi azionari, più complessi da amministrare.
  • Costi di uscita: vengono addebitati all’investitore che decide di ritirare il proprio capitale prima della scadenza, e che quindi dovrà pagare una sorta di “penale”.

A seconda della tipologia di prodotto scelto, c’è il rischio che i costi abbattano i rendimenti: ecco perché in Moneyfarm abbiamo scelto gli ETF che, oltre ad offrire una serie di vantaggi come l’estrema liquidità e la trasparenza, hanno anche il vantaggio di avere un TER molto più basso, che varia dallo 0.15% dell’investito per gli ETF che replicano gli indici obbligazionari fino allo 0.20% per quelli che replicano gli azionari.

Previsioni fondi obbligazionari: quali sono i migliori per il 2024?

Anche se fare previsioni sui fondi obbligazionari è piuttosto complesso, possiamo fare una panoramica sui prodotti che, al momento, sembrano offrire le performance più interessanti.

Obbligazioni indicizzate all’inflazione

Per chi opera sui mercati quello dell’inflazione è un parametro molto rilevante, perché il suo trend può determinare la buona o la cattiva riuscita dell’investimento, soprattutto se si tratta di un investimento a lungo termine. Quando supera certi livelli, l’inflazione può comportare la riduzione o addirittura l’annullamento dei rendimenti delle obbligazioni, rendendole un pessimo affare. In questa prospettiva, le obbligazioni indicizzate all’inflazione (inflation linked bonds) sembrano essere una soluzione interessante, perché collegano il capitale e gli interessi del bond all’inflazione, proteggendo gli investitori dagli impatti negativi. In questo caso, quindi, cedola e rimborso possono crescere qualora si verificasse uno scenario inflazionistico.

Obbligazioni convertibili

Come si evince dal loro nome piuttosto esplicativo, le obbligazioni convertibili sono prodotti che possono essere convertiti in azioni: pur prevedendo degli interessi più bassi rispetto alle obbligazioni tradizionali, offrono all’investitore il vantaggio di poter diventare azionista della società in un secondo momento, dopo aver “sondato il terreno” e averne toccato con mano le potenzialità. Se invece l’obiettivo è quello di ricevere gli interessi periodici è preferibile optare per obbligazioni che offrano remunerazioni migliori.

Green bond

L’attenzione alla sostenibilità sembra far bene anche ai mercati, e prodotti come i green bond continuano a risultare molto appetibili per una vasta gamma di investitori. Gli investimenti cosiddetti “green”, vale a dire che rispettano i green bond principles individuati da ICMA, stanno registrando rendimenti interessanti e il trend di crescita sembra proprio destinato a continuare.

Obbligazioni high yield

Basta osservare da vicino l’andamento fondi obbligazionari per rendersi conto che i prodotti high yield continuano ad avere buone prospettive di rendimento, ma non tutti sanno di cosa si tratta. Le obbligazioni high yeld sono quelle che vengono classificate dalle agenzie di rating con un punteggio inferiore a BBB-, in opposizione alle obbligazioni investment grade che hanno, invece, un giudizio superiore. Per via delle loro peculiarità, le obbligazioni high yield hanno spesso scadenze brevi perché gli investitori sono meno propensi a prestare denaro ad emittenti con un elevato rischio di default, ma è proprio questo rischio che le rende potenzialmente più remunerative rispetto ad altri prodotti.

ETF obbligazionari

A conti fatti, gli ETF obbligazionari rimangono tra le soluzioni più interessanti e bilanciate attualmente presenti sul mercato finanziario e, , non solo per via dei costi contenuti dei quali abbiamo parlato nei paragrafi precedenti. Come diciamo spesso, uno dei vantaggi principali degli ETF sta nella possibilità di diversificazione, un elemento importante per ridurre al minimo il rischio di credito (vale a dire la possibilità di default dell’emittente). Inoltre, essendo negoziati in borsa, gli ETF obbligazionari possono essere acquistati o venduti in qualsiasi momento, quindi si tratta di strumenti estremamente liquidi.

I migliori rendimenti che si stanno registrando nel 2023 sono un motivo in più per considerare gli strumenti obbligazionari e inserirli in un portafoglio diversificato. In uno scenario incerto come quello attuale, in cui non è del tutto escluso il rischio di una recessione, la flessibilità degli ETF obbligazionari permette di mitigare il rischio di credito e il rischio di default per le aziende.

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Il nostro servizio “Liquidità+” si profila come un’alternativa di investimento creata per potenziare la liquidità degli investitori, fornendo, allo stato attuale, un rendimento lordo annualizzato superiore al 3,9%. Questa proposta si distingue per il suo rischio circoscritto, grazie all’investimento in fondi monetari che puntano su asset a basso rischio come obbligazioni, certificati di deposito e strumenti commerciali.

La metodologia “Liquidità+” è ideata per essere particolarmente appropriata per chi ha obiettivi di risparmio a breve termine e vuole beneficiare di rendimenti potenzialmente più elevati, derivanti dalle variazioni dei tassi di interesse.

Il portafoglio “Liquidità+” non pone vincoli temporali, essendo strutturato per un orizzonte temporale inferiore ai 2 anni, ma offrendo la libertà di decidere in ogni momento di ritirare o reindirizzare l’investimento verso un altro portafoglio. I fondi monetari inclusi in “Liquidità+” sono gestiti dal nostro team di Asset Allocation, che ne sorveglia costantemente le performance e il livello di rischio, intervenendo con eventuali correzioni se necessario.

 

*Pur essendo un investimento a basso rischio, non è un portafoglio di liquidità netta e il valore dei tuoi investimenti potrebbe decrescere, risultando in un ritorno inferiore all’investimento

Conclusioni

Non esistono investimenti giusti o sbagliati a priori, e i fondi obbligazionari possono essere una scelta vincente per molti risparmiatori che, pur non volendo esporsi eccessivamente al rischio, desiderano mettere a frutto il proprio capitale invece di lasciarlo sul conto corrente (una scelta che può costarti caro). Nei prossimi anni le obbligazioni potrebbero offrire dei rendimenti maggiori rispetto a quelli generati in passato, ma ciò che fa la differenza è come il singolo prodotto si inserisce all’interno di una strategia complessiva, che deve tener conto anche degli altri asset al fine di costruire un portafoglio bilanciato e diversificato in modo efficace. Se stai cercando una soluzione su misura per i tuoi investimenti ma non sai da dove iniziare, affidati alla consulenza professionale Moneyfarm compilando senza impegno il form online.

Domande frequenti

Che differenza c’è tra obbligazioni e fondi obbligazionari?
Le obbligazioni sono strumenti finanziari emessi dalle società per reperire liquidità, acquistabili singolarmente, mentre i fondi obbligazionari sono dei fondi comuni di investimento gestiti dalle SGR (Società di Gestione del Risparmio), le quali mettono insieme le somme di più risparmiatori e le investono come un unico patrimonio.

Cos’è il rating?
Il rating è il merito creditizio di cui godono le società che emettono un titolo come, ad esempio, un’obbligazione, e viene calcolato secondo specifici parametri da apposite agenzie (le agenzie di rating).

Gli ETF obbligazionari sono vantaggiosi?
A conti fatti, gli ETF obbligazionari rimangono tra le soluzioni più interessanti sul mercato finanziario: hanno costi contenuti, sono strumenti molto liquidi e offrono buone possibilità di diversificazione in portafoglio.

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*Gli investimenti in strumenti finanziari sono soggetti alla variabilità del mercato e possono determinare la perdita, in tutto o in parte, del capitale inizialmente investito.

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