Cosa sono i piani individuali pensionistici?
In seguito alla crisi a cui abbiamo assistito lo scorso anno e all’aumento dell’inflazione, sempre più persone si interrogano sulla necessità di costruire una strategia per supportare la propria pensione. I Pip sono una delle soluzioni previdenziali previste dalla legge italiana in favore di tutti i lavoratori. Questo strumento rientra nell’ambito della pensione integrativa, ovvero la previdenza volontaria che si va ad aggiungere a quella obbligatoria prevista dalla legge.
Cosa sono i PIP? | I PIP sono una forma di pensione integrativa |
Come funziona il PIP? | Il Pip è uno strumento di accumulo che permette di ottenere i risultati di un investimento attraverso una rendita vitalizia al raggiungimento dell’età pensionabile |
Chi può aderire ad un PIP? | Chiunque decida di costruirsi una pensione integrativa |
Il PIP è deducibile dalle tasse? | Sì, il PIP è deducibile per versamenti fino a 5.164,57 € |
Ma come funziona il Pip? In pratica il Pip è uno strumento di accumulo che permette di distribuire i risultati di un investimento attraverso una rendita vitalizia (o in altre forme) al raggiungimento dell’età pensionabile. Si parte dal versamento di contribuiti regolari, che vengono veicolati in un piano di investimento, al raggiungimento dell’età pensionabile (o prima di esso nei casi stabiliti dalla legge).
I vantaggi fiscali associati alla previdenza complementare sono sicuramente tra le principali ragioni per cui le persone decidono di scegliere questo tipo di soluzioni. In questo articolo passeremo in rassegna i vantaggi principali associati all’investimento in un PIP.
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Storia e sviluppo dei PIP in Italia
I Piani Individuali Pensionistici (PIP) rappresentano oggi una componente essenziale del sistema previdenziale italiano. Ma come e perché sono diventati così rilevanti? Analizziamo la storia e l’evoluzione dei PIP in Italia, tracciando gli sviluppi legislativi, economici e sociali che hanno contribuito a definire il loro ruolo attuale.
Il Sistema Pensionistico Italiano Pre-PIP
Fino agli anni ’90, il sistema pensionistico italiano si basava principalmente sul sistema di ripartizione, gestito dall’INPS. Le pensioni venivano finanziate dai contributi dei lavoratori attivi, e questo sistema ha garantito per decenni una solida copertura previdenziale.
Tuttavia, i cambiamenti demografici, con l’invecchiamento della popolazione e la diminuzione della natalità, hanno iniziato a mettere sotto pressione il sistema. La sostenibilità finanziaria è diventata una preoccupazione crescente, spingendo il legislatore a cercare soluzioni alternative.
La Riforma Dini (1995)
La riforma previdenziale Dini del 1995 ha segnato un punto di svolta, introducendo una graduale transizione verso un sistema misto che combinava il metodo di ripartizione con il metodo contributivo. Questo ha aperto la strada alla creazione di piani pensionistici complementari.
Legge 335/1995 e Decreto Legislativo 252/2005
La legge 335/1995 ha introdotto un quadro normativo per i fondi pensione, e il successivo decreto legislativo 252/2005 ha definito le regole specifiche per i Piani Individuali Pensionistici, sottolineando l’importanza di questi strumenti come integrazione al sistema pubblico.
Diffusione e Accettazione del Piano Individuale Pensionistico
Inizialmente, l’adesione al Piano Individuale Pensionistico è stata piuttosto contenuta. La scarsa consapevolezza e fiducia negli investimenti privati ha rallentato la diffusione. Nel corso del tempo, le campagne informative e l’educazione finanziaria hanno aumentato la comprensione dell’importanza dei PIP come strumento di protezione del reddito futuro. In seguito le crisi economiche e le sfide alla sostenibilità del sistema pensionistico pubblico hanno ulteriormente sottolineato la necessità di diversificare le fonti di reddito pensionistico.
Oggi, i PIP sono considerati un elemento chiave della previdenza complementare in Italia. La combinazione di flessibilità, incentivi fiscali e opportunità di rendimento ha reso questi strumenti una scelta sempre più popolare tra i lavoratori di tutte le età e i professionisti del settore.
La storia dei PIP in Italia è un esempio di come un prodotto finanziario possa evolversi in risposta a sfide economiche, demografiche e sociali complesse. L’evoluzione dei PIP, dalla loro concezione come strumento complementare alla loro accettazione come parte integrante del sistema pensionistico, riflette le dinamiche di un paese in continua trasformazione.
Come funzionano i piani individuali pensionistici?
I Piani Individuali Pensionistici sono degli strumenti di investimento. Il contribuente versa delle quote con regolarità che poi vengono investite dal gestore del Piano.
Una volta raggiunta la soglia della pensione, quanto accumulato e investito attraverso un Pip viene erogato al contraente attraverso le modalità individuate dal contraente stesso.
Di base si parla di una rendita vitalizia, che va a integrare la pensione per tutta la vita del contraente. Ma si possono predisporre delle garanzie in favore degli eredi, per esempio. La rendita vitalizia reversibile viene erogata al beneficiario e, in caso di decesso di quest’ultimo, può essere goduta da un’altra persona.
Il Pip è reversibile?
A differenza di quanto accade con altri investimenti, anche ad alto rendimento, il Pip può diventare uno strumento pensionistico completamente reversibile. In caso di decesso del contraente prima dell’età pensionabile, infatti, quanto versato può essere interamente riscattato dagli eredi. Così, raggiunta l’età pensionabile, si può scegliere una forma di erogazione che offra una garanzia agli eredi.
Pip: come funziona?
Il vantaggio del Piano individuale pensionistico, ancor più di quello di altri strumenti previdenziali, è quello di offrire una certa flessibilità al contraente. Essendo uno strumento previdenziale, va da sé che si tratti di un tipo di investimento i cui frutti si possono godere a pieno dopo il raggiungimento dell’età pensionabile. Per incentivare questo tipo di investimento di lungo termine, il governo ha dunque predisposto un beneficio fiscale, che è descritto più nel dettaglio nel paragrafo successivo.
Nonostante i vincoli, il Pip è uno strumento che nella maggior parte dei casi garantisce una certa flessibilità. Molti strumenti garantiscono la possibilità di modificare o interrompere i versamenti nel tempo senza dover incorrere in penali. Quando si seleziona un fondo pensione o un Pip, però, è sempre bene sincerarsi che esso garantisca adeguata flessibilità nell’intervenire sul piano dei versamenti, senza gravare l’investitore con penali eccessive.
Chi può aderire e come
I Pip sono pensati per tutti coloro che intendono costruire una pensione integrativa, indipendentemente dalla loro attuale situazione lavorativa. L’adesione è individuale. Se il PIP in questione prevede la registrazione dei familiari fiscalmente dipendenti, è possibile registrarli. L’iscrizione al PIP può avvenire tramite l’impresa di assicurazioni che ha istituito il PIP, oppure è possibile trovare diversi siti online che offrono la possibilità di registrare questo servizio.
Come riscattare un Pip?
Come detto, per godere di quanto accumulato attraverso un Pip bisogna raggiungere l’età pensionabile ed è riscattabile anche nel momento in cui si accede alla pensione prima del raggiungimento dell’età pensionabile prevista dalla normativa vigente. Esistono alcuni casi, però, in cui è possibile recedere dall’investimento pensionistico in anticipo.
- Nel caso di gravi situazioni di salute, proprie o dei propri familiari, è possibile ritirare fino al 75% di quanto maturato. Ad esempio quindi, non avrebbe senso utilizzare questa somma per una semplice risonanza o per piccoli esami diagnostici come ad esempio una elettromiografia il cui costo può essere piuttosto contenuto.
- Dopo 8 anni di investimento si può richiedere l’anticipo del 75% in caso di necessità di acquisto o di ristrutturazione della prima casa.
- Sempre dopo 8 anni si può richiedere il 30% dell’ammontare versato senza bisogno di fornire ulteriori giustificazioni.
È possibile invece riscattare completamente il Piano individuale pensionistico nei seguenti casi.
- Morte del lavoratore in favore degli eredi.
- Invalidità che riduca le capacità lavorative.
- Prolungato periodo di disoccupazione.
Nei casi di riscatto e nel caso di anticipo per motivi di salute la tassazione è del 15% con la possibilità di ridurla al 9% dopo 35 anni di investimento, mentre negli altri casi di anticipo la tassazione è del 21%.
Il Pip conviene ancora nel 2024? La fiscalità del Pip
In tempi incerti bisogna avvantaggiarsi e scegliere un prodotto che permetta di realizzare un risparmio, come ad esempio la costruzione di fondi pensione. Per favorire l’investimento previdenziale il governo ha previsto dei prodotti con caratteristiche particolari così da incentivare le persone a scegliere delle soluzioni private per integrare la propria pensione. Sicuramente il Pip conviene fiscalmente rispetto ad altre forme di investimento, anche se bisogna vincolare il proprio capitale.
Il Pip è deducibile?
Per i Pip sono previsti i medesimi vantaggi fiscali tipici dei fondi pensione aperti. Si possono dedurre i contributi versati fino a 5.164,57 euro all’anno: questo vuol dire che quanto investito nel Pip andrà a ridurre la base imponibile Irpef.
Se hai un reddito di 50.000 euro e versi 5.000 euro in un Pip, secondo la normativa vigente le imposte sul reddito ti verranno calcolate su una base di 45.000 euro, comportando un risparmio considerevole. All’interno della soglia dei 5.000 vanno considerati l’eventuale contributo del datore di lavoro e i versamenti effettuati per soggetti terzi come per esempio un figlio a carico a favore del quale si decide di aprire una posizione. Non si considera invece la quota del Tfr eventualmente dedicata all’investimento pensionistico.
Il Pip è detraibile?
Molte persone, non avendo ben chiara la distinzione tra detraibilità e deducibilità, si fanno questa domanda. Come spiegato nel precedente paragrafo, il Piano individuale pensionistico è deducibile per versamenti fino a 5.164,57 euro.
Regime fiscale dei rendimenti
Oltre a questo vantaggio il Pip beneficia anche di una tassazione agevolata sul capital gain. I rendimenti generati dall’investimento saranno tassati al 20% e non al 26% come gli altri investimenti.
Tassazione dei versamenti
Quando il Pip viene erogato, le prestazioni o il riscatto anticipato godono di una tassazione distinta rispetto a quella sul reddito. Per quanto riguarda le normali prestazioni, il Pip gode di base di una tassazione del 15%. Questo ammontare si riduce dello 0,3% per ogni anno di partecipazione alla forma pensionistica oltre il 15esimo per un massimo di 20 anni. Questo vuol dire che, dopo 35 anni di partecipazione allo strumento pensionistico, la tassazione sul reddito sarà del 9%. Questa tassazione vale anche in caso di anticipazione per motivi sanitari o in tutti i casi di riscatto stabiliti dalla legge (disoccupazione prolungata, invalidità, decesso, mobilità o cassa integrazione).
In caso di anticipazione o di riscatto per altri motivi stabiliti per via contrattuale varrà invece una tassazione del 23%.
Questi regimi di tassazione speciale valgono solo per quanto generato attraverso i versamenti dedotti. Le prestazioni generate invece dai rendimenti (già tassate annualmente al 20%) e dai versamenti non dedotti (magari quelli eccedenti la quota di 5.164,57 euro l’anno), saranno invece totalmente esenti da tasse.
Pip per i minori: i piani individuali pensionistici per i figli a carico
Il Piano individuale pensionistico, proprio come altre soluzioni previdenziali previste dalla legge italiana, consente di investire per bambini e figli, prevedendo la sottoscrizione a beneficio di un minore. Quando si sottoscrive un piano individuale pensionistico per un minore bisogna ricordare che egli godrà delle stesse garanzie che lo strumento garantisce a tutti i beneficiari in termini di flessibilità. Questo vuol dire che chi sottoscrive un Pip avrà la possibilità di anticipare oltre il 30% del premio versato in caso di necessità di studio o per avviare un’attività. La persona che effettuerà i versamenti, pur non essendo la beneficiaria dello strumento, avrà la possibilità di godere comunque del vantaggio fiscale legato alla deducibilità.
I Pip sono impignorabili?
Il vantaggio dei Pip rispetto ad altri strumenti della previdenza complementare è la loro impignorabilità. I piani individuali pensionistici sono impignorabili e insequestrabili dall’autorità giudiziaria. Questo vuol dire non solo che non sarà possibile il pignoramento in favore dei creditori dello strumento prima della data di scadenza, ma anche che non potranno essere pignorati i versamenti che il sottoscrittore riceve una volta raggiunta l’età pensionabile.
Pip, Pac o fondo pensione aperto. Qual è il miglior strumento per la pensione?
Il vantaggio fiscale è sicuramente un aspetto da tenere in considerazione, ma va controbilanciato con la perdita di parte del controllo sul proprio capitale. Per questo esistono anche forme di accumulazione per la pensione più flessibili come la gestione patrimoniale, magari attraverso un piano di accumulo. Come sempre, il nostro suggerimento è di telefonare a uno dei nostri consulenti all’800 984 275 per ottenere un parere gratuito e senza impegno.
Domande frequenti
Come funziona un piano individuale pensionistico?
I piani individuali pensionistici sono delle forme di previdenza complementari che vengono istituite dal lavoratore stesso. Consultando un agente, costui deciderà quanti fondi destinare al PIP e le condizioni di servizio dello stesso (a livello puramente esemplificativo, puoi leggere la nostra analisi del fondo pensione offerto dal Fondo Pensione di Amundi e le sue performance paragonate all’offerta di Moneyfarm).
Quando posso prendere i soldi del fondo pensione?
Generalmente il PIP consente di prelevare i fondi soltanto nel momento in cui si raggiunge l’età pensionabile. Fanno eccezione gravi casi di malattia e necessità derivanti dall’acquisto o ristrutturazione della prima abitazione. In ogni caso, trascorsi 8 anni, si può prelevare in ogni momento il 30% di quanto versato.
Come viene liquidato il fondo pensione?
Il fondo pensione può essere liquidato secondo diverse modalità di pagamento: è il contribuente a dover scegliere quella che ritiene più comoda o migliore sulla base delle sue necessità o esigenze.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.