Deducibilità fondo pensione: tutto quello che c’è da sapere


Quando si decide di mettere da parte un po’ di risparmi per il proprio futuro si può scegliere tra diversi prodotti di investimento, ma quello che negli ultimi anni ha riscosso più successo è senza dubbio il fondo pensione. Oltre all’evidente beneficio – di cui abbiamo già parlato in approfondimenti dedicati alla pensione integrativa – di poter contare su una pensione più corposa rispetto a quella prevista dal sistema pubblico, la sottoscrizione di un fondo pensione porta con sé anche una serie di vantaggi fiscali: in questo approfondimento analizzeremo nel dettaglio la deducibilità del fondo pensione e cercheremo di fare un quadro esaustivo con le casistiche più comuni, così da poter scegliere le soluzioni più adatte alle esigenze di ognuno.

💰 Ci sono deduzioni fiscali per chi sottoscrive un fondo pensione?  Sì, si possono dedurre fino a 5164,27 euro all’anno.
💰 Ci sono agevolazioni fiscali per chi versa il TFR nel fondo pensione? Sì, si beneficia di una tassazione più bassa che può variare dal 9% al 15%.
🤔 Quali sono i vantaggi del PIP Moneyfarm? È fiscalmente efficiente, sicuro e più flessibile di molti altri prodotti analoghi.

Cos’è e come funziona il fondo pensione?

Paese che vai, previdenza che trovi: non è un mistero che in Italia quello delle pensioni sia sempre stato un tema molto caldo e oggetto di frequenti riforme da parte di tutti i governi che si sono succeduti, e questo è senz’altro uno dei motivi che spingono molte persone a sottoscrivere un fondo pensione. Al di là delle specificità dei singoli prodotti, il funzionamento del fondo pensione è molto semplice: dal momento della sottoscrizione si versano periodicamente degli importi – fissi o variabili a seconda della tipologia di prodotto scelta – che vengono poi investiti per generare rendimento. Una volta raggiunta l’età pensionabile, si può richiedere il riscatto del capitale versato e degli interessi maturati sotto forma di rendita vitalizia, che quindi andrà a sommarsi alla pensione corrisposta da INPS. Si tratta quindi di una scelta estremamente lungimirante, soprattutto alla luce del fatto che il mercato del lavoro è ormai caratterizzato da carriere professionali discontinue e stipendi che faticano a stare al passo con l’inflazione e il costo della vita.

Le certezze che abbiamo sulla pensione

L’evento condotto da Andrea Rocchetti e Andrea Carbone ha offerto una panoramica esaustiva sul panorama pensionistico attuale e futuro, evidenziando l’importanza di una pianificazione finanziaria e previdenziale accurata. Tra i temi principali, si è posto l’accento sui requisiti pensionistici stabiliti fino al 2026, suggerendo la necessità per gli individui di restare aggiornati sulle normative per poter pianificare adeguatamente il proprio pensionamento.

Quanto costa un fondo pensione?

In linea generale possiamo dire che i costi da sostenere quando si sottoscrive un fondo pensione sono di quattro tipologie:

  • Costi di entrata e uscita: alcuni fondi pensione addebitare all’investitore delle spese per l’adesione, l’uscita dal fondo o il trasferimento della posizione individuale ad altra forma di previdenza integrativa
  • Costi di caricamento: in realtà la maggior parte dei fondi pensione non addebita alcun costo per i versamenti fatti dall’investitore, ma è sempre buona norma leggere attentamente i fogli informativi per evitare spiacevoli sorprese che possono erodere il capitale versato.
  • Costi amministrativi e di gestione: oltre ad un costo amministrativo da corrispondere su base annua (e che in genere si aggira tra i 10 e i 20 euro), la società che emette il fondo addebita all’investitore dei costi di gestione che vengono calcolati sul controvalore dell’investimento o sul capitale versato, le cui percentuali possono variare da un minimo dello 0.55% ad un massimo del 2,31% a seconda del comparto scelto.
  • Tassazione su rendimenti e riscatto: diversamente da molte altre forme di investimento, la tassazione sul rendimento del fondo pensione è agevolata al 20%, percentuale che scende al 12,5% per i titoli di Stato, mentre per il riscatto può variare a seconda della tipologia di liquidazione scelta e del numero di anni di sottoscrizione del fondo.

Deducibilità del fondo pensione: come funziona?

Uno degli aspetti più interessanti riguarda certamente la deducibilità fiscale dei versamenti volontari del fondo pensione, un vantaggio che permette agli investitori di dedurre dal reddito complessivo dichiarato ai fini IRPEF i contributi versati alla previdenza complementare: ridurre la base imponibile – vale a dire la quota sulla quale vengono calcolate le imposte IRPEF – significa quindi ottenere un risparmio che ci accompagna per tutta la durata dell’investimento. L’agenzia delle entrate ha stabilito che la deducibilità massima del fondo pensione ammonta a 5164,27 euro annui, una cifra che include non solo i contributi versati a titolo personale dal singolo sottoscrittore, ma anche quelli versati dalla propria azienda e quelli versati per un familiare che risulti fiscalmente a carico. Anche se il limite alla deducibilità del fondo pensione può sembrare piuttosto basso, nella realtà dei fatti può fare la differenza in fase di presentazione del 730 perché consente di non superare gli scaglioni IRPEF. Ecco due tabelle riassuntive per comprendere meglio le aliquote IRPEF in vigore ad oggi e il calcolo della deducibilità del fondo pensione, immaginando di versare 5000 euro all’anno:

Aliquote IRPEF in vigore

Fino a 15.000 euro 23%
Da 15.001 a 28.000 euro 25%
Da 28.001 a 50.000 euro 35%
Sopra i 50.000 euro 43%

Esempio deducibilità fondo pensione

REDDITO LORDO IRPEF IRPEF CON DEDUZIONE FONDO PENSIONE
24.000 euro 5.700 euro (23% su 15.000 + 25% su 9.000) 4.450 euro (23% su 15.000 + 25% su 4.000)
37.000 euro 9.850 euro (23% su 15.000 + 25% su 13.000 + 35% su 9.000) 8.100 euro (23% su 15.000 + 25% su 13.000 + 35% su 4.000)
62.000 euro 19.560 euro (23% su 15.000 + 25% su 13.000 + 35% su 22.000 + 43% su 12.000) 17.410 euro (23% su 15.000 + 25% su 13.000 + 35% su 22.000 + 43% su 7.000)

Risulta quindi evidente che la deducibilità del fondo pensione porta un risparmio considerevole su ogni fascia di reddito, permettendo ai sottoscrittori di recuperare preziose risorse che possono anche essere reinvestite direttamente nel fondo per aumentare esponenzialmente i vantaggi.

Deducibilità del fondo pensione: casi particolari

Alla luce degli importi che abbiamo visto nella tabella precedente, chi ha la possibilità di investire in un fondo pensione dovrebbe prendere seriamente in considerazione questa opportunità, anche versando qualcosa in più: chi volesse superare il limite di deducibilità annuale di 5164,27 euro può comunque ottenere un’esenzione fiscale quando dovrà pagare le tasse per il riscatto della pensione integrativa: al momento dell’erogazione, infatti, oltre a sottrarre dall’imponibile gli importi relativi ai rendimenti maturati – sui quali avrà già pagato le tasse – verranno sottratti anche i contributi che non sono stati dedotti nelle dichiarazioni dei redditi.
Lo stesso vale per i lavoratori autonomi in regime forfetario che non sono iscritti a casse di previdenza obbligatorie (come i notai o i medici) o che non percepiscono anche redditi diversi soggetti a IRPEF: anche se restano esclusi dalla deduzione in sede di dichiarazione dei redditi potranno comunque ottenere l’esenzione fiscale nel momento in cui verrà erogata loro la pensione integrativa.
Un discorso a parte va fatto per i lavoratori dipendenti che, pur avendo sottoscritto un fondo pensione integrativo, scelgono di lasciare il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) in azienda senza preoccuparsi di metterlo a frutto. Peccato che alla fine del proprio rapporto lavorativo questa scelta costerà molto cara, perché il TFR liquidato in regime ordinario sarà sottoposto ad una tassazione ad aliquota media degli ultimi 5 anni, a partire da una percentuale minima del 23%. Diversamente, versare il TFR nel fondo pensione permetterà non solo di ridurre ulteriormente il reddito imponibile, ma anche di pagare una tassazione più bassa che può variare da un minimo del 9% ad un massimo del 15% in base al numero di anni di iscrizione alla previdenza integrativa.

Fondo pensione: perché scegliere il PIP Moneyfarm?

Ora che abbiamo visto come la deducibilità del fondo pensione sia un motivo più che valido per destinarvi una parte dei nostri risparmi è opportuno entrare nel merito delle diverse tipologie di fondo pensione. In particolare, si possono suddividere in 3 categorie:

  • Fondi pensione aperti: sono aperti a chiunque indipendentemente dall’attività professionale che si svolge, e l’adesione può essere sia individuale sia collettiva.
  • Fondi pensione chiusi: sono riservati esclusivamente a specifiche categorie di lavoratori, e nascono in genere da contratti o accordi collettivi di lavoro.
  • Piani individuali pensionistici (PIP): sono strumenti di accumulo che permettono di trasformare l’investimento in una rendita vitalizia una volta raggiunta l’età pensionabile (a livello puramente esemplificativo, puoi leggere la nostra analisi del fondo pensione offerto dal Fondo Pensione di Unicredit e le sue performance paragonate all’offerta di Moneyfarm).

 Per portare la filosofia Moneyfarm anche a chi vuole investire per prendersi cura del proprio futuro, nel 2021 abbiamo lanciato il PIP Moneyfarm, un piano individuale pensionistico istituito da Allianz Global Life ma gestito al 100% dal nostro team di gestione e distribuito da Moneyfarm Insurance. Oltre ad essere fiscalmente deducibile e godere di una tassazione agevolata come ogni fondo pensione, il PIP Moneyfarm è anche estremamente flessibile e si adatta alle necessità di ogni investitore: puoi versare l’importo che vuoi e con la frequenza che preferisci, senza sostenere alcun costo di entrata, caricamento o uscita. Inoltre, il nostro piano pensione è anche sicuro, perché costituisce un patrimonio autonomo e separato rispetto a quello di Moneyfarm, garantendo così che il tuo patrimonio versato sia intoccabile.

Investire per il proprio domani ma risparmiando già oggi è possibile: compila senza impegno il form online per scoprire il PIP Moneyfarm e tutte le soluzioni di investimento pensate su misura per te.

Domande Frequenti

Chi può beneficiare della deduzione fiscale del fondo pensione?

Tutti i lavoratori dipendenti, gli autonomi a regime ordinario e quelli a regime agevolato purché siano iscritti a casse di previdenza obbligatorie o percepiscano anche redditi diversi soggetti ad IRPEF.

Cosa succede se il versamento volontario supera il limite massimo deducibile?

Al momento del riscatto della pensione integrativa si beneficerà di un’esenzione fiscale: all’imponibile verranno sottratti sia i rendimenti maturati (sui quali le tasse saranno già state pagate) sia i contributi che non sono stati dedotti nelle dichiarazioni dei redditi.

Perché conviene versare il TFR nel fondo pensione?

Perché alla fine del rapporto di lavoro non sarà liquidato in regime ordinario ma sarà sottoposto ad una tassazione più bassa e vantaggiosa.

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*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.