ETF green economy: la guida completa per il 2024


La salvaguardia dell’ambiente è un’esigenza sempre più pressante ed è per questo che molte realtà imprenditoriali sono impegnate nella produzione di energie alternative, che possano soppiantare l’energia prodotta dai combustibili fossili.

Visto che il futuro dell’economia si muove verso l’ecosostenibilità, sono nati gli ETF green economy allo scopo di dare un’ulteriore spinta a questo settore. Sono strumenti finanziari che si possono utilizzare per la costruzione di un portafoglio d’investimento diversificato e che al tempo stesso strizza l’occhio all’ambiente.

 

🌳 Come investire in ETF green economy? Puoi rivolgerti alla tua banca o al tuo intermediario finanziario
💸 Il settore green economy conviene? È un settore giovane e poco maturo, ma in forte espansione
📈 Quali sono gli indici replicati dagli ETF green economy? S&P Global Clean Energy, World Alternative Energy index (WAEX) e Solactive Clean Energy
✅ Vantaggi degli ETF green economy Presenza di titoli eterogenei e settore in forte espansione

ETF green economy: introduzione

Quando si parla di green economy si fa riferimento a tutte quelle attività economiche che si impegnano a ridurre l’impatto ambientale, infatti si tratta di una macrocategoria che non comprende solo le imprese che si occupano espressamente di energie rinnovabili.

L’impatto dei cambiamenti climatici sul Pianeta è un problema che riguarda tutti i Paesi del mondo, che pian piano si stanno muovendo verso l’utilizzo di tutte quelle forme di energia ecosostenibile e alternativa rispetto a quella legata allo sfruttamento di gas naturale e petrolio.

Gli ETF green sono uno strumento finanziario che permette agli investitori di aumentare l’esposizione ai mercati e alle realtà imprenditoriali orientate alla sostenibilità ambientale. Si tratta di un settore in forte crescita, infatti ogni anno aumenta il numero di imprese che sono sensibili all’inquinamento e all’emissioni di CO2.

Cosa sono?

Gli ETF sul green economy sono dei fondi a gestione passiva che replicano l’andamento di alcuni indici che si basano sul mercato dell’economia ecosostenibile. La gestione passiva assicura l’alta liquidità di questi prodotti finanziari, mentre l’eterogeneità dei titoli azionari e obbligazionari permette all’investitore di raggiungere i suoi obiettivi di diversificazione.

Piuttosto che investire sui singoli asset, grazie agli ETF green è possibile investire su un paniere di titoli od obbligazioni piuttosto vario, seppur orientato a questo specifico ramo dell’economia. Mentre gli EFT energie rinnovabili permettono di puntare sulle imprese che sono in qualche modo coinvolte nella filiera di produzione dell’energia pulita, gli ETF green economy hanno l’obiettivo di supportare le imprese impegnate in qualche modo nelle riduzione del loro impatto ambientale.

In entrambi i casi di tratta di prodotti finanziari validi per sostenere la proficua sinergia tra la responsabilità ambientale e la crescita economica.

Gli indici azionari che vengono replicati da questi ETF sono soltanto 3, a dimostrazione che si tratta di un mercato relativamente giovane. I 3 indici sono:

  • S&P Global Clean Energy: un indice che include le 30 società più importanti e liquide del settore delle energie pulite;
  • World Alternative Energy index (WAEX): un indice che comprende le più importanti 40 aziende del mondo che operano nel mercato della green economy;
  • Solactive Clean Energy: un altro indice che comprende 44 grandi aziende che operano nell’industria delle energie rinnovabili.

I migliori ETF green economy su Borsa italiana

iShares Global Clean Energy

Su Borsa italiana sono presenti diversi ETF green, a partire dal fondo più grande e conosciuto, iShares Global Clean Energy. È un fondo che replica l’andamento dell’indice S&P Global Clean Energy con il sistema della replica fisica totale. Esiste dal 2007, è stato fondato in Irlanda e la valuta che utilizza è il dollaro. I suoi dividendi vengono distribuiti con una cadenza semestrale e i costi annuali di gestione sono pari allo 0,65%.

Questo ETF ha una capitalizzazione di 4.506 milioni di euro e in una scala da 1 a 7 il suo profilo di rischio è uguale a 6. Come accade di solito, la maggior parte delle società le cui azioni compongono il fondo si trova negli Stati Uniti, mentre le altre sono dislocate in Europa, Asia e Oceania. Il settore è prevalentemente quello dei servizi di pubblica utilità.

Lyxor New Energy (DR) UCITS ETF

Lyxor New Energy (DR) UCITS ETF replica invece l’indice World Alternative Energy index (replica fisica totale), che comprende società impegnate nella filiera delle energie rinnovabili. Questo ETF è nato nel 2007, ha sede in Francia e utilizza l’euro come valuta. Le cedole sono distribuite ogni 6 mesi e i costi di gestione sono pari allo 0,60% annuo.

La capitalizzazione del fondo è di 1.120 milioni di euro, mentre il suo profilo di rischio è pari a 6 in una scala da 1 a 7. I settori di esposizione sono quelli dell’informatica, dei servizi di pubblica utilità, dei beni voluttuari e dell’energia. Le imprese si trovano soprattutto negli USA, mentre altre hanno sede in Europa (soprattutto in Svizzera), Canada e Giappone.

L&G Clean Energy UCITS ETF

Il terzo ETF che prendiamo in esame è L&G Clean Energy UCITS ETF, che prova a replicare l’indice Solactive Clean Energy con il sistema di replica fisica totale. Tra quelli esaminati è l’ETF più giovane, nato nel 2020 in Irlanda e con il dollaro come valuta di riferimento.

La sua capitalizzazione è di soli 90 milioni di euro e i dividendi sono ad accumulazione, quindi vengono reinvestiti per migliorare i rendimenti. Il progetto ambizioso ha portato ad un crescita annua del 12%, ma si tratta dell’ETF con un profilo di rischio pari a 7 su una scala da 1 a 7. I costi di gestione sono i più bassi tra gli ETF azionari che abbiamo visto, pari allo 0,49% annuo. Il settore prevalente è quello industriale, con una distribuzione delle società soprattutto in Nord America, Asia ed Europa.

Lyxor Green Bond (DR) UCITS ETF

Oltre agli ETF azionari che abbiamo visto, ci sono anche gli ETF obbligazionari, come Lyxor Green Bond (DR) UCITS ETF che replica l’indice Solactive Green Bond (replica fisica totale) e comprende le obbligazioni che finanziano progetti a basso impatto ambientale.

La capitalizzazione del fondo è di 400 milioni di euro e i dividendi sono ad accumulazione. I costi di gestione sono solo dello 0,25% annuo. Il rating delle obbligazioni ecologiche inserite nel fondo è almeno BBB, mentre la durata media delle obbligazioni sottostanti è di 9 anni.

Investire in ETF green economy: come farlo?

Chi vuole affacciarsi ad investimenti nel settore della green economy, può investire negli ETF che abbiamo visto rivolgendosi alla propria banca o al proprio intermediario finanziario o nei green bond. È consigliabile affidarsi ad una figura esperta nel settore degli ETF, in modo da creare un portafoglio diversificato ed efficiente.

I consulenti Moneyfarm sono specializzati nella creazione di portafogli d’investimento che si avvalgono degli ETF. Ogni prodotto finanziario è selezionato attraverso dei criteri molto rigidi, in modo da assicurare la massima qualità degli ETF prescelti. Ogni portafoglio è monitorato in modo costante, così da apportare in itinere le modifiche necessarie.

Previsioni

Come abbiamo visto, il settore della green economy è in forte espansione e tutti gli Stati si stanno impegnando in qualche modo per ridurre l’impatto ambientale dei vari settori dell’economia. La legislazione dei Paesi si muove in direzione di una graduale evoluzione green, allo scopo di favorire gli investimenti ecosostenibili. I cambiamenti in atto riguarderanno il mercato del lavoro e tutti i settori economici, a partire da quello energetico.

Forte di queste previsioni, gli investimenti socialmente responsabili hanno ricevuto un forte impulso, soprattutto se declinati in chiave green. Aziende e investitori stanno acquisendo uno nuova sensibilità verso il tema dell’impatto ambientale, che ormai è presente nei business plan di tante società.

Conviene davvero?

Sebbene il settore della green economy abbia subito gli effetti negativi della pandemia, ci sono buone prospettive di ripresa. Alcuni esperti ritengono che possa diventare il settore trainante per uscire dalla crisi economica post-pandemia.

La convenienza degli investimenti in ETF green economy dev’essere valutata tenendo in considerazione diversi fattori, come l’alto profilo di rischio dei prodotti finanziari, legato soprattutto al fatto che si tratta di un mercato giovane e non ancora maturo. Non è escluso che il settore alterni periodi di recessione ed espansione.

Per affrontare al meglio la turbolenza dei mercati, la diversificazione del portafoglio d’investimento è sempre una buona idea.

Domande frequenti

Cosa sono gli ETF green economy?

Sono fondi comuni d’investimento a gestione passiva che replicano l’andamento degli indici che fanno parte del settore dell’economia sostenibile.

Qual è la differenza tra ETF green economy ed ETF energie rinnovabili?

I primi supportano le imprese che vogliono ridurre il proprio impatto ambientale, mentre i secondi comprendono titoli di società che fanno parte della filiera della produzione di energie rinnovabili.

Quali sono le previsioni sugli ETF green economy?

È probabile che riceveranno impulso dalla rivoluzione green in atto e molti Paesi si stanno già attivando per adottare una legislazione che favorisce l’economia sostenibile.

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*Gli investimenti in strumenti finanziari sono soggetti alla variabilità del mercato e possono determinare la perdita, in tutto o in parte, del capitale inizialmente investito.

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