Investire in fondi: tutto quello che c’è da sapere


Sempre più risparmiatori scelgono di investire in fondi, perché si tratta di un investimento facilmente accessibile (anche con piccoli capitali) e con ampie possibilità di differenziazione. La parte più difficile dell’investimento è senza dubbio la scelta dei fondi in cui investire, perché le possibilità a disposizione sono molte.

La strategia di investimento Moneyfarm prevede spesso il ricorso agli ETF, che permette ai clienti di investire in fondi comuni d’investimento passivi quotati in Borsa. Forte di questa esperienza, Moneyfarm ha elaborato un processo di selezione molto rigoroso per individuare i fondi da inserire nei portafogli d’investimento. Puoi compilare oggi stesso il tuo profilo d’investimento per scoprire senza impegno quale strategia è più adatta alle tue esigenze.

Vantaggi dei fondi Accessibili con piccoli capitali, efficienza e trasparenza
Svantaggi dei fondi Funzionamento più complesso rispetto ad investimenti in azioni e obbligazioni
Costi di gestione Più bassi per i fondi a gestione passiva
Tassazione prevista 26% sulle plusvalenze

Cosa sono in fondi comuni?

Prima di approfondire come investire in fondi, facciamo un passo indietro e vediamo come sono i fondi comuni. Si tratta di strumenti d’investimento affidati ad apposite società di risparmio gestito (SRG), che prima raccolgono il capitale degli investitori e poi lo investono in azioni, obbligazioni, titoli di Stato ecc. a seconda delle diverse tipologie di fondi.

Quando si parla di fondi comuni, la distinzione più importante è quella tra fondi attivi e fondi passivi, che rispondono a delle logiche diverse e hanno caratteristiche ben distinte. I fondi attivi utilizzano un determinato benchmark e si propongono di superare le sue performance. I fondi passivi (come gli ETF) sono invece quelli che replicano l’andamento del benchmark.

I fondi attivi sono caratterizzati dalla costante ricerca di valore nel mercato, quindi comportano l’esecuzione di più operazioni. In genere il numero di operazioni richiesta dai fondi passivi è più basso e quindi anche i costi sono più contenuti.

I rapporti su costi e performance pubblicati periodicamente dal regolatore europeo (ESMA) confermano che gli ETF battono i fondi attivi sia per le performance sia per i costi più contenuti. Anche quando i fondi attivi riescono a generare ottime performance, scontano dei costi di gestione mediamente più alti, che fanno sentire il loro peso soprattutto nel lungo periodo a causa dell’effetto di composizione.

Come scegliere il fondo su cui investire?

Per scegliere in che fondi investire oggi, Moneyfarm ha messo a punto un processo di selezione che tiene conto di 7 criteri, a ciascuno dei quali viene assegnato un punteggio. Alcuni criteri hanno un peso maggiore di altri e il punteggio finale del fondo è sottoposto alla valutazione del Comitato Investimenti, che si occupa di un’analisi qualitativa.

Attraverso questa selezione rigorosa, i fondi comuni sono sottoposti ad un’analisi qualitativa e quantitativa, così da individuare le migliori opportunità presenti sul mercato. Vediamo nel dettaglio quali sono i criteri di selezione di Moneyfarm:

  • Costi di gestione, che devono essere i più bassi possibile;
  • Costi di transizione, che possono incidere nella gestione globale del fondo;
  • Strategia di replica, con riferimento alla replica fisica e sintetica rispetto al benchmark;
  • Qualità del provider, che dev’essere necessariamente un’azienda solida e affidabile;
  • Liquidità, per garantire masse di gestione ampie e un numero di operazioni giornaliero sufficientemente alto;
  • Liquidità dei sottostanti, per selezionare fondi che investono su indici molto liquidi e ammortizzare così le turbolenze del mercato;
  • Tracking error, che permette di selezionare solo i fondi che riescono meglio a replicare il benchmark.

La definizione di questi rigidi parametri di selezione è il frutto dell’esperienza pluriennale di Moneyfarm e permette al team di esperti di utilizzare ancora oggi un efficiente processo di selezione degli ETF.

Rendimenti dei fondi comuni

Chi sceglie di investire in fondi comuni d’investimento, utilizza come riferimento soprattutto il rendimento del fondo registrato negli anni passati. È bene tenere conto che non è detto che questi rendimenti saranno replicati anche in futuro. Secondo i dati di ESMA relativi al 2019, tra i fondi comuni top performer, soltanto uno su 5 ha fatto registrare delle ottime prestazioni anche l’anno precedente.

Un aspetto da considerare con attenzione è l’incidenza dei costi, che spesso vanno ad erodere i rendimenti in modo significativo. Posto che ogni strumento d’investimento comporta dei costi di gestione, potremmo dire che gli alti costi sono la vera nota dolente dei fondi comuni, soprattutto di quelli attivi. Si deve tenere conto anche della tassazione sulle plusvalenze, pari al 26%.

Vantaggi e svantaggi

La scelta di investire in fondi comuni è molto comune tra gli investitori retail perché sono accessibili anche ai risparmiatori con piccoli capitali, che vogliono costruire un portafoglio d’investimento diversificato. I fondi passivi come gli ETF hanno poi dei costi più efficienti rispetto a quelli attivi e piacciono anche per la trasparenza. La politica d’investimento e la composizione del fondo è specificata nel documento informativo.

Sull’altro lato della bilancia abbiamo invece gli svantaggi dei fondi comuni, tra cui dobbiamo citare ancora una volta i costi e l’inevitabile tassazione, che comunque è la stessa degli altri strumenti d’investimento.

Rispetto agli investimenti in azioni od obbligazioni, investire in fondi comuni d’investimento è più complesso o per lo meno è più difficile comprendere il loro funzionamento. Questa è una delle motivazioni per cui è consigliabile affidarsi a professionisti in grado di costruire un portafoglio d’investimento efficiente e monitorato in modo costante, come quelli costruiti da Moneyfarm per i propri clienti.

Investire in fondi: conviene davvero?

Conviene investire in fondi comuni d’investimento? Questa è la domanda che si pongono i risparmiatori in cerca di opportunità per generare dei buoni rendimenti. Se guardiamo a costi e rendimenti dei fondi, i dati forniti da ESMA premiano i fondi passivi e gli ETF, perché hanno costi di gestione fino a 5 volte più bassi e performance migliori.

Un’altra comparazione che ci aiuta a capire la convenienza dei fondi comuni è quella tra ETF e fondi indicizzati. Non sempre i fondi indicizzati sono quotati in Borsa, quindi risulta più difficile negoziarli in modo facile e veloce rispetto agli ETF. I costi di gestione sono simili per ETF e fondi indicizzati, visto che in entrambi i casi sono molto bassi rispetto a quelli previsti per la gestione dei fondi attivi.

In conclusione possiamo dire che la convenienza non andrebbe mai valutata solo in riferimento ad uno specifico strumento d’investimento, ma piuttosto guardando al portafoglio d’investimento nel suo complesso. Con un portafoglio diversificato e costruito in base agli obiettivi e al profilo di rischio dell’investitore, è più facile ammortizzare la turbolenza del mercato e generare dei rendimenti nel lungo periodo.

Domande frequenti

Come scegliere in quali fondi investire?

La scelta dei fondi d’investimento non è mai scontata e richiede esperienza e una buona conoscenza dei mercati. Moneyfarm negli anni ha elaborato un processo di selezione dei fondi che si basa su 7 criteri chiave, in modo da individuare solo i fondi migliori per i clienti.

Quali sono i rendimenti dei fondi comuni?

Per valutare i rendimenti dei fondi comuni è possibile usare come riferimento le performance degli anni precedenti (che non rappresentano mai una garanzia per i risultati futuri) e i costi di gestione, che possono i incidere in modo importante sui rendimenti.

Conviene investire in fondi?

In base ai dati di ESMA sui costi e i rendimenti dei fondi, a registrare le migliori performance sono i fondi passivi e gli ETF. Per valutare la convenienza dei fondi non si deve valutare il singolo strumento d’investimento, ma l’intero portafoglio.

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*Gli investimenti in strumenti finanziari sono soggetti alla variabilità del mercato e possono determinare la perdita, in tutto o in parte, del capitale inizialmente investito.

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