Nell’universo dei titoli obbligazionari, i CCT rappresentano degli strumenti finanziari atipici che contribuiscono a pagare il debito pubblico e finanziare le spese dello Stato Italiano. L’atipicità dei CCT dipende innanzitutto dalla variabilità delle cedole periodiche, mentre la maggior parte dei governi tende ad emettere solo titoli a tasso fisso.
Sono titoli che abitualmente riscuotono un certo successo tra gli investitori domestici e rappresentano una buona quota del debito pubblico insieme ai BTP. Cerchiamo quindi di conoscere meglio le caratteristiche di questi titoli, come funziona un CCT, come si determina il tasso cedolare e come acquistarli.
⏲ Durata dei CCT | 7 anni |
📉 A cosa sono indicizzati i CCT? | Indice Euribor a sei mesi, a cui si aggiunge anche uno spread stabilito al momento dell’emissione |
💵 Taglio minimo | 1.000 euro |
🛑 Rischi dei CCT | Rischio di credito, rischio di liquidità e rischio di tasso |
CCT: cosa sono?
I CCT sono Certificati di Credito del Tesoro emessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze con cadenza mensile, mentre l’asta di emissione di nuovi titoli si tiene ogni anno. Il tasso d’interesse di questi titoli obbligazionari è strettamente legato a quello dell’indice Euribor a 6 mesi, infatti la cedola pagata agli investitori ogni sei mesi ha un importo sempre diverso e difficile da prevedere.
Il rendimento dei CCT è legato quindi sia alle cedole semestrali, sia alla differenza tra il prezzo di vendita o di rimborso alla scadenza e il prezzo di acquisto. Trattandosi di titoli che prevedono il pagamento di cedole, non rientrano nella categoria dei titoli zero coupon e non permettono neanche di sfruttare i vantaggi dell’interesse composto.
Che durata hanno i CCT?
I CCT sono obbligazioni di medio termine, infatti a partire dal 1991 la scadenza è sempre di 7 anni. Prima del 1991 i CCT potevano invece avere delle scadenze variabili, da 2, 5 o 10 anni. Messi a confronto con altri titoli obbligazionari, si collocano quindi a metà strada tra i BOT a breve scadenza e i BTP a lunga scadenza.
A cosa sono indicizzati i CCT?
Come abbiamo visto, il tasso d’interesse cedolare è variabile, ma da cosa dipende? Mentre prima del 2010 il tasso era legato ai BOT semestrali, a partire dal 2010 la cedola semestrale è legata all’indice Euribor a sei mesi, chiamato comunemente CCT EU. Da quest’indice dipende anche il tasso d’interesse applicato ai prestiti interbancari a sei mesi.
Il tasso cedolare dei CCT è dato dalla somma tra Euribor a sei mesi e uno spread che viene determinato al momento dell’emissione. In questo modo si ricava la cedola semestrale lorda, a cui bisogna sottrarre la tassazione del 12,5% prevista dalle normative vigenti.
CCT: assegnazione e taglio minimo
L’assegnazione dei CCT avviene mediante asta marginale, con la quale si determina il prezzo marginale, ovvero il prezzo più basso tra tutte le offerte idonee. Un algoritmo permette di escludere tutte le domande che hanno un intento puramente speculativo. Il taglio minimo di certificati acquistabili è 1.000 €.
CCT: quanto rendono e che interessi hanno?
Calcolare il rendimento dei CCT è molto difficile al momento della sottoscrizione o dell’acquisto, perché ci sono troppe variabili in gioco. Il tasso cedolare applicato cambia ogni sei mesi perché dipende dall’indice Euribor, ma tende ad essere sempre positivo.
Oltre alle cedole abbiamo anche un’altra fonte di guadagno per i CCT, data dalla differenza tra il prezzo di vendita o di rimborso alla scadenza e il prezzo di acquisto dei certificati. È bene sapere che si può trattare anche di una differenza negativa, perché non è escluso che in 7 anni il prezzo dei CCT scenda, anche se l’investitore ha sempre la possibilità di liberarsi dai titoli anche prima della scadenza settennale.
Affidabilità dei CCT e rischio di credito
L’affidabilità dei CCT è legata alla solidità economica e finanziaria dello Stato Italiano, cioè alla sua capacità di far fronte al pagamento degli interessi cedolari e al rimborso dei titoli alla scadenza. Sebbene il rischio di credito sia spesso sottovalutato dagli investitori, non è del tutto escluso. D’altro canto puntare ad obbligazioni meno rischiose potrebbe essere meno conveniente, perché titoli analoghi considerati più affidabili otterrebbero dei rendimenti di certo più bassi.
Come acquistare CCT
Chi intende comprare CCT può farlo al momento dell’emissione partecipando all’asta, oppure in un momento successivo all’emissione, attraverso il mercato secondario.
Acquistare i CCT in collocamento
Le aste per il collocamento dei CCT sono molto frequenti, infatti quelle per lo stesso titolo si tengono ogni mese, mentre con cadenza annuale vengono emessi nuovi CCT. Il collocamento è gestito dalla Banca d’Italia ed è accessibile ai risparmiatori per mezzo di intermediari autorizzati, come ad esempio le banche. Il prezzo è determinato dall’asta marginale, attraverso alcune procedure che permettono di escludere le offerte speculative.
Acquistare i CCT sul mercato secondario
Dopo l’emissione è possibile acquistare CCT mediante due diversi mercati secondari. Il primo è il MOT, gestito da Borsa Italiana S.p.a. e accessibile ai piccoli investitori attraverso un intermediario autorizzato. Il secondo mercato è MTS, utilizzato da banche e società d’investimento che acquistano titoli per un importo non inferiore a 2,5 milioni di euro.
Le quotazioni dei CCT
Gli scambi quotidiani dei CCT sul mercato secondario comportano una variazione costante delle quotazioni dei CCT. Le quotazioni si possono comunque monitorare sul sito web di Borsa Italiana S.p.a., in modo da tenere traccia dell’andamento dei prezzi nel tempo e valutare un investimento futuro.
Conclusioni: conviene investire in CCT?
La convenienza di un investimento in CCT va valutata in relazione alle priorità e alle esigenze del singolo investitore, tenuto conto anche dell’orizzonte temporale del suo investimento. Il rendimento variabile non permette di conoscere in partenza quanto possono essere remunerativi i CCT e restano grandi incognite anche in merito ai tassi d’interesse che potrebbero comportare forti oscillazioni sul prezzo dei certificati alla scadenza.
Un risparmiatore italiano è già particolarmente esposto al “rischio Italia” e acquistare CCT aumenterebbe di certo anche il rischio di una sovraesposizione, troppo spesso sottovalutato. La diversificazione dei portafogli Moneyfarm permette invece di abbattere questo rischio, perché la strategia d’investimento prevede un approccio multiasset che contribuisce a massimizzare il rendimento nel tempo.
Domande Frequenti
Cosa sono i CCT?
Sono Certificati di Credito del Tesoro emessi ogni 7 anni dal Ministero dell’Economia e delle Finanze allo scopo di finanziare il debito pubblico e tutte le altre spese legate al funzionamento dello Stato Italiano.
Da cosa dipende il rendimento dei CCT?
Il rendimento è legato alle cedole semestrali caratterizzate da un tasso variabile legato all’indice Euribor a sei mesi. L’investitore può ottenere inoltre una plusvalenza o minusvalenza dalla differenza tra il prezzo di vendita o di rimborso dei certificati e il prezzo di acquisto.
Come acquistare Certificati di Credito del Tesoro?
I CCT si possono sottoscrivere al momento dell’emissione, partecipando all’asta marginale gestita dalla Banca d’Italia, oppure acquistando il titolo sul mercato secondario. In entrambi i casi l’investitore deve avvalersi di un intermediario autorizzato.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.