Fondo Pensione: cos’è e perché è importante costruirne uno

Parlando di fondi pensione o fondi di previdenza si deve considerare che si sta discutendo di uno strumento estremamente interessante che, spesso, può fare la differenza per vivere nella massima serenità gli anni successivi al pensionamento. L’emergenza pensioni in Italia è una problematica estremamente attuale e sempre più giovani si chiedono se riusciranno mai a raggiungere l’età pensionabile e l’età contributiva utile per ottenere un adeguato sussidio nel momento in cui lasceranno il proprio lavoro. 

Sapere come funziona un fondo pensione, come dimostra questo articolo, è di primaria importanza e anche i liberi professionisti, che non hanno accesso alla pensione pubblica, devono necessariamente, il prima possibile, creare un fondo pensione da cui attingere dopo aver terminato la propria carriera. Il gap salariale, purtroppo, sta crescendo in modo preoccupante e ci si chiede quale sia il modo migliore per mantenere il proprio tenore di vita nel momento in cui, abbandonato il proprio stipendio mensile, si accede al sussidio pensionistico. 

Il fondo pensione integrativa, definito anche fondo di previdenza complementare, è senza dubbio la migliore soluzione al problema. Ma cosa sono realmente i fondi pensione e come funzionano? In questo articolo vi spiegheremo tutto quello che bisogna sapere prima di aprire un piano pensionistico integrativo così da godere al meglio delle somme che, nel corso degli anni, si sono accantonate. 

Cosa sono i fondi pensione? I fondi pensione sono una forma di previdenza complementare che, una volta raggiunta l’età pensionabile, può integrare efficacemente l’assegno previsto dalla pensione obbligatoria.
Quando conviene aprire un fondo pensione? Il prima possibile. Maggiore è l’orizzonte temporale per il quale si accantonano e reinvestono le somme destinate al fondo pensione, maggiore sarà il rendimento delle stesse al momento della riscossione.
Quanti tipi di fondi pensione esistono? In Italia i principali tipi di previdenza integrativa sono tre: fondo pensione aperto, fondo pensione chiuso e piano individuale pensionistico (PIP).
La previdenza complementare offre vantaggi fiscali? Si, la legge dell’1 gennaio 2007 ha previsto una serie di vantaggi fiscali per tutti coloro che accantonano delle somme in un fondo di previdenza complementare.

Previdenza complementare: cos’è?

La prima domanda che ci si pone nel momento in cui si parla di pensione integrativa è cosa sia in realtà questo strumento, come funziona un fondo pensione e quale sia la pensione integrativa migliore. Esistono, infatti, diverse tipologie di fondi pensione e prima di scegliere la tipologia di assegno che andrà a integrare come rendita fissa la propria pensione statale (o costituisca il proprio sostentamento nel caso dei lavoratori autonomi), bisogna capire le modalità di riscatto dello stesso e quali vantaggi fiscale offre il fondo pensione prescelto. Iniziamo a comprendere la differenza tra i fondi pensione previsti dalla legge italiana:

  • Fondo pensione chiuso;
  • Fondo pensione aperto;
  • PIP (piani individuali pensionistici).

Fondo chiuso

I fondi pensione chiusi raccolgono i contributi di tutti i lavoratori che decidono di aderirvi e investono queste somme per riuscire, in futuro, ad erogare un assegno che vada a integrare efficacemente le somme spettanti dalla pensione obbligatoria. Costituiscono, allo stesso modo, un vero e proprio capitale di sicurezza per i lavoratori autonomi che, terminata la propria carriera lavorativa, vogliono riscattare quanto accantonato nel corso degli anni di attività. 

I fondi pensione chiusi, si consideri, sono strumenti soggetti alla contrattazione collettiva aziendale o nazionale. Possono essere differenti a seconda del territorio in cui risiede il lavoratore o avere limitazioni e regolamenti differenti di società in società (o a seconda della categoria di lavoratori cui si appartiene).

Fondo aperto

I fondi pensione aperti sono invece degli accantonamenti che vengono istituiti presso le banche, le compagnie assicurative o società private che si occupano di gestire i risparmi di chi vi aderisce. Possono accogliere i contributi su base singola o di gruppo (dunque vi si aderisce su decisione individuale o collettiva). 

PiP (Piani individuali pensionistici)

Il PIP o piano individuale pensionistico è una tipologia di fondo pensione che si realizza esclusivamente presso una compagnia di assicurazioni e possono essere stipulati soltanto su base singola/individuale. 

Fondo pensione: come funziona e chi può aderire?

Il funzionamento del fondo pensione si basa sulla capitalizzazione: ad ogni aderente corrisponde un fondo di previdenza complementare in cui, nel corso del tempo, vengono accumulate non solo le somme versate periodicamente, ma anche tutti i rendimenti derivanti dagli investimenti che sono stati fatti nel corso degli anni da parte di chi gestiva i suddetti fondi di pensione complementare. 

Chi può aderire, dunque, al fondo pensione? La previdenza complementare è aperta a chiunque, dunque sia ai lavoratori dipendenti sia ai lavoratori autonomi e liberi professionisti.

Esistono diverse tipologie di fondo pensione privato e la prima differenza sta nel periodo di tempo per cui si decide di bloccare le somme versate. Ci sono tipologia di pensione complementare che bloccano i contributi per 25 anni, altri che superano i 45: si comprende che, più tardi si apre un fondo di previdenza complementare, meno anni conviene bloccare le somme e questo ha l’immediata conseguenza di realizzare, nel lungo periodo, introiti minori. 

Il fondo pensione integrativa può, inoltre, rispondere a diversi livelli di rischio: per questo è importante analizzare a fondo il proprio profilo di contribuente e scegliere il fondo pensione con il livello di rischio più conveniente. 

Profili di rischio e performance degli accumuli previdenziali

Abbiamo detto che è possibile creare un fondo di previdenza complementare basandosi su diversi livelli di rischio. Le problematiche che si devono considerare, infatti, sono le seguenti:

  • Rischio di mercato, secondo cui il valore delle attività del fondo pensione può aumentare o diminuire in base alle condizioni del mercato finanziario;
  • Rischio di liquidità, per il quale fondo potrebbe non essere in grado di liquidare rapidamente le sue attività per soddisfare la domanda dei partecipanti;
  • Rischio di credito, a causa del quale il fondo può essere esposto al rischio di credito se investe in obbligazioni emesse da società o governi con rating bassi o non affidabili;
  • Rischio di gestione, alla quale è affidata la performance del fondo. Quest’ultima dipende, per l’appunto, dalla qualità delle scelte fatte in fatto di investimenti.

Come influisce l’inflazione sulla pensione integrativa?

L’inflazione è un elemento cruciale da considerare quando si pianifica il risparmio per la pensione, poiché può erodere il valore reale dei tuoi risparmi nel tempo. L’inflazione rappresenta l’aumento generale del livello dei prezzi e, quando i prezzi salgono, ogni euro che hai risparmiato acquista meno di prima.

Quando si investe in un fondo pensione, il rendimento deve essere sufficientemente alto non solo per generare un guadagno, ma anche per compensare l’effetto dell’inflazione. Se il rendimento del tuo fondo pensione è inferiore al tasso di inflazione, il potere d’acquisto del tuo capitale accumulato nel tempo diminuirà.

Ad esempio, se il rendimento annuo del tuo fondo pensione è del 3% ma l’inflazione è del 2%, il tuo rendimento reale sarà solo dell’1%. Questo significa che, sebbene il valore nominale dei tuoi risparmi sia aumentato, il loro valore reale, ovvero la quantità di beni e servizi che possono essere acquistati, è aumentato solo dell’1%. Pertanto, al momento di scegliere un fondo pensione, è importante considerare non solo il rendimento nominale, ma anche l’impatto dell’inflazione sul rendimento reale.

Costi dei piani di accumulo previdenziale

Informandosi sui fondi pensione integrativi, una questione cruciale emerge spontaneamente: quanto si paga per questi investimenti? La consapevolezza dei costi associati ai fondi pensione è vitale per effettuare una scelta con saggezza.

Per confrontare efficacemente i costi delle diverse opzioni pensionistiche, è indispensabile utilizzare l’Indicatore Sintetico di Costo (ISC). Questo strumento esprime in termini percentuali l’incidenza annua dei costi a carico dell’iscritto, fornendo una panoramica chiara e immediata delle spese sostenute. Ogni fondo ha il dovere di rendere pubblico l’ISC, permettendo così un confronto trasparente e informato tra le diverse opzioni disponibili sul mercato.

Affrontare i costi dei fondi pensione integrativi richiede quindi un’attenzione meticolosa e informata, ponendo l’ISC sotto la lente d’ingrandimento per garantire un futuro finanziario sereno e protetto (a livello puramente esemplificativo, puoi leggere la nostra analisi del fondo pensione offerto da Intesa Sanpaolo e le sue performance paragonate all’offerta di Moneyfarm).

Integrazione tra TFR e previdenza complementare

È possibile destinare il TFR ad un fondo di pensione complementare. Questo accade automaticamente se entro 6 mesi dal momento dell’assunzione non si decide se mantenere le somme TFR in società o trasferirle al fondo pensione integrativo. Si ottiene lo stesso risultato anche se il lavoratore attiva il fondo pensione complementare in un momento successivo ai primi 6 mesi di assunzione. Investire il TFR, si consideri, comporta una serie di vantaggi fiscali. 

Prestazioni offerte dalla previdenza integrativa?

Anche qui è possibile scegliere tra più opzioni e le stesse dipendono principalmente dal modo in cui il lavoratore, giunto ad età pensionabile, intende sfruttare le somme che nel tempo ha accantonato nel fondo pensione privato. In generale, si può optare per:

  • Trasformare il fondo pensione in una rendita vitalizia, con la quale si riceveranno le somme accantonate nel fondo pensione insieme all’assegno previsto dalla pensione pubblica. Il grande vantaggio di questo tipo di prestazione del fondo pensione è che può essere soggetto a reversibilità;
  • Riscatto del 50% della rendita vitalizia e del 50% del capitale, ottenendo nell’immediato la metà del capitale accantonato e riscuotendo la seconda metà insieme all’assegno della pensione obbligatoria;
  • Liquidazione del fondo pensione al 100% del capitale, riscuotendo interamente e in un’unica soluzione tutte le somme che si sono accantonate. Questa soluzione è possibile soltanto se il capitale non supera un determinato ammontare specificato dall’INPS. 

Modalità di anticipazione

L’anticipazione dei fondi pensione può essere richiesta nel caso si debbano affrontare spese straordinarie per via di cure mediche o problematiche sanitarie, per acquistare o ristrutturare la prima casa (propria o dei propri figli), o per motivi personali diversi. Nel primo caso l’anticipo del fondo pensione permette di riscattare soltanto il 75% dell’intero capitale e non si deve rispettare nessuna particolare scadenza. Nel secondo e nel terzo caso il fondo pensione integrativa deve essere stato mantenuto per almeno 8 anni e si possono riscuotere rispettivamente il 75% del capitale maturato e il 30% dello stesso. 

Modalità di riscatto

Il riscatto prevede semplicemente un prelievo anticipato delle somme accantonate e varia a seconda che sia stato aperto un fondo pensione su base individuale o un fondo pensione su base collettiva. Nel primo caso si possono riscuotere soltanto la metà delle somme maturate e soltanto se il soggetto risulta disoccupato da almeno un anno; qualora il soggetto non lavori da almeno 4 anni le somme possono essere riscattate al 100%, realizzando così un riscatto totale del fondo pensione per disoccupazione. Per l’adesione su base collettiva, oltre alle condizioni menzionate per il riscatto individuale, si può aggiungere anche l’eventualità in cui lavoratore abbia smesso di lavorare per una determinata società e abbia, di fatto, cambiato la propria azienda. 

Garanzie della pensione complementare

I fondi pensione offrono diverse garanzie che ne fanno uno strumento solido e sicuro per investire nel proprio futuro.

  1. Regolamentazione e vigilanza: I fondi pensione sono sottoposti a rigidi controlli e normative imposte dalle autorità di vigilanza (come la COVIP in Italia), garantendo trasparenza e sicurezza per gli investitori.
  2. Diversificazione degli investimenti: Per ridurre i rischi associati alle fluttuazioni dei mercati finanziari, i fondi pensione diversificano gli investimenti in diversi strumenti e settori, distribuendo così il rischio e proteggendo il capitale investito.
  3. Gestione professionale: I fondi pensione integrativi sono gestiti da società di gestione specializzate e altamente qualificate, che operano nel rispetto delle politiche di investimento e dei limiti di rischio stabiliti dalla normativa.
  4. Segregazione dei patrimoni: I patrimoni dei fondi pensione sono separati dal patrimonio delle società di gestione, garantendo la protezione del capitale degli investitori anche in caso di problemi finanziari o fallimento delle società di gestione.
  5. Portabilità: In caso di cambio di lavoro o di fondo pensione, gli iscritti possono trasferire la propria posizione individuale (accantonamenti e rendimenti maturati) da un fondo all’altro senza perdere i diritti acquisiti.

Per scegliere la pensione integrativa migliore, valuta attentamente i tuoi obiettivi, il profilo di rischio e le condizioni offerte dai diversi fondi. Confronta costi, rendimenti e servizi offerti. Per approfondire e trovare la soluzione più adatta a te, consulta questo utile articolo.

Fiscalità dei piani di previdenza

Dal primo gennaio 2007 chi istituisce un fondo pensione e si informa approfonditamente su come funziona può accedere a svariati vantaggi fiscali che comportano una tassazione agevolata della rendita vitalizia. In particolare , per diminuire la tassazione dei fondi pensione si può accedere a:

  • Deducibilità del fondo pensione, poiché il fondo pensione è deducibile dalla dichiarazione dei redditi;
  • Prelievi fiscali più vantaggiosi per i rendimenti ottenuti attraverso l’investimento in BOT o da altri impieghi;
  • Aliquota decrescente sulla rendita vitalizia che diminuisce di anno in anno fino ad un minimo del 9%. 

Consigliamo, ad ogni modo, di rimanere sempre informati su un’eventuale riforma fiscale dei fondi pensione, che potrebbe modificare in parte quanto riportato qui sopra.

Incidenza sulla dichiarazione dei redditi

Per concludere la nostra guida sui fondi pensione integrativi è utile aggiungere che coloro che li possiedono non devono effettuare alcuna relativa dichiarazione sull’ISEE. Il fondo pensione, infatti, non dev’essere dichiarato sull’ISEE poiché le somme che vanno ad essere accantonate vengono già dichiarate sotto altre voci e non costituiscono una forma di reddito o un rapporto finanziario a sé stante. 

Incidenza sulla dichiarazione dei redditi

Chi intende accantonare delle somme per godere in futuro di tranquillità economica, potrebbe chiedersi quali differenze ci siano tra i fondi pensione integrativa e un piano di accumulo su cui versare anche solo 100 euro al mese, generalmente indicato come PAC. Ebbene, la differenza sostanziale consiste nel fatto che il PAC risulta essere più flessibile del fondo pensione complementare, poiché permette di reinvestire su un paniere di strumenti molto più variegato e diversificato, in grado di controllare e applicare diversi livelli di rischio. 

Qualora non si abbiano le competenze per gestire autonomamente questa tipologia di investimento, affidarsi alla gestione patrimoniale è la scelta più adatta, che consentirà inoltre di comprendere se per il proprio profilo di contribuente sia più conveniente un fondo pensione o un PAC e, nel primo caso, capire quali rendimenti offra il miglior fondo pensione. 

Ascoltiamo gli esperti

La visione del video è consigliata a tutti coloro che vogliono avere una conoscenza completa e aggiornata del sistema pensionistico italiano. Nella descrizione si possono trovare gli argomenti trattati, dunque è possibile individuare immediatamente il topic di proprio interesse e raggiungere con un solo click il momento in cui lo si affronta.

FAQ

Come funzionano i fondi pensione?

I fondi pensione sono un tipo di investimento a lungo termine che consente alle persone di mettere da parte denaro per la pensione. I contributi vengono investiti in una varietà di strumenti finanziari, come azioni, obbligazioni e immobili, con l’obiettivo di generare un rendimento maggiore rispetto ai conti di risparmio tradizionali.

Quanto si guadagna con i fondi pensione?

Il guadagno con i fondi pensione dipende dalle performance degli investimenti scelti e dalla durata dell’investimento. Poiché i fondi pensione sono progettati per essere a lungo termine, c’è la possibilità di generare un rendimento significativo nel corso del tempo. Tuttavia, i fondi pensione comportano anche un certo livello di rischio poiché i rendimenti sono influenzati dalle condizioni del mercato.

Quando conviene fare un fondo pensione?

Conviene certamente aprire un fondo pensione se si ha un orizzonte di lungo termine e si vuole generare un reddito supplementare in futuro per la pensione. Inoltre, i fondi pensione possono essere una buona scelta anche per coloro che desiderano diversificare i propri investimenti e/o non hanno la conoscenza o il tempo per gestire attivamente il proprio portafoglio. I fondi pensione aperti tardivamente, inoltre, possono comunque costituire una certezza economica nel momento in cui si raggiunge l’età pensionabile, anche se in questo caso offriranno rendimenti più bassi per via del ridotto orizzonte temporale.

Qual è la differenza tra fondo pensione chiuso e aperto?

Un fondo pensione chiuso è riservato ai lavoratori di un determinato settore o azienda e spesso è gestito da un ente di categoria o un’azienda specifica. Offre piani pensionistici negoziati collettivamente e non è aperto al pubblico generale. Al contrario, un fondo pensione aperto è accessibile a qualsiasi individuo, indipendentemente dal settore di appartenenza, e viene gestito da società di gestione del risparmio. Entrambi i fondi permettono di accumulare risorse per la pensione con vantaggi fiscali.

In che modo il TFR incide sul fondo pensione?

Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è una quota di retribuzione che l’azienda accantona per ogni lavoratore e che viene liquidata al momento della cessazione del rapporto di lavoro. Il lavoratore può scegliere di destinare il proprio TFR a un fondo pensione complementare. Questa scelta può comportare vantaggi in termini di rendimenti potenzialmente superiori e benefici fiscali, ma è importante valutare le proprie esigenze finanziarie e previdenziali a lungo termine prima di prendere una decisione.

Come vengono tassate le prestazioni erogate da un fondo pensione integrativo?

Le prestazioni erogate da un fondo pensione integrativo al momento del pensionamento sono soggette a tassazione separata. L’aliquota imposta dipende dall’età del beneficiario al momento del pagamento e dalla durata del piano pensionistico. Generalmente, l’aliquota è ridotta rispetto a quella ordinaria sul reddito e può essere ulteriormente diminuita se le prestazioni sono erogate in forma di rendita anziché capitale.

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*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.