I mercati azionari hanno una tendenza naturale alla crescita?

Essere previdenti e pianificare per il futuro a volte può sembrare complesso, ma quando si tratta di investimenti finanziari, allora vale la pena distaccarsi dall’immediato e provare a immaginarsi quali saranno le tue necessità tra 20 anni.

Per investire sui mercati finanziari esistono principalmente due modi di fare (con varie sfumature): la prima strategia, nota come market timing, è quella di concentrarsi sul breve termine, mettendo in atto una serie di azioni di compravendita volte a guadagnare sfruttando la volatilità di breve periodo. La seconda strategia (buy and hold), quella più comune alla maggior parte degli investitori, consiste invece nell’acquisto di alcuni titoli per provare a sfruttare le tendenze di mercato di medio-lungo termine. La prima strategia, per portare dei frutti, implica un discreto livello di conoscenza e abilità nel valutare le situazioni di mercato. L’accesso alle informazioni, e la capacità di metterle in atto, sono un elemento cruciale per il successo del market timing.

La seconda strategia, invece, sfrutta le tendenze che i mercati azionati hanno alla crescita. In generale, se guardiamo ai dati storici, notiamo che la valutazione degli indici azionari tende a salire costantemente nel tempo. La tendenza non è ovviamente lineare ed esistono varie fasi, ci sono momenti del ciclo in cui gli indici azionari scendono, e momenti del ciclo in cui invece tendono a salire. In generale, però esiste una tendenza alla crescita piuttosto consolidata, e questo va a tutto beneficio degli investitori che si ponessero obiettivi di lungo termine. Orizzonti temporali lunghi, permettono infatti di non subire gli effetti della volatilità di breve termine e di navigare l’onda della crescita dei mercati azionari.

La relazione tra valore azionario e Pil

Ma come si spiega il fatto che i mercati tendono a crescere nel lungo termine? Esiste infatti una relazione diretta tra le valutazioni azionarie e la crescita dell’economia. Il valore delle azioni riflette infatti la loro performance e questa è ovviamente correlata all’andamento generale del Pil (scopri di più sulla dinamica del Pil) e dell’inflazione nel lungo periodo. Finché c’è crescita economica i valori delle azioni sono destinati dunque ad aumentare di valore, ma bisogna tenere a mente che tra il ciclo economico e il ciclo finanziario non esiste un’identità perfetta. Nel breve periodo ci sono altri fattori che possono influenzare i flussi di denaro che gli investitori immettono nei mercati e quindi discostare l’andamento dei valori azionari da quello dell’economia. Gli avvenimenti politici possono creare un sentimento favorevole gli investimenti oppure le politiche delle banche centrali, intervenendo sul livello di liquidità dell’economia, possono drenare più o meno capitali verso i mercati azionari. Di volta in volta i prezzi azionari possono essere sottovalutati o sopravalutati, nel lungo termine però l’effetto di questi fattori si neutralizza e così crescita economica e mercti azioni hanno una tendenza a coincidere. Per avere un idea più chiara del concetto, la tabella qui sotto che stabilisce la relazione tra il Pil degli Stati Uniti e l’indice borsistico S&P può aiutarti a farti un’idea più chiara.

I mercati azionari sono dunque destinati a crescere in modo perpetuo? Se ci distacchiamo un secondo dal nostro punto di vista e guardiamo ai cicli economici di lungo periodo, ci rendiamo conto che l’economia globale, tra alti e bassi, sta vivendo un processo di crescita senza precedenti. A guidare questo sviluppo ci sono diversi fattori di lungo periodo come l’innovazione tecnologica, la pressione demografica e la diffusione di istituzioni politiche favorevoli allo sviluppo. Non si può dire che questo processo durerà per sempre. Nella storia abbiamo avuto già periodi di stagnazione o contrazione dell’economia secolari (è successo in due fasi considerando gli ultimi 2000 anni) e niente esclude che ciò potrebbe avvenire di nuovo. Ad ogni modo non si possono basare le proprie previsioni di finanza personale su delle tendenze secolari. Nel contesto attuale e nell’orizzonte temporale che interessa all’investitore medio ci potranno essere delle contrazioni dell’economia, ma l’ipotesi che l’economia globale continuerà a crescere si può ritenere valida.

Il vantaggio per l’investitore

Ritornando, quindi alla nostra più modesta prospettiva di investitori (scopri l’importanza del punto di vista nell’economia), possiamo dire che investire nel lungo termine ci offre delle buone garanzie di successo, permettendoci anche di alzare il livello di rischio a parità di altri fattori. Per sfruttare al meglio questa tendenza è bene avere un approccio diversificato su vari settori e varie aree geografiche: nel lungo periodo la sorte di alcuni settori o di alcune aree geografiche sarà destinata a sotto performare, mentre nuovi settori dell’economia e nuove regioni andranno alla ribalta. Per questo, se vuoi sfruttare la tendenza alla crescita dei mercati finanziari e non correre il rischio di scegliere il cavallo sbagliato, la diversificazione è la migliore strategia a tua disposizione. L’investimento di lungo periodo ti permetterà, con l’aiuto di un professionista, di creare un portafoglio più complesso per provare a sfruttare le tendenze macroeconomiche di medio e breve periodo con altri strumenti come obbligazioni e bond (come si costruisce l’asset allocation).

Il nostro salario, le valutazioni azionarie sono correlate (sempre nel lungo termine, è necessario ricordarlo) con la dinamica di crescita dell’economia; il nostro risparmio no. Per questo è importante investire.

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*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.