Battere il mercato è il sogno di ogni trader: muoversi con approccio dinamico, basato sull’idea di prevedere i movimenti dei titoli, però, può essere rischioso ed esporre il trader al cosiddetto investor gap e a costi elevati. Il market timing non è una ricetta infallibile: scopriamo più da vicino cos’è, il significato di market timing tattico e passivo e quali sono le migliori modalità di trading.
📈 Market timing: cos’è? | Il tentativo di anticipare l’andamento dei mercati |
🔑 Quali indicatori si utilizzano? | Indicatori macro e di sentiment |
📌 Come si pratica? | Market timing tattico e asset allocation |
🎯 Il market timing può migliorare il rendimento? | Dipende: il rischio è perdere i giorni migliori del mercato |
Market timing: significato e definizione
Tutti gli investitori cercano di prevedere l’andamento delle quotazioni di borsa adottando, in modo più o meno consapevole, una strategia di market timing. Cos’è questo metodo e perché può risultare utile? Per definizione, il market timing consiste nel movimentare il capitale a seconda dei ribassi o dei rialzi dei prezzi, nel tentativo di intercettare il momento migliore per vendere o comprare un asset. L’obiettivo è comprare in una fase di prezzi bassi, in previsione di un rialzo, e vendere nel caso opposto.
Tipologie di market timing
Il market timing, insieme alla asset allocation, è fra i metodi più utilizzati dai trader. La selezione degli asset è irrinunciabile per fare trading online e può concretizzarsi nello stock picking, ovvero nel tentativo di battere gli indici. Stock picking e market timing possono essere usati in combinazione, ricorrendo a tecniche specifiche finalizzate, ad esempio, al commodity market timing. Vediamo più nel dettaglio cos’è il market timing tattico e passivo e quali sono le differenze.
Market timing tattico
Nel trading online è fondamentale avere un certo grado di flessibilità rispetto alle classi di attivo presenti in portafoglio. Per migliorare i rendimenti è necessario verificare le performance delle singole classi di attivo, ricalibrando di conseguenza il peso percentuale dei titoli. In questo modo è possibile adattare l’approccio al mercato senza stravolgere l’allocazione strategica di lungo periodo. Il marketing timing tattico prevederà, dunque, un ritocco periodico del portafoglio per aumentare il peso dei titoli con le prospettive migliori e viceversa.
Market timing passivo
Nel caso del marketing timing passivo, sarà il mercato stesso a “correggere” il peso relativo delle classi di asset: se si verifica un crollo delle quotazioni, ad esempio, il peso delle azioni in questione risulterà per definizione ridotto rispetto al totale. Ciò non significa che, per gli investitori di lungo periodo, sia una buona soluzione evitare di ribilanciare il portafoglio: come i trader più dinamici, infatti, i cosiddetti “cassettisti” devono capire qual è il momento giusto per entrare o uscire. Un approccio del tutto passivo, focalizzato su titoli “sicuri” – come le utilities – e sul semplice buy & hold potrebbe deludere le aspettative.
Quali sono gli indicatori utilizzati per “anticipare” il mercato?
Come noto, prevedere i momenti di svolta dei mercati finanziari – senza ricorrere all’insider trading – è quasi impossibile. Tuttavia, è possibile ricorrere ad alcuni indicatori per migliorare l’approccio di investimento e mitigare i rischi del market trading.
Indicatori macroeconomici
Cercare di interpretare la congiuntura economica non è semplice. Non c’è dubbio, comunque, che esista una correlazione tra l’andamento dell’economia reale e quello dei mercati finanziari, più o meno robusta a seconda del momento e del settore considerato.
Indicatori di sentiment (o psicologici)
Un altro campo da non sottovalutare è la finanza comportamentale, ovvero lo studio del sentiment degli investitori, non sempre basato sulla razionalità e sul semplice principio di utilità. Lo si può constatare al verificarsi di fenomeni di contagio con onde di euforia o di panico, innescati da particolari notizie o segnali del mercato. Grazie a indicatori come le medie mobili, è possibile cercare di orientare le proprie decisioni ed evitare di disinvestire troppo presto, o al contrario, restare investiti troppo a lungo.
Trading e market timing
Una buona strategia di investimento si basa sul bilanciamento degli asset e sull’equilibrio fra rischio accettato e rendimento atteso. Approcci come il late trading e il market timing possono rivelarsi rischiosi e persino controproducenti: il ricorso a un market timing aggressivo, stando alle statistiche, non migliora le performance rispetto a un approccio costante, basato sull’investimento progressivo e su una visione di lungo periodo incentrata sull’asset allocation strategica.
Quali sono i rischi e i limiti del market timing?
I rischi del market timing sono diversi. Tanto per cominciare, moltiplicare gli ingressi e disinvestire con frequenza comporta costi non indifferenti. Vendere e comprare sulla scia del pessimismo o dei rialzi, inoltre, può ridurre la performance del portafoglio, sottraendo i giorni migliori dell’anno e assottigliando così il capitale.
Conclusioni
Fare affidamento sulla propria capacità di battere il mercato e prevedere i movimenti al rialzo o al ribasso è, senza dubbio, una prospettiva affascinante: in generale, però, le aspettative vengono deluse per i motivi già visti. Se perseguito in modo aggressivo, il market timing è un approccio molto dispendioso e, a conti fatti, inefficace per aumentare i rendimenti. Affidarsi a un consulente finanziario esperto è preferibile per cogliere le opportunità dei mercati: attiva un portafoglio Moneyfarm per investire nei prodotti migliori e scegliere il giusto grado di flessibilità.
Domande frequenti
Cos’è il market timing?
Il market timing è il tentativo dei trader di battere il mercato, prevedendo i ribassi e i rialzi dei prezzi e movimentando il capitale di conseguenza.
Come funziona?
L’obiettivo è vendere a prezzi alti in vista di un ribasso e comprare a prezzi bassi in previsione di un rialzo delle quotazioni.
Conviene adottare un approccio basato sul market timing?
Un market timing molto dinamico, con frequenti ingressi e disinvestimenti comporta costi elevati e, inoltre, a livello statistico non soddisfa le aspettative di guadagno. Prevedere i movimenti delle quotazioni è molto difficile e perdere i giorni migliori del mercato può deprimere il rendimento del portafoglio.
*Gli investimenti in strumenti finanziari sono soggetti alla variabilità del mercato e possono determinare la perdita, in tutto o in parte, del capitale inizialmente investito.