Le prime mosse di Donald Trump e l’impatto sui mercati

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Con l’attenzione globale rivolta al ritorno di Donald Trump alla presidenza, riteniamo opportuno fare un primo bilancio di questi primi giorni di mandato. Sebbene sia ancora troppo presto per trarre conclusioni definitive, emergono già alcuni elementi degni di nota.

In primo luogo, l’amministrazione ha avviato il mandato con grande determinazione, emanando una serie di ordini esecutivi per rispondere alle priorità di gruppi chiave su temi come immigrazione, diversità e inclusione, e ambiente. Grazie al controllo del Congresso e a una conoscenza più approfondita dei meccanismi di potere rispetto al 2016, il Presidente sembra ora meglio posizionato per avanzare nella realizzazione della sua agenda politica.

In secondo luogo, iniziano già a emergere alcune linee di frattura all’interno dell’amministrazione – ad esempio sulla questione dell’immigrazione di lavoratori altamente qualificati. Come prevedibile, ci sono opinioni divergenti all’interno del governo, il che potrebbe tradursi in un quadro di politiche meno definite e più incerte.

Nei primi giorni, si è parlato meno di dazi rispetto alle previsioni. L’approccio dell’amministrazione, nonostante si tratti ancora dei primissimi giorni, è stato più misurato di quanto ci si aspettasse, con un impatto positivo sull’azionario europeo. Tuttavia, ci aspettiamo che la politica commerciale diventi un tema più rilevante nei prossimi mesi. È probabile che gli Stati Uniti adottino una strategia mirata, utilizzando le tariffe come strumento negoziale, ma queste continuano a rappresentare un rischio per l’inflazione e la crescita.

Il Presidente ha dichiarato un’emergenza energetica nazionale, mirando a stimolare la produzione di energia domestica per ridurre i prezzi. Come previsto, i prezzi del petrolio sono diminuiti questa settimana. Tuttavia, incentivare gli investimenti nel settore energetico non sarà un compito semplice: un abbassamento dei prezzi potrebbe disincentivare le aziende private, mentre sovvenzionare tali investimenti potrebbe comportare costi elevati per il governo. Inoltre, è importante sottolineare che i costi energetici industriali negli Stati Uniti sono già relativamente bassi, decisamente inferiori rispetto a quelli del Regno Unito o dell’Italia.

Un ambito in cui l’attenzione sull’energia potrebbe assumere particolare rilevanza è quello dei data center. Osserviamo infatti livelli elevati di investimenti in strutture ad alta intensità energetica, specialmente per l’Intelligenza Artificiale. Se questo trend dovesse tradursi in una crescita significativa della domanda energetica, la necessità di energia ancora più economica diventerà cruciale, ma anche più difficile da soddisfare.

Inoltre, il processo legislativo richiederà tempo. Stiamo già assistendo alle prime contestazioni legali su alcune delle proposte, ed è fondamentale ricordare che le maggioranze repubblicane in Congresso sono relativamente esigue.

Sul fronte della politica estera, c’è stato un certo dinamismo. Già prima dell’insediamento, abbiamo visto un nuovo slancio in Medio Oriente, e potrebbero esserci sviluppi verso un cessate il fuoco tra Russia e Ucraina. Le sfide, naturalmente, non mancano, ma eventuali progressi potrebbero migliorare il sentiment, con effetti positivi soprattutto sull’azionario europeo.

Nei primi giorni della nuova presidenza, non si è parlato molto di politica monetaria. Tuttavia, nel suo intervento a Davos, il Presidente ha richiesto un immediato taglio dei tassi di interesse, sia negli Stati Uniti che a livello globale. Durante la campagna elettorale si erano sollevati interrogativi sull’indipendenza della Federal Reserve nel determinare i tassi, e probabilmente qualsiasi cambiamento in questo ambito sarebbe stato percepito negativamente dai mercati. Detto ciò, non bisogna sopravvalutare il peso di questa dichiarazione. Non è certo la prima volta che un Presidente cerca di influenzare la direzione della politica monetaria, ma resta un tema che continueremo a seguire con attenzione.

Quanto è rilevante tutto ciò per i mercati? È una domanda più che legittima. I mercati sono rimasti relativamente tranquilli questa settimana, forse anche grazie a un inizio piuttosto solido della stagione degli utili negli Stati Uniti. Tuttavia, i primi annunci politici e ordini esecutivi possono fornire un’indicazione sulla direzione intrapresa, e i mercati risponderanno di conseguenza.

Siamo ancora lontani dall’osservare il quadro nei dettagli, ma è chiaro quanto le politiche governative abbiano un impatto sui mercati – basta guardare alla risposta delle borse durante la pandemia.

Perciò, sebbene sia difficile valutare con certezza l’impatto delle decisioni prese in questi primi giorni, vale la pena cercare di andare oltre il rumore dei media e comprendere cosa queste dichiarazioni potrebbero realmente significare per gli asset finanziari.

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*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.