Economia circolare: significato, esempi e opportunità di investimento


Nonostante il pianeta ci stia inviando da tempo segnali inequivocabili, sono ancora molte le persone che manifestano distacco o scetticismo davanti a temi come l’economia circolare, relegandoli alla cerchia degli ambientalisti e considerandoli persino lontani anni luce dal mondo degli affari e della finanza in senso ampio. Ma la realtà è ben diversa: un’economia circolare è anche un’economia intelligente, efficiente e capace di creare opportunità di business e di guadagno particolarmente interessanti. In questo approfondimento cercheremo non solo di capire cos’è l’economia circolare, ma anche che ruolo ricopre nella risoluzione della crisi energetica e quali sono i vantaggi che l’economia circolare può offrire agli investitori che vogliono puntare sui megatrend del futuro. Se vuoi costruire un portafoglio bilanciato e investire nei business può promettenti di domani, scopri la proposta Moneyfarm compilando senza impegno il form online.

📈 Qual è il miglior ETF sull’economia circolare? Noi abbiamo selezionato ECPI Circular Economy Leaders di BNP Paribas Easy.
🤔 Quali sono le tre R dell’economia circolare? Ridurre, riutilizzare, riciclare.
♲  Quante materie prime riciclate usiamo in Italia? Il tasso medio italiano di utilizzo circolare della materia è 21,6%.

Cos’è l’economia circolare?

L’economia circolare è un modello di produzione e di consumo che a molti potrà sembrare di recente invenzione, ma che nel pratico esiste già da tempo e non è molto diverso da quello che facevano i nostri nonni: ridurre i propri consumi eliminando quelli non necessari, prestare o condividere ciò che si possiede, allungare la vita di un oggetto o di un bene attraverso la sua riparazione o il suo riutilizzo per altre finalità. L’obiettivo di questo modello è duplice: da una parte ridurre al minimo la quantità di rifiuti che produciamo, dall’altra riutilizzare i materiali di cui sono fatti gli oggetti e reimmetterli nel ciclo produttivo per generare altro valore.

Esempi di economia circolare

Ma cosa si intende per economia circolare concretamente? Le applicazioni pratiche di questo modello sono potenzialmente infinite, perché si tratta di un meccanismo che può funzionare su più livelli. Alcuni degli esempi di economia circolare più semplici e immediati coinvolgono, ad esempio, il settore agricolo, dove gli scarti della macinazione dei cereali o della produzione di prodotti caseari possono essere utilizzati come mangime per i bovini, ma l’economia circolare può essere messa in pratica anche dalle grandi aziende: pensiamo, ad esempio, alle case automobilistiche che trovano nuovi utilizzi per le batterie delle auto elettriche che non hanno più energia sufficiente per alimentare il veicolo ma possono ancora essere sfruttate in altri campi. Persino noi, quando riutilizziamo i fondi di caffè come compost per le piante o tagliamo un vecchio lenzuolo per farne stracci per la polvere, stiamo facendo, nel nostro piccolo, economia circolare.

Economia lineare e circolare

Per comprendere ancora meglio il significato di economia circolare è opportuno partire dal suo contrario, vale a dire l’economia lineare: si tratta di un modello utilizzato per decenni e nel quale i beni che vengono prodotti, una volta raggiunto il fine vita, diventano dei semplici scarti da smaltire. Diversamente dall’economia lineare, l’economia circolare prevede una revisione del concetto stesso di scarto: invece di diventare rifiuti, i prodotti usati vengono reimmessi nel ciclo produttivo per essere riutilizzati o trasformati in materie prime seconde, con le quali verranno realizzati altri prodotti. L’economia circolare implica quindi un nuovo modo di concepire i processi produttivi, così da ridurre già a monte la quantità di scarto e trovare un nuovo impiego a quei beni che hanno esaurito la loro utilità.

Le tre R dell’economia circolare

L’economia circolare in Italia e nel mondo si basa su tre principi cardine che dovrebbero guidare ognuno di noi, sia i privati nelle scelte di consumo sia le grandi aziende nell’implementazione dei processi produttivi. Si tratta delle cosiddette “tre R dell’economia circolare”, che sono:

  • Ridurre l’utilizzo di risorse naturali e materie prime non rinnovabili nei processi di lavorazione dei prodotti. Spesso, infatti, si sottovaluta l’impatto ambientale e sociale che si genera prima ancora di iniziare la fase di produzione vera e propria, come il consumo eccessivo di acqua dolce – specialmente in zone del mondo dove l’approvvigionamento idrico è già un tema complesso – o la grande quantità di materiale di scarto prodotto durante i processi di trasformazione.
  • Riutilizzare i prodotti e allungare la loro vita utile, scegliendo di ripararli invece di gettarli e sostituirli, ma anche dando loro una funzione diversa rispetto all’origine.
  • Riciclare i rifiuti e i materiali di scarto trasformandoli in nuove materie prime che, rilavorate con nuovi processi produttivi, possono dare vita a nuovi beni di consumo.

Economia circolare e sviluppo sostenibile

Ora che siamo entrati nel dettaglio di come funziona questo modello e quali sono i principi che ne guidano l’applicazione, è facile comprendere lo stretto legame tra economia circolare e sostenibilità. L’ONU stessa, delineando l’agenda con le sfide globali che ci aspettano per gli anni a venire, ha definito lo sviluppo sostenibile come quello che “soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri”, ed è un obiettivo che si raggiunge solo ridisegnando il paradigma in modo da coniugare i bisogni economici con quelli ambientali e sociali. In questo senso, un’adozione strutturale dei modelli di economia circolare può davvero fare la differenza non solo per costruire una migliore società del futuro, ma anche per dare uno slancio all’innovazione tecnologica e ad uno sviluppo industriale più consapevole.

I vantaggi dell’economia circolare

Se la riduzione delle emissioni di Co2 è il beneficio più evidente nel breve periodo, l’economia circolare può portare notevoli vantaggi sotto molti punti di vista, che possiamo riassumere in tre punti:

  • Ovviare alla carenza di materie prime: su queste pagine abbiamo parlato spesso della scarsa reperibilità di molte commodities e di come questo incida sui prezzi e sulle performance degli investimenti in materie prime. Ridurre la nostra dipendenza da materie prime non rinnovabili e sfruttarle in modo da esaurirle il più tardi possibile, oltre a fare bene all’ambiente può avere un impatto positivo anche sui nostri portafogli.
  • Aumentare la competitività: un’azienda che si impegna ad offrire nuovi prodotti e servizi che rispecchino i pilastri dell’economia circolare non è solo un’azienda più competitiva sul mercato, ma è anche meno vincolata alla volatilità dei prezzi delle materie prime.
  • Stimolare la ricerca e l’innovazione tecnologica: se la sfida del futuro è creare prodotti più durevoli e realizzati nel rispetto della sostenibilità, è necessario ripensare al sistema di consumo nel suo insieme, implementando nuovi processi produttivi realmente circolari investendo sulla ricerca e sulla tecnologia.

Economia circolare in Italia: a che punto siamo?

Secondo un recente rapporto del Circular Economy Network, la rete che unisce imprese, associazioni, istituti di ricerca e altri soggetti impegnati nella promozione dell’economia circolare, l’Italia occupa in linea generale una buona posizione a livello europeo, superando il tasso medio di utilizzo circolare della materia, vale a dire il rapporto tra l’uso proveniente da materie prime vergini e materie riciclate: 21,6% contro il 12,8% medio degli altri paesi. Inoltre, l’Italia registra il dato più elevato in Europa per la percentuale di rifiuti riciclati, attestandosi al 68%. Se su questo punto la Strategia nazionale per l’Economia Circolare sembra quindi aver già dato dei risultati, sul fronte dell’innovazione e della progettazione eco-compatibile c’è ancora molta strada da fare, anche attraverso l’utilizzo virtuoso dei 2,1 miliardi di euro stanziati dal Pnrr per il settore del riciclo e per l’impiantistica necessaria all’economia circolare. Un altro tema importante è quello che riguarda il disaccoppiamento tra crescita economica e consumo delle risorse, che è il vero obiettivo strategico dell’economia circolare e del Green Deal europeo: ad oggi sia in Italia che in Europa PIL e consumo di materiali continuano a viaggiare in parallelo, complici anche le conseguenze della pandemia e del conflitto tra Russia e Ucraina, e la sfida per il futuro sta proprio nell’inversione di rotta.

Investire nell’economia circolare: quali opportunità?

Se già scegliere investimenti sostenibili significa puntare su una strategia che tiene in considerazione i criteri di protezione ambientale, sociale e di governance (i cosiddetti criteri ESG), oggi è possibile fare uno step ulteriore e sostenere e anticipare i megatrend di domani: ecco perché come Moneyfarm abbiamo creato una selezione di investimenti tematici pensati per supportare i business e i fenomeni che stanno cambiando il mondo. Green economy, energia pulita, tecnologie innovative e naturalmente economia circolare sono solo alcuni dei settori che compongono i nostri megatrend, che sono accuratamente combinati per arricchire la componente principale di ogni portafoglio grazie la nostra strategia core-satellite, così da massimizzare le opportunità di rendimento mantenendo sempre adeguato il profilo di rischio. Tra gli ETF sull’economia circolare abbiamo selezionato il fondo ECPI Circular Economy Leaders di BNP Paribas Easy, che mira a replicare il rendimento dell’omonimo indice con un tracking error massimo dell’1%. Il prodotto, che appartiene ad una classe di rischio medio alta (5 su 7) ha un periodo di detenzione raccomandato di 5 anni, e in uno scenario moderatamente favorevole potrebbe portare a rendimenti superiori al 10%.

Se vuoi rivedere la composizione del tuo portafoglio per fare spazio a nuove opportunità di rendimento, rivolgiti ai consulenti esperti di Moneyfarm compilando senza impegno il form online.

Domande Frequenti

Economia circolare e lineare sono la stessa cosa?
No: mentre per l’economia lineare i prodotti usati diventano scarti da smaltire, per l’economia circolare i prodotti vengono riutilizzati o trasformati in materie prime seconde.

Conviene investire in economia circolare?
In Moneyfarm abbiamo inserito l’economia circolare all’interno dei nostri investimenti tematici perché fa parte dei megatrend che stanno cambiando il mondo e che, a nostro avviso, offrono maggiori opportunità di rendimento soprattutto per chi ha orizzonti temporali lunghi.

Quali sono i vantaggi dell’economia circolare?
Oltre ad essere un modello rispettoso dell’ambiente, l’economia circolare permette di ovviare alla carenza di materie prime, aumenta la competitività delle aziende ed è un ottimo stimolo per la ricerca e l’innovazione in campo tecnologico.

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