L’investimento in asset alternativi è sempre più in tendenza e ciò riguarda anche i beni fisici come i vini pregiati o “investment grade”. Storicamente l’oro rosso è considerato un bene rifugio affidabile e forse più sicuro dell’oro, nonostante i primi mesi del 2025 abbiano registrato un importante ribasso degli indici del Liv-Ex. Tuttavia, non è un mercato semplice con guadagni facili nell’immediato: al contrario, investire in vino è materia per specialisti e richiede solide competenze tecniche.
Una collezione di bottiglie pregiate – oltre a rappresentare una grande passione per gli intenditori – può supportare un’idea di investimento ben diversificata, contribuendo a integrare la strategia finanziaria e a proteggere il capitale. Come costruire una piccola cantina da collezione e come investire in vino in modo profittevole?
🍷 Il vino è un bene rifugio interessante? | Sì: è un mercato generalmente stabile |
👍 Quali sono i vantaggi principali? | Buona rivalutazione e zero tasse sul capital gain |
💡 In quale vino conviene investire? | Grandi rossi francesi e non solo |
💰 Qual è la somma minima da investire? | Inizialmente 5.000-10.000 € |
Perché investire in vino?
Insieme ad altre tipologie di asset alternativi, il vino da collezione ha saputo attrarre negli ultimi anni un interesse crescente da parte del piccolo e grande investitore. A piacere, anzitutto, è sempre stata la stabilità di questo settore: negli anni passati gli indici dei vini più pregiati al mondo hanno segnato guadagni medi intorno al 7% annuo, senza subire crolli improvvisi o flessioni significative durante i periodi di crisi economica. La situazione, tuttavia, si è un po’ complicata per via di diversi fattori come le tensioni geopolitiche, le guerre commerciali, le sfide legate al clima e alla difficoltà dei raccolti e, non ultimo, una trasformazione nel comportamento dei consumatori.
Al di là delle complessità, va ricordato che rispetto ad altri beni rifugio – come le opere d’arte o le auto d’epoca – investire in bottiglie di vino consente di investire cifre inferiori: per i neofiti, il budget iniziale può limitarsi a qualche migliaio di euro.
Investire in vino: come fare e cosa considerare?
Come fare per investire in vino? Affidarsi a un intermediario qualificato è essenziale, così come allocare correttamente il budget e diversificare gli asset. Vediamo brevemente i fattori che influenzano la quotazione.
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Etichetta
Tra gli elementi più importanti da considerare c’è l’etichetta e la fama del produttore: acquistare vino da una cantina famosa è sempre un vantaggio, specie se si tratta di un vino prodotto in quantità limitata o antico (e quindi raro per definizione).
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Annata
L’annata è un fattore decisivo perché consente di individuare produzioni caratterizzate da condizioni climatiche particolarmente favorevoli. Il valore di un vino dipende direttamente dal livello di maturazione: pensiamo soprattutto ai grandi vini rossi (francesi e non solo) che, nei casi migliori, possono essere conservati per decenni, anche fino a mezzo secolo e oltre.
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Zona di provenienza
Come per gli altri tipi di investimento, anche in questo caso conviene differenziare per avere maggiore flessibilità. Al netto delle tendenze, alcune scelte rappresentano una garanzia a livello geografico, come i cru di Bordeaux.
Vini da investimento: quali sono?
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Champagne
Vino spumante per antonomasia, lo Champagne simboleggia lusso e ricercatezza ed è considerato da sempre uno status symbol. Le quotazioni delle migliori etichette tendono a evidenziare una crescita stabile (secondo gli ultimi dati, si stima che il mercato dello Champagne dovrebbe sfiorare gli 11 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni), offrendo un rendimento sicuro. Molte annate si esauriscono prima di raggiungere il livello di affinamento ottimale: in molti casi, infatti, tendono ad essere consumate prima di giungere a maturazione, sfuggendo così alle cantine di investitori e collezionisti.
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Vini di Bordeaux
Grandi quantitativi di produzione e ottima qualità: è questa la forza dei vini Bordeaux che, da soli, attraggono ogni anno gran parte degli scambi e del controvalore economico generato dal mercato dei vini da investimento. I rossi prodotti dai chateau di Bordeaux – soggetti a più fasi di valutazione prima dell’imbottigliamento e della vendita – si caratterizzano per l‘elevata liquidità.
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Vini della Borgogna
I vini della Borgogna possono essere considerati l’oro rosso per eccellenza. La loro fama deriva anche dalla produzione limitata: in alcuni casi, i chateau più rinomati arrivano a produrre poche centinaia di bottiglie l’anno, con prezzi che viaggiano di conseguenza. I vini della Borgogna sono autentiche icone: i prezzi proibitivi, tuttavia – così come le performance poco omogenee – possono scoraggiare i piccoli investitori e, talvolta, anche i collezionisti più accorti.
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Vini del Rodano
I vini della valle del Rodano hanno guadagnato popolarità grazie al cosiddetto “effetto Bordeaux”, rappresentando una sorta di alternativa economica rispetto a vini “fashion” caratterizzati da prezzi molto sostenuti. La regione situata al confine con la Svizzera e l’Italia produce una quantità limitata di vini pregiati, guardati con sempre maggiore interesse da parte degli investitori.
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Vini pregiati italiani
I vini italiani, in linea generale, non possono vantare lo stesso potenziale di invecchiamento dei vini francesi. Questa caratteristica ne limita le prospettive di apprezzamento e, dunque, l’impiego come vini da investimento, fatta eccezione per prodotti particolarmente strutturati e pregiati, provenienti perlopiù dalla Toscana e dal Piemonte come il Brunello di Montalcino o il Barolo.
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Vini pregiati europei
In quali vini investire in alternativa? Fra le opzioni più interessanti in Europa ci sono la Spagna e il Portogallo. Nel primo caso, il faro è puntato sui vini provenienti da Rioja, Ribera del Duero, Toro e Priorat, mentre il Portogallo può contare sul celebre Porto, un prodotto relativamente di nicchia che alimenta una domanda piuttosto ristretta.
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Vini californiani
I vini da investimento californiani fanno rima con Napa Valley e Sonoma Valley, al centro di una produzione enologica molto limitata e molto esclusiva. L’accesso a questo mercato – caratterizzato da una dinamica dei prezzi molto sostenuta – è soggetto a liste chiuse.
Vino nei mercati finanziari
Come fare per investire in vino? Il punto di riferimento per i trader è il London International Vintners Exchange – o Liv-ex –, riservato esclusivamente ai professionisti. Gli investitori privati possono rivolgersi a un distributore o rivenditore abilitato ad accedere a questo mercato o acquistare tramite asta.
Liv-ex 100
Il benchmark per i trader e i collezionisti è il Liv-ex 100, indice lanciato nel 2000 che raccoglie le quotazioni dei prodotti più richiesti. Il corrispondente sotto-indice a livello italiano è il Liv-ex Italy 100 che raggruppa una selezione di etichette molto ristretta.
Investimenti in vino: vantaggi
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Rendimenti
La riconoscibilità dell’etichetta è garanzia di rendimenti crescenti nel tempo, a condizione che si tratti di un vino raro o di un’annata pregiata. Ad accrescere il valore è anche l’integrità della confezione originale.
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Poche tasse (niente tasse sul capital gain)
Investire in bottiglie di vino conviene anche dal punto di vista fiscale: trattandosi di un bene deteriorabile non si pagano tasse sul capital gain.
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Diversificazione
Investire in vino pregiato non richiede necessariamente budget elevati, paragonabili ad esempio all’acquisto di un’auto d’epoca. Anche per questo motivo, rappresentano un asset interessante per diversificare il portafoglio e proteggerlo dalle fluttuazioni di strumenti più volatili.
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Investimento sicuro e liquido
Tralasciando le performance dei primi mesi del 2025, negli ultimi anni il mercato dei vini d’annata si è dimostrato affidabile e ha saputo resistere anche ai momenti di crisi. I vini più pregiati sono sostenuti da un’ottima domanda e sono un investimento liquido facilmente scambiabile.
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Bene “fisico” / tangibilità
Investire in vini pregiati significa affidarsi a un bene fisico e tangibile che, in quanto tale, non risente della volatilità propria del mercato azionario e di altri strumenti finanziari.
Quali sono i rischi?
Come investire in vino con successo? Il fai da te non è consigliabile: investire in vino comporta dei rischi legati, fra le altre cose, alle tendenze di mercato, alle incognite climatiche – che influenzano inevitabilmente i volumi di produzione – ai furti e al deterioramento del prodotto. Per gestire gli aspetti legati alla conservazione e alla sicurezza è possibile affidarsi ai magazzini fiscali (si tratta di spazi autorizzati dove si possono detenere vini e altri prodotti alcolici).
Conviene investire in vino oggi?
Investire in vini pregiati significa, anzitutto, puntare su un prodotto di lunga durata: man mano che si completa il processo di affinamento in bottiglia il valore del vino da invecchiamento aumenta e così le sue qualità organolettiche. La quantità di bottiglie in circolazione, al contempo, tende a diminuire negli anni migliorando le prospettive di rendimento. Conviene davvero investire in vini rari in un momento di incertezza come quello attuale? Questo tipo di asset, storicamente, si è rivelato affidabile anche in fasi difficili per il mercato finanziario. Ciò è vero, più in generale, per i beni rifugio e, più nello specifico, per le etichette di vino pregiato che, negli ultimi anni, hanno attirato un interesse crescente da parte dei cosiddetti Paesi emergenti e più in particolare della Cina.
Conclusioni
Riassumendo, quanto rende il vino e perché valutare questo tipo di investimento? Speculare sui vini rari richiede grandi capitali: non tutti possono permettersi una bottiglia di Cabernet Sauvignon che agli occhi degli esperti vale centinaia di migliaia di euro. Per chi è disposto ad adottare un orizzonte di investimento medio-lungo, comunque, una piccola cantina da collezione – se ben assortita – offre tendenzialmente la certezza di recuperare il capitale e di ottenere una remunerazione interessante. Per realizzare obiettivi più definiti – o ravvicinati – sul piano finanziario è consigliabile investire su strumenti differenziati: contatta i consulenti Moneyfarm per progettare il piano di investimento più adatto a te.
Domande frequenti
Investire in vini pregiati conviene?
Premesso che tutti gli investimenti comportano dei rischi, investire in vino può essere una scelta interessante a patto di scegliere con attenzione l’etichetta. I nettari pregiati migliorano col tempo: per raggiungere l’apice dal punto di vista organolettico – e del rendimento – richiedono anni di affinamento. I vini famosi e rari, comunque, sono un bene rifugio che ha dimostrato solidità e realizzato buoni guadagni anche in periodi di crisi come il 2008.
Come funziona questo tipo di investimento?
Si può investire in vino online o tramite un intermediario qualificato – una scelta che ci sentiamo di consigliare specialmente a chi non è molto esperto. In alternativa ci si può rivolgere direttamente ai distributori o partecipare alle aste specializzate.
Su quali etichette conviene puntare?
Per analizzare i trend e le performance dei vini famosi è possibile consultare le banche dati ufficiali e l’indice Liv-ex100. I vini investment grade sono prodotti secondo rigidi criteri volti a sostenere la qualità e la domanda. In generale è consigliabile puntare sulle produzioni limitate e sui vini strutturati con grande capacità di invecchiamento, i più adatti per generare valore nel tempo.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.