Gestione attiva e passiva dei risparmi: differenze, pro e contro

Battere il benchmark è il sogno di tutti gli investitori: questo obiettivo, tuttavia, può rivelarsi effimero ed erodere, nel lungo periodo, il rendimento del portafoglio, alla luce dei costi e degli errori di analisi. Qual è la differenza tra gestione passiva e attiva e come scegliere la strategia d’investimento più adeguata?

🔑Come si differenziano gestione passiva e attiva? Replica dell’indice vs elevato turnover di portafoglio
📝Come funziona la gestione attiva? Stock picking e market timing
📈 E la gestione passiva? Replica fedele delle performance di un indice
👍 Quale approccio conviene adottare? Dipende dall’orizzonte temporale dell’investimento

Cos’è la gestione attiva?

La gestione attiva di un portafoglio si basa sull’idea di sovraperformare il mercato, attraverso una gestione dinamica delle posizioni e la scelta dei momenti più idonei per investire e disinvestire. L’obiettivo è raggiungere un extra-rendimento rispetto alle performance dell’indice di riferimento.

Gli strumenti finanziari a gestione attiva

La differenza tra gestione attiva e passiva di un portafoglio risiede nell’abilità del gestore che, nel primo caso, condiziona il rendimento grazie al market timing – scelta del momento migliore per vendere o comprare – e allo stock picking, ovvero alla scelta dei titoli deprezzati – o sovrapprezzati – su cui speculare.

Gestione attiva: pro e contro

Puntare su un alto turnover del portafoglio aumenta, per definizione, il costo delle commissioni. Inoltre, può sottrarre i rendimenti dovuti a importanti rialzi del mercato. Di contro, questo approccio valorizza le doti di analisi del gestore e può offrire opportunità aggiuntive nel breve e medio periodo.

Cos’è la gestione passiva?

Negli ultimi anni gli strumenti di gestione passiva hanno accresciuto la loro popolarità grazie alla possibilità di ridurre i costi di gestione. Il funzionamento è basato sulla replica fedele delle performance di uno o più indici di riferimento. Il principio di fondo della gestione indicizzata è che un mercato efficiente sia tendenzialmente impossibile da battere.

Gli strumenti finanziari a gestione passiva

Tra i prodotti più noti a gestione indicizzata ci sono gli ETF (Exchange Traded Funds), contrapposti agli ETF attivi, quali ETF obbligazionari, fondi o Sicav negoziabili in tempo reale. A seconda dei casi, i fondi comuni d’investimento possono essere a gestione attiva o passiva.

Gestione passiva: pro e contro

Secondo i fan della gestione attiva, l’approccio basato sulla gestione indicizzata presenta lo svantaggio del rischio di liquidità, pur risultando preferibile dal punto di vista dei costi.

Gestione attiva e gestione passiva: differenze e analogie

Entrambe le strategie si basano su un benchmark, ovvero su su un indice di riferimento usato per valutare l’andamento del portafoglio rispetto al mercato. La gestione attiva, tuttavia, si affida alla possibilità di battere l’indice e fare meglio del mercato grazie a un perfetto market timing.

Quale stile di gestione conviene scegliere?

La scelta tra gestione a ciclo attivo e passivo dipende soprattutto dall’orizzonte temporale prescelto. Il primo approccio si adatta meglio a una strategia di medio periodo (5-10 anni), mentre un orizzonte temporale di 15-20 anni può beneficiare in modo ottimale dei rialzi di mercato grazie alla gestione indicizzata.

Conclusioni

La gestione attiva o passiva di un portafoglio non può, in ogni caso, prescindere da una corretta asset allocation e dalla scelta di un gestore affidabile. Iscriviti a Moneyfarm per costruire una strategia di investimento flessibile e con ottime prospettive di rendimento.

Domande frequenti

Qual è la differenza tra gestione attiva e passiva di un portafoglio?

Mentre la gestione passiva si basa sulla replica fedele di un indice di riferimento, quella attiva punta a sovraperformare il benchmark, attraverso la combinazione di stock picking e market timing per produrre un extra-rendimento.

Su quali strumenti si basano la gestione attiva e passiva?

La gestione attiva privilegia fondi, Sicav ed altri strumenti negoziabili in tempo reale. Nel secondo caso, lo strumento più utilizzato sono gli ETF grazie ai quali è possibile limitare i costi di gestione.

Quale approccio di investimento conviene scegliere?

La gestione a ciclo attivo e passivo comporta vantaggi e svantaggi. Nel primo caso, lo svantaggio è dato soprattutto dai costi; nel secondo caso, invece, può comportare un rischio di liquidità. La scelta dipende dall’orizzonte temporale, considerando che la gestione indicizzata risulta congeniale per un investimento di lungo periodo.

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*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.