I rischi di investire in obbligazioni

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In un post precedente si è descritta la differenza tra Rischio e Volatilità.
Nel tentativo di fare chiarezza su temi e termini che spesso entrano nel dibattito quotidiano, non fosse altro che per una certa massmedizzazione cui alcuni eventi sono sottoposti, è utile tirare le fila su concetti che possono riguardare da vicinissimo le finanze (ed i sudati risparmi) di tanti.
A volte mi è capitato di sentire la frase “ho investito in obbligazioni perchè sono più sicure delle azioni” o “ho investito in obbligazioni così posso star tranquillo e non rischio nulla”. In realtà investire in titoli obbligazionari, come qualsivoglia attività di investimento, porta ad assumersi dei rischi.

Quindi, ho pensato di proporre qui di seguito un elenco dei principali rischi cui un investitore che acquista titoli obbligazionari può esporsi.
In questo caso particolare i rischi sono connessi a diversi fattori legati alla tipologia di titolo acquistato, al rating del soggetto che ha emesso l’obbligazione, alla valuta (es. euro, dollaro), alla durata, al deprezzamento, al tipo di mercato, all’orizzonte temporale gradito all’investitore (non sempre, infatti, è possibile effettuare un investimento con la scadenza a noi più congeniale se, ad esempio, investiamo in un’obbligazione al momento della sua emissione). Proviamo sinteticamente ad elencarli.
Rischio Emittente: definito anche come rischio di credito, è connesso al fatto che il soggetto che si sta finanziando sul mercato emettendo il titolo obbligazionario che siamo interessati ad acquistare può avere un rating più o meno “valido”. Il rating esprime, appunto, la bontà di un titolo obbligazionario in conseguenza dell’analisi condotta sui fondamentali dell’azienda: livello di indebitamento (meglio basso), redditività (meglio alta), capacità di generare liquidità (meglio alta), capitalizzazione (meglio alta), capacità di generare utili nel tempo oltre una serie di altri parametri, indicatori, di cui i precedenti sono solo una minima parte. Incidono anche fattori legati alla tipologia di mercato in cui l’azienda opera, l’andamento generale dell’economia.

Rischio Liquidità: un titolo è liquido se è possibile acquistarne e/o venderne una quantità normale con una certa rapidità e senza che l’esecuzione della transazione ne influenzi il prezzo (cosa che, invece, succede nel caso di titoli poco liquidi). Questa condizione di normale liquidità consente all’investitore che ha il titolo in portafoglio di poter smobilizzare piuttosto facilmente il proprio titolo obbligazionario.

Rischio di Inflazione: definito anche come rischio potere d’acquisto, è riferito alla possibilità che parte (o l’intero) rendimento del titolo obbligazionario sia eroso dal tasso di inflazione che caratterizza il periodo dell’investimento.

Rischio Prezzo: caratterizza solitamente i titoli obbligazionari la cui dinamica di prezzo risente dell’andamento della curva dei tassi di interesse. Se i tassi aumentano, il prezzo del titolo obbligazionario scende e viceversa. Si tratta, quindi, di una relazione inversa. Qualora l’investitore non intenda o non possa più detenere il proprio titolo in portafoglio, la sua volontà di monetizzarlo lo fa incorrere in questa tipologia di rischio che, differentemente, non lo influenza minimamente nel caso in cui deterrà il titolo fino alla scadenza.
Rischio Cambio: se l’investimento è effettuato in titoli denominati in valuta estera, l’investitore si espone al rischio di vedere erodere il rendimento conseguito ed il capitale rimborsato dalla evoluzione sfavorevole che il tasso di cambio rispetto alla propria valuta (es. Euro) ha registrato nel corso del periodo in cui il titolo è stato detenuto in portafoglio.

Inoltre, la presenza di cedole pagate periodicamente all’investitore, espone lo stesso al Rischio di Reinvestimento. In questo caso intendo riferirmi al rischio connesso alla ipotesi che le somme rivenienti dal pagamento delle cedole possano essere investite (nuovamente) con tassi più bassi.

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*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.