Fondi a scadenza: il meccanismo delle commissioni alla base del successo

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Anche nel 2016 la tendenza è stata confermata. I fondi a scadenza a finestra di collocamento sono il prodotto che sta trainando la raccolta dei fondi italiani. Secondo Assogestioni, nel 2015 circa il 25% degli asset gestiti dai fondi comuni italiani era affidato a gestioni che ricadevano sotto questa categoria.

Questi prodotti hanno la caratteristica di avere una data di scadenza prefissata, di poter essere sottoscritti solo durante un periodo limitato e di garantire, nella maggior parte dei casi, il pagamento di una cedola. Promettono una strategia di investimento che riduca la componente di rischio in modo graduale man mano si avvicini la data di scadenza.

Vista la rilevanza del prodotto per il mercato italiano abbiamo deciso di produrre un ebook (scaricabile gratuitamente dal nostro sito) sull’argomento per provare a spiegare le ragioni del successo. Facendo infatti un’analisi approfondita dell’anatomia di questi strumenti, emergono purtroppo numerose inefficienze per i risparmiatori. Nonostante ciò i data target si affermano da qualche anno come i best seller del risparmio gestito italiano. Come si spiega?

Il meccanismo delle commissioni di collocamento

Il fatto che ricordino nella loro struttura i Btp, lo strumento di investimento tradizionalmente più amato dalle famiglie italiane, sicuramente aiuta. Ma per comprendere le ragioni che sono alla base del successo di questo prodotto bisogna concentrarsi sulla dinamica che ne favorisce l’offerta da parte degli operatori.

I fondi a scadenza sono estremamente vantaggiosi (per chi li colloca) perché permettono alla casa prodotto di anticipare interamente una cospicua commissione di collocamento ai distributori. In pratica il meccanismo funziona in questo modo: la banca o il promotore vende il fondo al cliente, incassando immediatamente l’intera commissione di collocamento da parte della casa prodotto al momento della vendita (una quota che si aggira in genere intorno al 4%).

La casa prodotto, sfruttando il vincolo temporale del fondo, preleva tramite le commissioni la somma distribuita al collocatore, diluendola nel tempo.

Il risparmiatore non sia accorge così di pagare una quota d’ingresso. Se poi decidesse di disinvestire anzitempo sarebbe gravato da una commissione a tunnel di uscita. In questo modo la società di prodotto, oltre a disincentivare la liquidazione dell’investimento, si mette al riparo dal rischio di perdere la somma anticipata al collocatore.

Questo sistema permette all’industria del risparmio di raggiungere due obiettivi principali: il primo è quello di mascherare i costi agli occhi dell’investitore. Il secondo è quello di anticipare alla rete di distribuzione (in molti casi stiamo parlando di due società dello stesso gruppo) l’intera somma al momento della sottoscrizione.

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Poter mettere a bilancio questo tipo di commissioni, nella loro interezza e senza aspettare la maturazione dell’investimento, rappresenta una tentazione fortissima in questo periodo dove gli istituti hanno crescente difficoltà nel generare profitti.

L’importanza di evitare il conflitto di interessi

Il successo dei fondi a scadenza è un caso paradigmatico di tutte le principali contraddizioni dell’industria del risparmio gestito italiano. Le necessità economiche dell’industria vengono spesso soddisfatte creando prodotti con caratteristiche pensate più per avere un appeal commerciale che per i vantaggi che possono offrire all’investitore.

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A pagare sono sempre i risparmiatori, a guadagnare è quella parte dell’industria del risparmio che non ha problemi a operare in palese conflitto di interesse. Questi prodotti favoriscono inoltre pratiche che scavalcano il campo del lecito e che sono in passato state sanzionate dalla Consob. Come al solito, quando manca trasparenza è la complessità dei prodotti cresce gli abusi ai danni dei risparmiatori diventano più semplici.

Il fatto che i data target continuino a essere collocati con grande successo, evidenzia drammaticamente la necessità di educazione finanziaria nel nostro Paese. Per questo abbiamo deciso di produrre un ebook per raccontare questa vicenda tutta italiana, perché pensiamo che l’informazione sia l’unico strumento a tua disposizione per tutelarti come consumatore e come risparmiatore.

 

 

 

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*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.