ETF idrogeno: la guida completa per il 2024


Lo spettro dei cambiamenti climatici e dei suoi effetti sull’ecosistema ha spinto le istituzioni e le aziende a catalizzare l’attenzione sulla produzione e lo stoccaggio di energia pulita. L’idrogeno nei prossimi anni potrà diventare un elemento chiave per veicolare questa rivoluzione verde ed è per questo che gli investitori guardano agli ETF idrogeno con grande interesse.

Fin dagli anni 70 sono stati fatti diversi tentativi per utilizzare l’idrogeno come fonte di energia per alimentare i veicoli, ma al momento è una tecnologia troppo costosa per diffondersi su larga scala. L’idrogeno è invece utilizzato per lo stoccaggio dell’energia prodotta da fonti rinnovabili e si presta bene all’utilizzo su batterie elettriche che possono alimentare i grandi motori di navi, aerei e altri mezzi pesanti.

Visto che l’idrogeno è un elemento dal forte potenziale, sono nati dei fondi che permettono ai risparmiatori di incrementare l’esposizione all’economia dell’idrogeno pulito. Nel processo di diversificazione del portafoglio d’investimento, potrebbe essere utile prendere in considerazione anche gli ETF sull’idrogeno.

🔬 Esistono diversi tipi di idrogeno? Sì e sono l’idrogeno verde, viola, blu, grigio e nero, che differiscono per la modalità di estrazione
🔍 Come scegliere i migliori ETF idrogeno? Valutare i rendimenti, la diversificazione, la dimensione del fondo e i costi
🏆 Migliori ETF idrogeno L&G Hydrogen Economy UCITS ETF e VanEck Vectors Hydrogen Economy UCITS ETF
💡 Alternative agli ETF idrogeno Investment Certificates

Idrogeno: come viene prodotto

L’idrogeno è un elemento molto semplice e facile da reperire. Si compone solo di un elettrone e un protone ed è presente in molte molecole, come ad esempio l’acqua (H2O). È importante sapere che l’idrogeno non è tutto uguale, ma ha un impatto ambientale diverso a seconda della molecola da cui viene estratto.

In particolare possiamo distinguere 5 tipi di idrogeno:

  • Idrogeno verde è quello che si estrae dall’acqua tramite elettrolisi alimentata da fonti di energia rinnovabile, come ad esempio l’energia eolica, idroelettrica e fotovoltaica;
  • Idrogeno viola si estrae sempre dall’acqua, ma l’elettrolisi è alimentata dall’energia nucleare;
  • Idrogeno blu si estrae dagli idrocarburi fossili;
  • Idrogeno grigio si estrae dal metano;
  • Idrogeno nero si estrae dal petrolio.

Le prime quattro tipologie di idrogeno sono quelle che destano maggiore interesse e che potrebbero trainare un nuovo trend nell’industria e nell’economia.

Perché investire in idrogeno?

L’idrogeno è impiegato nell’industria da molti anni, soprattutto per la raffinazione del petrolio e per la produzione di ammoniaca e acciaio. La buona notizia è che la ricerca sta facendo passi da gigante e l’obiettivo è quello di utilizzare l’idrogeno come sostituto del petrolio, allo scopo di alimentare motori di tutte le dimensioni.

In uno scenario di questo tipo, è facile intuire come l’idrogeno nei prossimi anni potrebbe portare grandi trasformazioni in diversi settori, dalla produzione industriale all’alimentazione di veicoli, fino alla produzione di energia pulita.

Dal 1975 al 2018 la richiesta di idrogeno ha avuto una crescita del 300%, ma il diffondersi delle tecnologie ad idrogeno potrebbe portare ad un vero e proprio boom di richieste in diversi settori dell’economia.

ETF sull’idrogeno

Visto l’interesse degli investitori, sono stati lanciati 2 diversi ETF sull’idrogeno, così da permettere ai risparmiatori di investire in questa tecnologia. Si tratta di strumenti molto giovani, che hanno debuttato solo nel 2021. Vediamo quali sono e le loro caratteristiche.

L&G Hydrogen Economy UCITS ETF

Lanciato nel febbraio 2021, l’L&G Hydrogen Economy UCITS ETF ha una capitalizzazione di 483 milioni di euro, ha sede in Irlanda e utilizza il dollaro come valuta di riferimento. Il suo portafoglio è ben diversificato, infatti le prime 10 azioni rappresentano solo il 38,43% dell’indice.

Si tratta di aziende che lavorano nei settori dell’industria (53,59%) e delle materia prime (24,19%) e in piccola parte nei settori dei beni voluttuari (9,79%). Anche la ripartizione geografica del fondo esprime un’alta diversificazione.

VanEck Vectors Hydrogen Economy UCITS ETF

L’ETF VanEck Vectors Hydrogen Economy UCITS è stato lanciato nel marzo 2021 e ha una capitalizzazione più bassa, pari a 81 milioni di euro. Anche questo ETF idrogeno ha sede in Irlanda e utilizza il dollaro come valuta di riferimento. Si tratta di un fondo più concentrato, perché le prime 10 azioni (sul totale di 25) rappresentano il 78% dell’indice.

Sono aziende che operano soprattutto nel settore delle materie prime e dell’industria, distribuite in modo ben diversificato sul Pianeta.

ETF idrogeno: quali sono i migliori?

Per individuare i migliori ETF idrogeno dobbiamo tenere conto innanzitutto dei rendimenti. In merito ai 2 ETF analizzati, possiamo dire che VanEck Vectors Hydrogen Economy UCITS ETF ha avuto un rendimento migliore rispetto all’L&G Hydrogen Economy UCITS ETF. Trattandosi di fondi molto giovani, la situazione potrebbe cambiare nei prossimi anni.

Oltre al rendimento ci sono anche altre aspetti di cui tenere in considerazione, come la diversificazione, la dimensione del fondo e i costi di gestione più competitivi. Nel confronto tra i 2 ETF idrogeno, questi 3 parametri premiano invece l’L&G Hydrogen Economy UCITS ETF.

Le alternative agli ETF idrogeno

Chi vuole investire su questa tecnologia può ricorrere ad uno strumento finanziario diverso rispetto agli ETF idrogeno, che sono gli Investment Certificates, che possono aiutare gli investitori a ottimizzare la fiscalità con una riduzione delle minusvalenze accumulate.

I Certificates che operano nel settore dell’idrogeno sono due: Solactive Hydrogen Top Selection Index (premiato come miglior certificato del 2020 agli Italian Certificate Awards), che include 15 diverse azioni, le cui aziende sono dislocate negli Stati Uniti per il 50%; ICF Hydrogen Select, che comprende 25 aziende impegnate nella produzione di idrogeno e nella realizzazione di celle a combustibile, motori a idrogeno e batterie per l’alimentazione di veicoli.

Conviene davvero investire sull’idrogeno?

Abbiamo visto che quello dell’idrogeno è un mercato molto promettente, ma ci sono anche delle criticità che si devono prendere in considerazione. Estrarre idrogeno da energie a basse emissioni è ancora molto costoso. Entro il 2030 si prevede una riduzione dei costi del 30%, ma siamo ancora lontani dal traguardo.

Oggi l’idrogeno è prodotto con l’utilizzo di gas naturale e carbone e la sua produzione comporta un’elevata quantità di emissioni di CO2. Il percorso verso la prospettata evoluzione green è ancora lungo e richiederà un forte impegno sia alle imprese che alle istituzioni.

Queste riflessioni ci portano ad un’altra criticità, rappresentata da una normativa che ostacola la produzione di idrogeno da fonti di energia rinnovabile. È auspicabile l’adozione di standard internazionali comuni che riguardino sia l’impatto ambientale del mercato dell’idrogeno, sia la sicurezza che nello stoccaggio e nel trasporto dell’idrogeno.

Se è vero che l’idrogeno sarà l’elemento del futuro e farà registrare un boom, è probabile che bisognerà aspettare ancora qualche anno prima che questo mercato sia maturo. Nel frattempo le alternative non mancano di certo e nel panorama degli ETF ci sono tanti validi asset da utilizzare per la composizione di un portafoglio d’investimento efficiente e diversificato.

Domande frequenti

Come si produce l’idrogeno?

L’estrazione dell’idrogeno può avvenire in modi diversi: dall’acqua mediante elettrolisi alimentata da energie rinnovabili o da energia nucleare, dagli idrocarburi fossili, dal metano e dal petrolio.

Perché investire in idrogeno?

Nei prossimi anni potrebbe sostituire il petrolio per alimentare motori di tutte le dimensioni. Potrebbe veicolare la transizione ecologica e favorire la produzione di energia pulita.

Conviene investire sull’idrogeno?

L’estrazione dell’idrogeno è ancora molto costosa, soprattutto se si vuole estrarre producendo poche emissioni di CO2. La legislazione ostacola la produzione di idrogeno da fonti di energia rinnovabile, ma si tratta di un mercato che potrebbe far registrare una forte crescita nei prossimi anni.

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