Indice dei contenuti
Il TFR è disciplinato in Italia d 40 anni. Questo strumento è destinato ai lavoratori subordinati del settore pubblico e privato. Per fare le scelte giuste e capire che vantaggi ha il TFR bisogna però conoscerlo. In questo articolo cercheremo quindi di fare una panoramica dello strumento.
TFR in busta paga – Tabella Iniziale
☝️Significato di TFR | Trattamento di fine rapporto |
😕 Differenze tra TFR e liquidazione | Nessuna differenza, sono la stessa cosa |
🧭 Dove trovo il TFR in busta paga | Nella parte bassa della busta paga |
❓ Si può chiedere un anticipo del TFR? | Sì, ma solo chi ha maturato 8 anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro |
Cosa è il TFR?
Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR), conosciuto anche come liquidazione, è una parte di retribuzione dei lavoratori dipendenti che viene accantonata mensilmente da parte del datore di lavoro e che poi viene liquidata alla cessazione del rapporto di lavoro, qualunque sia il motivo del suo termine, ad esempio la pensione.
Calcolo TFR in busta paga
Per calcolare l’ammontare annuo del TFR basta dividere la retribuzione annuale, comprensiva di tredicesima e quattordicesima, per 13,5. L’accantonamento viene rivalutato al tasso fisso del 1,5% rapportato ai mesi effettivi lavorati durante l’anno più una parta legata all’indice ISTAT dei prezzi dei beni al consumo.
Sai quanto paghi per i tuoi investimenti?
Il controllo dei costi dovrebbe essere al centro della tua strategia di investimento.
Più nel dettaglio il calcolo del TFR è effettuato come segue:
- per ogni anno di lavoro viene calcolato un importo pari alla retribuzione totale annua diviso 13,5;
- si sommano le quote annuali precedenti;
- si destina lo 0,5% di questa quota all’INPS come contributo pensionistico;
- si indicizzano le somme versate il 31 dicembre di ogni anno a un tasso di 1,5% fisso più il 75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo definito dall’Istat.
Che cos’è la busta paga?
La busta paga è un documento che viene consegnato mensilmente al lavoratore con l’obiettivo di erogargli lo stipendio, per fargli ottenere l’accredito dei contributi per la pensione e per accantonare la quota mensile di TFR.
- La busta paga si suddivide in tre parti:
1) La parte alta
Qui troviamo il nome dell’azienda, matricola INPS, PAT INAIL, dati identificativi del lavoratore e i dati del rapporto.
2) Il corpo
Qui sono invece contenuti tutti gli elementi mensilmente riconosciuti come la retribuzione lorda, i premi, le assenze, le indennità di malattia e/o infortunio, la cassa integrazione, i permessi chiesti, le ferie fatte, i bonus e gli straordinari.
3) La parte bassa
Scopri la proposta d'investimento costruita per te
Qui ci sono invece le trattenute fatte nel mese sullo stipendio lordo del lavoratore, la retribuzione utile al calcolo del premio INAIL, le detrazioni, i contatori progressivi di ferie e permessi maturati, il TFR, e la retribuzione netta.
Dove si vede il TFR in busta paga?
Il TFR si trova nella parte bassa della busta paga e viene evidenziato sia quanto si è maturato nel mese di riferimento sia quanto è stato accantonato nel tempo. Molto spesso i cedolini riportano anche quanto è stato maturato, a livello di TFR, nell’anno precedente. In questo caso si troverà la dicitura: “Fondo TFR al 31/12”.
Anticipazione del TFR
Non tutti possono chiedere un anticipo sul TFR. Solo il lavoratore che ha maturato almeno 8 anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro può chiedere una anticipazione. La somma non può comunque essere superiore al 70% rispetto all’importo maturato. La richiesta deve inoltre essere giustificata da delle particolari esigenze, quali possono essere: spese sanitarie o l’acquisto di una casa. Il tutto deve poi essere provato con documenti che attestano la questione.
Come è tassato il TFR
Al TFR lasciato in azienda vengono applicate aliquote fiscali in base all’IRPEF una volta che si va in pensione per il raggiungimento dei requisiti pensionistici. Se invece viene destinato alla previdenza complementare l’aliquota fiscale è molto più bassa, tra il 15% e il 9%. Prima iniziate ad avere un Piano Pensione e a destinarvi il TFR e prima raggiungerete l’aliquota del 9%. Insomma la differenza rispetto al trattamento fiscale è molto netta.
Il TFR e la pensione
I lavoratori dipendenti possono scegliere se mantenere il TFR in azienda e quindi riceverlo come liquidazione oppure se versare le quote mensili in un fondo pensione. Lasciarlo in azienda significa avere una rivalutazione legata alla media mobile a 5 anni del PIL italiano e sappiamo bene che le prospettive di crescita potrebbero non essere esaltanti. Investirlo invece in un piano pensione, principalmente azionario per i più giovani, più bilanciato per coloro che si avvicinano alla pensione, è la strada giusta.
Quanto potrà rendere il mercato globale nei prossimi 15, 20, 25 o 30 anni? La storia e il buon senso suggeriscono che renderà molto di più della media mobile a 5 anni del PIL italiano. Secondo le nostre stime un lavoratore di 40 anni che guadagna 2000 euro netti in un’azienda con meno di 50 dipendenti può avere accumulato più del doppio del capitale se ha deciso di investire nella previdenza piuttosto che lasciare il Tfr in azienda. Una differenza stimata del 110%. Sappiamo bene che questa fortuna di poter trasferire il TFR all’interno di un fondo pensione non vale per i lavoratori autonomi, perché ovviamente non hanno un TFR… a questi consigliamo comunque di aprire un PIP per iniziare il prima possibile a maturare i requisiti per abbassare l’aliquota dal 15 al 9%. Un ragionamento simile è da fare per i dipendenti pubblici. Il Trattamento di fine servizio , cosiddetto TFS, purtroppo non è un vero e proprio accantonamento e non può essere trasferito all’interno di un PIP. Non significa però non dover pensare alla pensione e ai vantaggi che avere un Piano Pensione può comportare.Se sei un dipendente privato ti consigliamo di trasferire subito il TFR in un Piano Pensione. Se sei un autonomo o un dipendente pubblico sappiamo bene che non puoi beneficiare dei vantaggi che abbiamo descritto prima. Pensa cmq al tuo futuro e apri cmq un PIP.
Conclusione
Il sapere dove si può trovare il TFR all’interno della busta e quanto si è maturato è un aspetto molto importante nella vita di un lavoratore. Come abbia detto questo strumento può confluire in un fondo pensione e godere di tutti i vantaggi del caso oppure rimanere in azienda, secondo gli strumenti previsti da ogni attività. Il TFR è importante anche perché può aiutarti in momenti cruciali della propria vita, come può essere l’acquisto di una casa o far fronte a delle spese mediche impreviste. Da ricordare come la richiesta di anticipo del TFR deve seguire delle regole e potrà essere dato solo il 70% di quanto versato negli anni.
Domande Frequenti
Quando arriva il TFR in busta paga?
Il TFR arriva in busta paga quando si conclude il rapporto di lavoro a prescindere dalla ragione
Cosa significa imponibile TFR in busta paga?
L’imponibile TFR in busta paga corrisponde alla somma di tutte le quote a cui sia diritto e che sono state maturate durante tutto il periodo di collaborazione lavorativa con il datore di lavoro
Come si calcola il TFR di un mese?
Il TFR si calcola facendo una somma della retribuzione percepita all’anno (al lordo delle tasse) diviso 13,5
Prova Moneyfarm
Moneyfarm è il Consulente Finanziario Indipendente che ti guida e gestisce il tuo capitale con un investimento su misura e un consulente dedicato sempre al tuo fianco.
Simula un portafoglio personalizzato
- Premiati per il 7° anno consecutivo “Miglior Consulente Finanziario Indipendente in Italia”
- Superati i 2 miliardi di euro di risparmi in gestione
- Scelti da più di 80.000 investitori attivi in tutta Europa
- Consigliati da più del 90% dei nostri clienti
*Gli investimenti in strumenti finanziari sono soggetti alla variabilità del mercato e possono determinare la perdita, in tutto o in parte, del capitale inizialmente investito.