Quasi tutti hanno a che fare con questa figura, eppure in molti ne ignorano l’esistenza e soprattutto l’importanza: parliamo del sostituto d’imposta, un soggetto che ricopre un ruolo chiave nell’ordinamento italiano per agevolare la riscossione dei tributi da parte dello Stato e – aspetto decisamente più rilevante per i contribuenti – l’erogazione dei rimborsi fiscali. Per un investitore comprendere chi è il sostituto d’imposta è di fondamentale importanza, ecco perché in questo approfondimento faremo una panoramica sul suo ruolo, gli obblighi e le funzioni che ricopre.
🤔 Chi è il sostituto d’imposta? | È la figura che sostituisce un soggetto passivo nei confronti del fisco e delle amministrazioni. |
👔 Il broker è un sostituto d’imposta? | Sì: Moneyfarm fa da sostituto d’imposta per i suoi investitori. |
👩🔧 Chi è il sostituto d’imposta per i lavoratori dipendenti? | Il datore di lavoro. |
Sostituto d’imposta: cosa significa?
Come si può facilmente evincere dal nome, il sostituto di imposta è quella figura, fisica o giuridica, che sostituisce un soggetto passivo nei confronti del fisco e delle pubbliche amministrazioni, occupandosi quindi di corrispondere le imposte e i tributi per conto del contribuente. Introdotta con un decreto nei primi anni Settanta, quella del sostituto d’imposta è una figura centrale nel rapporto tra Stato e lavoratori perché, se da una parte semplifica i rapporti tra contribuenti e amministrazioni, dall’altra garantisce che le imposte sui redditi vengano pagate correttamente da tutti.
Chi sono i sostituti d’imposta?
L’esempio più classico di sostituto d’imposta è senza dubbio il datore di lavoro che trattiene dallo stipendio lordo del proprio dipendente le imposte dovute e le versa nelle casse dello Stato nelle modalità previsti dalla legge. Anche l’INPS è, a tutti gli effetti, un sostituto d’imposta: quando l’istituto eroga l’assegno per la pensione, la disoccupazione o altri servizi assistenziali, si fa anche carico degli adempimenti fiscali e dei relativi conguagli. Un caso particolare riguarda poi i condomini che, in qualità di sostituti d’imposta, sono chiamati ad una serie di obblighi fiscali nei confronti dei propri collaboratori, occasionali o continuativi che siano. Pensiamo, ad esempio, alla ditta che si occupa del ripristino della facciata dello stabile, al giardiniere a chiamata o al portinaio assunto a tempo indeterminato: tutti questi professionisti riceveranno un compenso al netto delle imposte, che saranno poi successivamente saldate all’erario dall’amministratore di condominio.
Infine, anche una banca, un intermediario o un consulente finanziario come Moneyfarm possono fare da sostituto d’imposta nel caso in cui il cliente abbia investimenti in essere, occupandosi direttamente del calcolo e del pagamento della tassazione dovuta. Se vuoi scoprire come massimizzare i tuoi rendimenti e renderli fiscalmente più efficienti compila senza impegno il form online.
Di cosa si occupa il sostituto d’imposta?
Ora che abbiamo visto cos’è il sostituto d’imposta, entriamo nel merito delle sue attività nei confronti dei contribuenti e dello Stato: il suo compito principale è quello di trattenere dai compensi le somme relative alle tasse che il cittadino deve pagare, e versarle in sua vece agli enti incaricati. Si tratta dunque di un vero e proprio prelievo fiscale che il sostituto d’imposta effettua “a monte”. Per chiarire meglio, ecco due esempi di come opera il sostituto d’imposta a seconda dei casi:
- Sostituto d’imposta per i lavoratori autonomi: un professionista emette al proprio committente una ricevuta per prestazione occasionale con ritenuta d’acconto del 20%. Ipotizzando che l’imponibile sia 1.000, il professionista riceverà un pagamento netto di 800 euro, e i restanti 200 euro saranno versati all’erario dal committente, in qualità di sostituto d’imposta, entro il 16 del mese successivo.
- Sostituto d’imposta per i lavoratori dipendenti: un dipendente ha una RAL di 80.000 euro l’anno, e su questo importo lordo deve pagare una serie di tasse, tra le quali l’IRPEF. Immaginando che non goda di alcun tipo di detrazione (argomento che affronteremo nel dettaglio nel prossimo paragrafo) e che l’IRPEF dovuta sia del 36%, il dipendente deve corrispondere all’erario 28.800 euro, cifra che gli viene trattenuta in busta paga dal datore di lavoro il quale, come sostituto d’imposta, provvederà al pagamento per suo conto.
Quali sono gli obblighi del sostituto d’imposta?
Al fine di poter presentare una corretta dichiarazione dei redditi, il sostituto d’imposta è anche tenuto a certificare l’effettivo versamento delle imposte dovute per conto del contribuente e, per farlo, si affida a due strumenti principali:
- Modello 770: da trasmettere telematicamente entro il 31 ottobre di ogni anno, il modello 770 è il principale documento fiscale che i sostituti d’imposta e gli intermediari devono presentare per comunicare le ritenute effettuate sui redditi. Nel caso di redditi da lavoro – dipendente o autonomo che sia – sarà sufficiente compilare il modello 770 semplificato, mentre qualora il contribuente avesse percepito anche partecipazioni in società o dividendi sarà necessario predisporre modello 770 ordinario.
- Certificazione unica (CU): si tratta di un documento riepilogativo che viene consegnato ad ogni lavoratore nei primi mesi dell’anno successivo, e che certifica che l’azienda ha effettivamente versato i tributi per il professionista. Oltre ad essere uno strumento fondamentale per la presentazione del 730, è anche un’importante garanzia di trasparenza per il lavoratore.
L’ultimo passaggio è, naturalmente, quello relativo alla presentazione del 730, il modello dedicato a dipendenti e pensionati per la dichiarazione dei redditi. Al momento della compilazione è richiesto di indicare nella sezione dedicata il nome del sostituto d’imposta: nel caso dei lavoratori dipendenti sarà il proprio datore di lavoro, mentre nel caso dei pensionati sarà l’INPS. Potrà invece presentare il 730 senza sostituto d’imposta chi ha ricevuto redditi nell’anno precedente, ma nell’anno della dichiarazione non ha un datore di lavoro: in questo caso, eventuali rimborsi verranno erogati direttamente dall’Agenzia delle Entrate ed eventuali debiti dovranno essere pagati tramite il modello F24, proprio come avviene per i titolari di partita IVA che, non avendo un sostituto d’imposta, si occupano direttamente della liquidazione.
Sostituto d’imposta e rimborso fiscale: cosa significa?
Fino ad ora ci siamo concentrati esclusivamente sulle imposte dovute, ma è importante ricordare che si può ottenere un risparmio fiscale portando in detrazione o deduzione diverse spese sostenute nell’anno di imposta precedente. Non si tratta solo di spese sanitarie: ad esempio, chi ha un reddito ridotto e paga un canone di locazione può richiedere una detrazione fiscale fino a 300 euro, mentre chi è proprietario di casa può detrarre il 19% sugli interessi passivi del mutuo o parte delle spese sostenute per la ristrutturazione e l’arredo. Altre voci di costo che danno diritto ad agevolazioni sono gli assegni di mantenimento per l’ex coniuge, le erogazioni liberali a favore di Onlus e associazioni di volontariato, le tasse universitarie e molto altro. La presentazione di queste spese nella dichiarazione dei redditi potrebbe quindi far diminuire considerevolmente le imposte dovute dal contribuente, generando un credito nei suoi confronti da parte dell’erario: in questi casi il sostituto d’imposta farà da tramite, rimborsando direttamente il lavoratore in busta paga. In caso di presentazione del modello 730 senza sostituto d’imposta si ha comunque diritto al rimborso fiscale, che verrà corrisposto direttamente dall’Agenzia delle Entrate.
Come si cambia sostituto d’imposta?
Così come avviene per la nostra vita personale e professionale, anche la nostra vita fiscale è soggetta a diversi cambiamenti: accettiamo un’offerta di lavoro più vantaggiosa, scegliamo la libera professione, andiamo finalmente in pensione. In tutti questi casi è importante fare prontamente la rettifica dei dati del sostituto d’imposta così da individuare chi si occuperà delle imposte, dei conguagli e dei rimborsi fiscali per nostro conto. Per farlo è necessario seguire un iter diverso a seconda del periodo dell’anno nel quale avviene il cambio:
- Se il cambio avviene dopo la presentazione del 730: è possibile inviare un 730 integrativo entro il 31 ottobre dell’anno in corso. Se non si procede per tempo alla modifica, il sostituto d’imposta precedente può rifiutarsi di effettuare operazioni di conguaglio fiscale, e il contribuente sarà contattato dall’Agenzia delle Entrate per comunicare il nuovo sostituto – o nessun sostituto – accedendo alla propria dichiarazione dei redditi online. Se oltre al sostituto d’imposta è necessario aggiornare anche la dichiarazione, si possono presentare i modelli relativi al reddito aggiuntivo, correttivo o integrativo.
- Se il cambio avviene prima della presentazione del 730: basterà modificare i dati direttamente nella dichiarazione online, scegliendo tra i sostituti d’imposta proposti dall’Agenzia delle Entrate o aggiungendo un nuovo ente in anagrafica.
Investimenti e dichiarazione dei redditi: come funziona?
Quando si investe, oltre a prendere in considerazione le peculiarità dei singoli prodotti finanziari è indispensabile tenere conto anche della tassazione alla quale le rendite finanziarie sono sottoposte e che, a seconda dei casi, può variare dal 12.5% al 26%. Ma come bisogna comportarsi in fase di presentazione del 730? Dipende dal tipo di regime fiscale al quale si è sottoposti: con il regime della dichiarazione è l’investitore stesso che, dopo aver presentato gli utili e le eventuali perdite nella propria dichiarazione dei redditi, si dovrà anche fare carico del pagamento dell’importo dovuto, mentre per chi sceglie il regime di risparmio gestito o amministrato il broker farà da sostituto d’imposta occupandosi di tutti gli adempimenti fiscali del caso.
Moneyfarm fa da sostituto d’imposta
In qualità di intermediario, Moneyfarm fa da sostituto d’imposta nel pieno rispetto della normativa italiana: ciò significa che ci occuperemo noi di calcolare e scalare la tassazione dovuta dai singoli investitori, attingendo direttamente alla liquidità del loro portafogli e sollevandoli dalla responsabilità di dover compilare i relativi dati nella dichiarazione dei redditi.
Tuttavia, anche se si “delega” la liquidazione dei tributi al proprio broker è importante conoscere le basi del proprio regime fiscale di appartenenza: mentre con il risparmio amministrato le plusvalenze e le minusvalenze non sono sempre compensabili, con il risparmio gestito è sempre possibile compensare le performance positive e quelle negative anche in caso di gestione in fondi o ETF, aumentando le possibilità di ridurre il carico fiscale o perfino generare un credito: non è un caso che la gestione patrimoniale Moneyfarm abbia riscosso un notevole successo tra i risparmiatori e contribuito a farci eleggere Miglior Servizio di Consulenza Indipendente in Italia per l’ottavo anno consecutivo.
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Domande Frequenti
Chi inserisce le rendite finanziarie nella dichiarazione dei redditi?
Dipende dal regime fiscale: con il risparmio gestito e amministrato il broker fa da sostituto d’imposta e si occupa direttamente della liquidazione delle imposte, senza bisogno che l’investitore le inserisca nella dichiarazione dei redditi; con il regime di dichiarazione, invece, sarà l’investitore stesso a dover compilare i dati nella dichiarazione e a provvedere al pagamento delle imposte tramite F24.
Come si cambia il sostituto d’imposta?
Direttamente sul portale dell’agenzia delle entrate. Se il cambio avviene prima della presentazione del 730 è sufficiente inserire i nuovi dati nella dichiarazione, mentre se è necessario modificare una dichiarazione già inviata bisogna compilare un 730 integrativo.
I pensionati hanno un sostituto d’imposta?
Sì, l’ente che si occupa della previdenza (INPS).
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.