Cosa sono i lazy portfolio? Come si creano e qual è il loro rendimento?

L’idea di battere il mercato, grazie al trend following e a un perfetto market timing, è comune a molti investitori. La gestione attiva, tuttavia, può creare grosse delusioni: in molti casi è meglio ricorrere a un approccio buy & hold più prudente, per ridurre i costi e le esigenze di manutenzione senza perdere di vista il profitto. Vediamo come costruire un lazy portfolio con ETF e altri strumenti facili da gestire per controllare la volatilità e performare bene nel lungo periodo.

🔑 Cos’è un lazy portfolio? Una strategia di investimento buy & hold basata su una asset allocation duratura
💰 Da cosa è composto un portafoglio pigro? Titolo azionari, obbligazioni, fondi indicizzati e altri strumenti semplici da gestire
🎯 Quali sono i vantaggi? Poco stress, efficienza dei costi, facilità di progettazione
📈 Come migliorare il rendimento? Come migliorare il rendimento?

Cos’è un lazy portfolio?

Un lazy portfolio, o portafoglio pigro, è una strategia di investimento basata su strumenti evergreen con minimo sforzo di gestione. É ideale per un orizzonte di investimento lungo, superiore ai 10 anni.

Come si costruisce un “portafoglio pigro”?

L’obiettivo di un lazy portfolio è performare bene in tutte le fasi del ciclo e arginare la volatilità. Il portafoglio d’investimento si compone, quindi, di strumenti semplici con poche esigenze di manutenzione, sfruttando la decorrelazione con riallocazioni annuali delle attività ed eventuali depositi periodici.

Da cosa dovrebbe essere composto un lazy portfolio?

L’asset allocation punta sul mercato azionario e obbligazionario in proporzioni variabili. Ad esempio, un lazy portfolio può rispettare la classica regola 60/40 con quota corrispondente in azioni e obbligazioni. Di solito un portafoglio pigro comprende un piccolo numero di fondi indicizzati ed ETF che replicano l’andamento di specifici indici di mercato e consentono di diversificare l’esposizione a diversi settori.

Lazy portfolios: pro e contro

Rispetto a una strategia di investimento attiva, un portafoglio pigro presenta vantaggi e svantaggi. Fra i primi rientrano la facilità di progettazione e la gestione facile. Fra i secondi vanno considerati il rischio di cambio e, inoltre, la ridotta personalizzazione, a meno di ricorrere a un gestore affidabile per ricalibrare il portafoglio all’occorrenza. La gestione fiscale di un lazy portfolio in Italia, inoltre, non sempre garantisce la massima efficienza rispetto ad altre opzioni di investimento.

Conclusioni

Ribilanciare di tanto in tanto il portafoglio e puntare sulla decorrelazione è fondamentale per migliorare le performance del lazy portfolio. A dispetto di questi accorgimenti, tuttavia, il rendimento può risultare inferiore rispetto a quello di una asset class specifica, perlomeno nel breve periodo. Per coniugare semplicità e profitti conviene, in ogni caso, affidarsi a un gestore qualificato come Moneyfarm per cogliere i vantaggi del lazy portfolio senza rinunciare al giusto livello di flessibilità.

Domande frequenti

Cos’è un lasy portfolio?

I lazy portfolio sono portafogli di investimento per il lungo termine basati su un mix di fondi indicizzati, etf e altri strumenti evergreen che puntano a conseguire performance soddisfacenti nel lungo periodo (10 anni o più) limitando i costi e le esigenze di gestione.

Come si costruisce un lazy portfolio?

Un portafoglio pigro si compone di azioni e obbligazioni in proporzione variabile, come ad esempio il classico 60/40. Una quota del portafoglio è di solito riservata a fondi indicizzati ed ETF, grazie ai quali è possibile diversificare l’esposizione a settori specifici senza rinunciare alla facilità di gestione.

Come funziona un portafoglio pigro?

Il portafoglio pigro si basa su una strategia buy & hold con pochi ribilanciamenti periodici, avvantaggiandosi della decorrelazione fra i vari asset per reagire bene alle diverse fasi del mercato.

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*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.