Strumenti finanziari come ETF e fondi comuni sono diventati molto popolari al giorno d’oggi, grazie ai numerosi vantaggi e opportunità che offrono rispetto ad altre soluzioni di investimento. Tuttavia, non sempre è facile scegliere in modo corretto tra queste due opzioni, soprattutto quando non si conosce la differenza tra ETF e fondi comuni. Nonostante presentino delle caratteristiche simili, infatti, hanno delle differenze sostanziali che è fondamentale conoscere e comprendere per essere in grado di compiere una scelta informata e consapevole.
Secondo i dati di Bloomberg, negli ultimi 10 anni gli investimenti in ETF in Europa hanno raggiunto i 1.944 miliardi di euro con un aumento del 409%, ma in base alle stime di EY le masse gestite potrebbero raddoppiare e arrivare a 4.166 miliardi di euro entro il 2030. Secondo una ricerca di WisdomTree, inoltre, almeno tre investitori su dieci in Italia usano gli ETF per investire. I nuovi record di ETF e fondi passivi, su cui ormai è investito il 29,1% del patrimonio europeo in fondi d’investimento, potrebbe portare presto al sorpasso degli ETF sui fondi.
In questo contesto diventa essenziale per un investitore capire quali sono gli strumenti finanziari più adatti alle proprie esigenze, ossia se conviene investire in ETF o in fondi comuni tenendo conto della propria propensione al rischio e dei propri obiettivi d’investimento. In questo approfondimento analizzeremo in modo dettagliato queste due tipologie di fondi comuni di investimento, tuttavia per evitare errori e definire una strategia d’investimento ottimale per le proprie necessità è opportuno avvalersi sempre del supporto di un consulente finanziario indipendente.
Con Moneyfarm puoi affidarti al nostro Team di Consulenza per usufruire di una guida indipendente e competente sempre accanto a te lungo tutto il tuo percorso di investimento. In questo modo potrai orientarti in un sistema finanziario sempre più complesso in modo semplice e trasparente grazie alla nostra consulenza finanziaria indipendente, indicata da risparmiatori italiani come Miglior Servizio di Consulenza Finanziaria Indipendente per nove anni consecutivi in una ricerca condotta dall’Istituto Tedesco di Qualità e Finanza (ITQF).
⛏ La differenza tra ETF e fondi comuni? | Gli ETF sono strumenti finanziari a gestione passiva che replicano un indice di mercato, mentre i fondi comuni investono in modo diversificato sul mercato con una gestione attiva cercando di battere il benchmark di riferimento |
💰 I costi di ETF e fondi comuni | Gli ETF hanno solitamente costi di gestione più bassi rispetto ai fondi comuni, inoltre quest’ultimi possono avere altre spese come le commissioni di emissione, di performance e di rimborso |
💸 Le performance di ETF e fondi comuni | Gli ETF hanno performance in linea con l’indice di mercato che replicano, mentre la maggior parte dei fondi comuni non riesce a performance meglio del benchmark di riferimento |
🏆 Conviene investire in ETF o fondi comuni? | Gli ETF sono strumenti finanziari migliori per investire nel lungo periodo in modo più economico, trasparente e performante, ma è importante il supporto di un consulente finanziario indipendente per definire una strategia di investimento diversificata e bilanciata in linea con le proprie esigenze specifiche |
Cosa sono esattamente gli ETF
Gli ETF (Exchange Traded Funds) sono fondi indicizzati quotati in borsa che replicano un indice, ad esempio il FTSE MIB di Borsa Italiana o lo S&P 500 della Borsa di New York. In particolare, gli ETF permettono di investire sui mercati finanziari attraverso un unico strumento, infatti basta acquistare delle quote di un ETF per investire in numerosi titoli diversi in maniera facile e veloce.
L’obiettivo di un ETF è proprio quello di replicare un indice di mercato, che può essere anche globale investendo ad esempio in un ETF sul MSCI World. In questo modo, gli ETF rappresentano una soluzione efficace per chi vuole investire in maniera diversificata sfruttando al contempo le opportunità disponibili sui mercati finanziari. Con gli ETF è possibile investire in diversi settori e asset class, ad esempio azioni, obbligazioni, materie prime, ma anche settori e industrie specifiche, come l’energia, l’intelligenza artificiale o la sanità.
Come funzionano i fondi comuni di investimento
I fondi comuni sono strumenti d’investimento gestiti da apposite società di gestione del risparmio (SGR). Queste società di gestione raccolgono capitali dai risparmiatori e li investono in varie attività finanziarie come se si trattasse di un unico patrimonio. Oltre alle SGR, questa attività può essere svolta anche da altri soggetti abilitati, come SICAF (Società di investimento a capitale fisso) o SICAV (Società di investimento a capitale variabile). Nel primo caso, si investe in un patrimonio gestito dalla SGR senza nessun legame diretto con la società, nel secondo invece i sottoscrittori che investono tramite SICAV e SICAF diventano a tutti gli effetti soci delle società di gestione.
Esistono diverse tipologie di fondi comuni, tra cui quelle principali sono:
- fondi aperti – investono generalmente in attività finanziarie quotate e permettono ai risparmiatori di acquistare quote o chiederne il rimborso in qualunque momento;
- fondi chiusi – investono solitamente in attività di lungo periodo e poco liquide, come società non quotate e immobili, ma consentono di acquistare quote solo nel periodo di lancio prima di cominciare l’operatività e in genere le rimborsano soltanto alla scadenza del fondo;
- fondi armonizzati – sono una particolare tipologia di fondi aperti presenti nell’Unione Europea che investono soprattutto in titoli quotati come azioni e obbligazioni cercando di minimizzare il rischio.
Inoltre, in base al tipo di investimenti i fondi comuni possono suddividersi in:
- fondi azionari – hanno un alto livello di rischio perché investono prevalentemente in azioni;
- fondi obbligazionari – hanno un grado di rischio inferiore ai fondi azionari perché investono specialmente in obbligazioni e titoli di Stato;
- fondi monetari – sono strumenti di investimento a breve termine con una scadenza fino a un massimo di 6 mesi che investono sul mercato monetario;
- fondi bilanciati – hanno livelli di rischio diversi in base alla composizione del portafoglio e investono sia in azioni che in obbligazioni.
Le principali differenze tra ETF e fondi comuni
A questo punto vediamo quali sono le differenze tra fondi e ETF per capire meglio quale tipo di fondo scegliere per investire i propri risparmi. La prima differenza sostanziale riguarda il tipo di gestione. Mentre gli ETF sono caratterizzati da una gestione passiva, in quanto una volta che il fondo è stato creato replica in modo fedele l’indice di riferimento, i fondi comuni invece sono contraddistinti da una gestione attiva. In questo caso, infatti, la società di gestione cerca di ottenere rendimenti superiori al benchmark, ovvero il parametro di riferimento utilizzato per misurare le performance del fondo, realizzando interventi strategici sul portafoglio a seconda dell’andamento di mercato.
Un’altra differenza riguarda le commissioni di gestione. Innanzitutto gli ETF hanno in genere costi di gestione più bassi rispetto ai fondi comuni, poiché il lavoro da fare per mantenere un ETF in linea con i suoi obiettivi è minore rispetto a quello necessario per gestire un fondo comune. In secondo luogo, il rendimento spesso è a favore degli ETF, perché storicamente appena pochissimi fondi comuni con una gestione attiva hanno avuto performance superiori a quelle degli ETF nel lungo periodo.
Al contrario, sia ETF che fondi comuni possono avere un buon livello di diversificazione, tuttavia generalmente la diversificazione degli ETF è maggiore in quanto replicano degli indici di mercato molto ampi, mentre non tutti i fondi comuni offrono un grado altrettanto elevato di diversificazione del portafoglio. Inoltre, mentre gli ETF hanno rendimenti allineati con il mercato di riferimento, i fondi comuni possono potenzialmente anche battere il mercato, benché questo risultato sia piuttosto raro (secondo uno studio di S&P Dow Jones il 99% dei gestori di fondi attivi ha avuto performance inferiori rispetto all’andamento dell’MSCI World in un periodo di 10 anni).
La valutazione di costi e performance è particolarmente importante nella scelta della migliore soluzione per gestire i propri investimenti. Ad esempio, in base a un’analisi approfondita di confronto tra costi e performance Moneyfarm contro quelli dei fondi comuni disponibili sul mercato italiano, una ricerca condotta in collaborazione con Ascofind (l’Associazione italiana per la Consulenza Finanziaria Indipendente) sui dati Morningstar (che detiene il principale database sui fondi comuni), il risultato ha mostrato come al netto dei costi le performance della gestione Moneyfarm sono migliori a quelle dei fondi comuni su tutti i livelli di rischio.
ETF | Fondi Comuni | |
Gestione | Passiva | Attiva |
Costi di gestione | Bassi (circa 0,05%-0,8% all’anno) | Alti (circa 1,5%-1,8% all’anno) |
Altri costi | No | Possono avere costi di performance, di emissione e di rimborso |
Performance | In linea con l’andamento del mercato | Solitamente più basse del benchmark |
Conviene investire in ETF o in fondi comuni?
Naturalmente non esiste una soluzione di investimento valida per tutti, ma ogni investitore deve trovare la strategia di investimento più adatta alle proprie necessità. Fatta questa premessa, però, bisogna tenere in considerare alcuni aspetti fondamentali. Come mostra la ricerca di Moneyfarm, specialmente quando si investe con un orizzonte temporale di lungo periodo è indispensabile scegliere una gestione che garantisca una buona gestione del rischio e costi competitivi, poiché anche una piccola differenza tra le commissioni di gestione può significare rendimenti molto distanti tra loro. Nello specifico, anche un fondo che performa meglio ma ha costi più elevati potrebbe offrire performance inferiori rispetto a un altro fondo con rendimenti inferiori ma costi più bassi.
Nel complesso, i fondi a gestione attiva cercano di avere un rendimento superiore a quello del mercato, ma spesso non ci riescono e gli ETF offrono una performance migliore nel lungo periodo. Gli ETF, infatti, sono più economici, più trasparenti e flessibili, con la possibilità di uscire dall’investimento in qualsiasi momento senza perdere soldi grazie all’elevata liquidità di questi strumenti finanziari. In generale, quindi, nella maggior parte dei casi una gestione patrimoniale incentrata sugli ETF è l’opzione migliore per investire nel lungo termine, ma è importante il supporto di un gestore finanziario esperto e qualificato per costruire un portafoglio di investimento in ETF in modo bilanciato, diversificato ed equilibrato.
Noi di Moneyfarm mettiamo a disposizione una piattaforma digitale e un team di consulenza per aiutarti a investire in maniera semplice e trasparente, affinché ogni investitore possa ottenere il massimo rendimento possibile dal capitale investito attraverso un’attenta gestione del rischio. Se desideri investire in ETF in modo consapevole e informato con l’aiuto di esperti, compila il form online e scopri le opportunità offerte dalla Gestione Patrimoniale Moneyfarm.
Domande Frequenti
Un vantaggio chiave degli ETF rispetto ai fondi comuni sono le commissioni di gestione più basse, spesso inferiori all’1% annuo, in questo modo i costi incidono meno sul rendimento reale.
La principale differenza tra un ETF e un fondo comune è il tipo di gestione: mentre gli ETF hanno una gestione passiva e replicano un indice di mercato, i fondi comuni hanno una gestione attiva curata da una società di gestione autorizzata (SGR).
Gli ETF sono un particolare tipo di fondo indicizzato, quotato in borsa, che replica l’andamento di un indice di mercato, ma differiscono rispetto agli fondi indicizzati per struttura e accessibilità di negoziazione.
I principali tipi di ETF sono ETF azionari, obbligazionari e gli ETC, ossia strumenti finanziari che consentono di investire su un singolo sottostante, ad esempio una materia prima.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.