Tre strategie di investimento per affrontare l’imprevisto: ecco cosa dicono gli esperti

Tutti vorremmo avere questo problema: ricevere, con un piccolo colpo di fortuna, un guadagno inatteso e non sapere cosa farne. 

Con le azioni meme di nuovo sulle prime pagine e le dieci azioni più grandi dell’S&P 500 che costituiscono un record del 35% dell’indice, è più importante che mai mantenere la calma quando si pensa alle scelte di investimento. 

Così, abbiamo pensato di condividere tre idee di investimento per mantenere la rotta nei periodi di turbolenza.

Idea 1: Titoli di Stato Usa a breve termine

Ecco un’idea brillante, anche se non proprio innovativa: obbligazioni governative statunitensi a breve termine. 

Certo, i guadagni sono limitati – dato che riflettono la natura a basso rischio dell’investimento – ma queste obbligazioni potrebbero offrire agli investitori due elementi fondamentali: ritorni costanti e una bassa volatilità.

Il rendimento dei titoli di Stato Usa a due anni è attualmente appena sotto il 5% – un enorme passo avanti rispetto ai livelli sotto l’1% visti per la maggior parte del 2021 e 2022. Si tratta di un rendimento allettante rispetto ad altri investimenti a basso rischio (come le obbligazioni corporate di alta qualità a breve termine), ed è superiore a quello che si otterrebbe dalle obbligazioni governative a lungo termine, dato che la curva dei rendimenti è invertita. 

E non è solo il rendimento nominale a sembrare appetibile: basandosi sulle attuali aspettative di inflazione di mercato, il rendimento reale (o aggiustato per l’inflazione) a due anni è circa del 2,6%, un picco negli ultimi 15 anni.

Infine, i titoli di Stato a breve termine sono piuttosto stabili e i loro prezzi non si muovono in modo erratico come quelli a scadenza più lunga. Questi ultimi, dopotutto, sono molto più sensibili ai cambiamenti delle aspettative sull’inflazione, sui tassi d’interesse e sulla crescita economica.

La nostra analisi è che non capita tutti i giorni di poter garantire un rendimento annuo di quasi il 5% per due o tre anni. E con le azioni statunitensi che appaiono costose e il sentiment esuberante degli investitori (come evidenziato dalla frenesia delle azioni meme), ricevere dei ritorni decenti mentre si attende un possibile calo del mercato potrebbe non essere una cattiva strategia.

Oltre ai ritorni costanti, le obbligazioni offrono anche altri benefici. Primo, la rivalutazione del capitale: i prezzi delle obbligazioni possono aumentare per diversi motivi, inclusa una diminuzione dei tassi d’interesse. 

Questo fattore a oggi è molto rilevante, dato che la Federal Reserve ha di recente segnalato che prevede di ridurre i tassi una volta quest’anno e quattro volte nel 2025. 

Secondo, la diversificazione: la correlazione delle obbligazioni con altre classi di attività come azioni e materie prime tende a essere bassa. Quindi aggiungendole al portafoglio, si potrebbero abilmente distribuire il rischio, riducendo la volatilità totale. 

Terzo, una potenziale tutela: le obbligazioni governative, infatti, possono essere viste come un “rifugio” e possono aiutare a proteggersi contro fenomeni come il rallentamento dell’economia, la deflazione, l’aumento della volatilità del mercato azionario e il calo dei prezzi delle azioni.

Idea 2: Settore industriale

L’azionario statunitense sembrerebbe pronto per raccogliere i suoi frutti, soprattutto dato che i tassi d’interesse potrebbero aver raggiunto il picco per questo ciclo economico. 

L’ultima volta che i tassi sono diminuiti senza una recessione concomitante, nel 1995 e nel 1998, le azioni statunitensi hanno sovraperformato le obbligazioni di oltre il 20% nei successivi 12 mesi. E con gli analisti che prevedono una crescita degli utili di quasi il 12% nel prossimo anno, c’è molto da apprezzare nell’attuale prospettiva azionaria.

Un buon approccio ai mercati potrebbe essere quindi quello di aumentare l’esposizione alle azioni del settore industriale, data la mancanza di investimenti nel segmento degli ultimi 20 anni e la pressione sugli Stati Uniti di costruire utilizzando le proprie forze mentre cercano di ridurre la dipendenza dalla Cina. 

Ci sono anche delle considerazioni da fare riguardo il settore della difesa. 

Dal 2020, la spesa globale per la difesa è cresciuta del 4,2% all’anno – quattro volte più veloce rispetto ai livelli pre-pandemia. Questo è accaduto dopo che i Paesi hanno versato un record di 2,2 trilioni di dollari nei loro bilanci per la difesa nel 2023 – il 9% in più rispetto all’anno precedente – mentre i conflitti aumentavano le tensioni globali. 

Mentre la spesa per la difesa in Europa è cresciuta del 4,5% nel 2023, la sua spesa media rispetto alla dimensione complessiva dell’economia del blocco, all’1,6%, era ancora ben al di sotto dell’impegno del 2% stabilito dalla Nato – l’alleanza che include la maggior parte dei paesi europei. 

In altre parole, le nazioni europee dovrebbero aumentare i loro bilanci per la difesa di circa un quarto (in media) per soddisfare i loro obblighi Nato. 

Si tratta di un fattore significativo per le aziende del settore e per gli investitori.

Idea 3: Rame

Il rame è un metallo duttile, di colore rossastro, utilizzato fin dagli albori della storia umana.

Può essere usato per produrre materiale elettrico; costruzioni, come tetti e impianti idraulici; macchinari industriali, come gli scambiatori di calore; e leghe.

Ci sono state grosse lacune di investimenti nell’offerta di rame nell’ultimo decennio. 

La domanda per il metallo – utilizzato negli impianti di energia rinnovabile, nei cavi elettrici, nei veicoli elettrici e nei data center – sta accelerando, grazie a megatrend come la decarbonizzazione e l’intelligenza artificiale. 

Questi due fattori in contrasto potrebbero portare a carenze nel mercato del rame per anni, il che dovrebbe portare a prezzi più alti per il metallo e, a sua volta, a maggiori profitti per i minatori.

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