ETF uranio: la guida completa per il 2024


Ogni epoca ha i suoi “temi caldi”, e la nostra ha visto il ritorno di un argomento che sembrava quasi dimenticato e che, invece, popola nuovamente le prime pagine dei quotidiani: è il nucleare, una fonte energetica considerata alternativa e a basse emissioni di carbonio rispetto ai combustibili fossili. Per produrre energia nucleare l’uranio ricopre un ruolo fondamentale e, dopo il crollo subito durante i lunghi mesi di pandemia da Covid-19, il prezzo dell’uranio è cresciuto con estrema rapidità raggiungendo livelli molto alti per via anche del deficit dell’offerta.

Ecco allora che questa preziosa materia prima torna ad essere al centro degli interessi dei traders che, attraverso gli ETF Uranio, vogliono investire il proprio capitale a medio e lungo termine in strumenti potenzialmente redditizi: cerchiamo quindi di fare luce sugli ETF ed ETC sull’uranio disponibili su Borsa Italiana e non solo, analizzandone le caratteristiche per capire a quali tipologie di investitori possano convenire.

🤔A cosa serve l’uranio? Principalmente per l’energia nucleare.
💰Conviene investire in ETF Uranio? Dipende dalla composizione del proprio portafoglio.
📈Dove si negoziano gli ETF Uranio? Sui mercati come Borsa Italiana.

ETF uranio: cosa sono?

Primo elemento fossile scoperto in natura e tristemente noto per essere stato la principale materia prima utilizzata per la costruzione della bomba nucleare, l’uranio è un metallo molto denso le cui miniere sono distribuite in circa 20 paesi ma, di fatto, sono controllate da un piccolo gruppo di multinazionali. Siamo abituati a pensare all’uranio come combustibile per i reattori o utilizzato in campo militare, ma trova applicazione anche in ambito civile come, ad esempio, la costruzione di barche a vela.

Da un punto di vista energetico, secondo alcuni l’uranio e il nucleare potrebbero in futuro ricoprire un ruolo importante per la nostra indipendenza energetica, anche se la questione è molto spinosa e l’ipotesi di riattivare le vetuste centrali nucleari nazionali non è una strada percorribile: difficile quindi capire in quale direzione si muoverà il mercato nei prossimi mesi o anni, ma molti vedono in questa incertezza una buona opportunità di investimento attraverso gli ETF. Gli ETF (Exchange Traded Funds) sono fondi di investimento a gestione passiva versatili ed efficaci, che permettono anche al piccolo risparmiatore di agire sui mercati finanziari accedendo ai principali indici di mercato ma senza dover acquistare tutti i titoli presenti nel paniere. Investire in uranio attraverso gli ETF permette inoltre di sostenere costi di gestione ridotti – proprio perché si tratta di investimenti di tipo passivo – e di operare con strumenti estremamente liquidi, facili da vendere e da comprare perché vengono scambiati sui mercati mondiali proprio come avviene con le azioni. Cerchiamo quindi di entrare nel merito degli ETF uranio disponibili sui mercati ed analizzarne le caratteristiche principali.

ETF uranio: su quali investire nel 2024? Analisi tecnica

Così come gli ETF sulle materie prime anche gli ETF uranio sono protagonisti di un rinnovato interesse sui mercati finanziari da parte degli investitori: noi abbiamo selezionato i 5 prodotti a nostro avviso più significativi e che vale la pena tenere in considerazione qualora si fosse alla ricerca di questi prodotti per migliorare la diversificazione del proprio portafoglio.

Global X Uranium ETF (ISIN US37954Y8710)

Fondata nel 2008 e membro del Mirae Asset Financial Group, Global X ETFs è una società che si concentra su strategie ETF e propone, tra gli altri, un ETF sull’Uranio: Global X Uranium ETF mira a replicare l’indice Solactive Global Uranium & Nuclear Components, che viene ribilanciato due volte l’anno e che misura le performance di mercato delle società globali che operano nel settore dell’uranio “in senso ampio”, includendo anche quelle che occupano di estrazione, ricerca giacimenti e studio di tecnologie legate a questa industria. Il fondo investe almeno l’80% del suo patrimonio totale in questo genere di titoli, ed è interessante notare che in cima alla lista delle aziende che occupano il maggior capitale investito troviamo con il 22,49% Cameco Corporation, il colosso canadese secondo produttore mondiale di uranio, nonché la più grande società di uranio quotata in borsa al mondo. Il capitale gestito da questo Fondo supera il miliardo di dollari, e presenta delle spese di gestione annue che ammontano allo 0.69%.

VanEck Uranium+Nuclear Energy (ISIN US92189F6016)

Amministrato dalla società Van Eck Associates, questo fondo è stato lanciato nel 2017 e dunque possiamo definirlo come uno dei più “antichi” del settore. Mira a replicare nel modo più fedele possibile le performance dell’indice MVIS Global Uranium & Nucler Energy, che include aziende le cui attività sono strettamente legate all’uranio e all’energia nucleare per almeno il 50%. Il capitale gestito dal fondo supera di poco i 30 milioni di dollari americani ed appartiene principalmente ad aziende con sede in USA (53,72%) e Giappone (10,40%), ma nello split geografico figura anche un 4,07% di società italiane. Un aspetto sempre molto rilevante per gli investitori è la politica dei dividendi: per questo ETF la società ha optato per una distribuzione dei dividendi su base annuale, e le spese di gestione (TER) ammontano allo 0.60%.

North Shore Global Uranium Mining (ISIN US85208P3038)

Lanciato sul mercato nel 2019 e con già 900 milioni di dollari in gestione, questo fondo è stato recentemente assorbito da Sprott Asset Management, una società che offre esposizioni sui metalli investendo direttamente in asset reali. L’ETF presenta spese di gestione non proprio trascurabili, con un TER che ammonta allo 0,85% annuo, e mira a replicare l’omonimo indice investendo direttamente almeno l’80% nei titoli che lo compongono. Da un punto di vista geografico quasi il 55% del fondo è bilanciato sul Canada, al quale seguono Kazakistan (17,55%) e Australia (13,48%).

SPDR S&P Metals & Mining (ETF US78464A7550)

Negoziato da State Street Global Advisor, questo ETF non investe esclusivamente in uranio ma spazia in settori affini dell’industria mineraria come l’alluminio, l’oro e l’argento, e mira a replicare l’indice S&P Metals and Mining Select Industry. Tra le principali holdings troviamo i colossi statunitensi Royal Gold Inc (4,59%) e Reliance Steel & Aluminum Co (4,49%). Attualmente il fondo gestisce un capitale di poco superiore ai 2 milioni di dollari, e le spese operative annuali sono piuttosto contenute (0,35%).

Horizons Global Uranium (ETF CA44055K1075)

L’ultimo ETF uranio della nostra carrellata è Horizons Global Uranium, un fondo piuttosto recente nonché il primo in Canada ad offrire un’esposizione globale nel settore dell’uranio con un’esposizione diretta del 25% al prezzo della materia prima. Obiettivo del fondo, negoziato in dollari canadesi, è la replica dell’indice Solactive Global Uranium Pure-Play e prevede una distribuzione annuale dei dividendi. Tuttavia, non bisogna sottovalutarne l’indice di rischio – classificato dalla stessa emittente come molto alto – e le spese annuali, che ammontano all’1.06 %.

Investire in ETF uranio in periodo di crisi: conviene nel 2024? Previsioni, pro e contro

Per capire se sia un buon momento per investire in ETF uranio è opportuno valutare attentamente il contesto attuale, prendendo in esame alcuni aspetti ai quali abbiamo fatto accenno in apertura di questo approfondimento.

La prima considerazione da fare riguarda l’uranio in sé e i suoi campi di utilizzo: si tratta di una materia prima che continuerà a ricoprire un ruolo importante in campo energetico oppure verrà presto sostituita da fonti di energia più green? Su questo punto è difficile fare previsioni di lungo termine, il dibattito è ancora aperto e il nucleare è da sempre una fonte di energia molto controversa: se, da una parte, sembra essere una fonte di energia meno inquinante di altre, dall’altra la tanto agognata transizione ecologica richiede uno sforzo maggiore e una forte virata verso le rinnovabili.

Il secondo spunto di riflessione, invece, riguarda la situazione delle materie prime nel loro insieme: come sappiamo, il prezzo delle commodity è determinato dalle dinamiche di domanda e offerta e, generalmente, si mantiene anche nei periodi più complessi. I lunghi mesi di pandemia da Covid-19 e il conflitto tra Russia e Ucraina che sembra ancora lontano da una risoluzione hanno causato notevoli stravolgimenti sui mercati, spingendo la volatilità e l’incertezza, ma storicamente, i mercati sono caratterizzati da grande resilienza e in Moneyfarm abbiamo scelto di dare spazio alle materie prime nella nostra asset allocation strategica poiché crediamo nella loro capacità, nonostante tutto, di proteggere i portafogli dalla svalutazione in termini reali.

Se vuoi conoscere nel dettaglio la composizione dei nostri portafogli di investimento e trovare una soluzione si misura per mettere al sicuro i tuoi risparmi, compila senza impegno il form online.

Investire in ETF: qual è la differenza tra Moneyfarm e la tua Banca?

Da sempre in Moneyfarm abbiamo scelto di prediligere gli ETF rispetto ai fondi comuni tradizionali perché a nostro avviso offrono agli investitori una serie di vantaggi come la trasparenza, l’estrema liquidità e i bassi costi di gestione. Tre caratteristiche che difficilmente si possono riscontrare nei prodotti che vengono proposti dagli istituti bancari, troppo spesso guidati da logiche non proprio trasparenti e dalle provvigioni che ricavano dai prodotti inseriti in portafoglio.

Moneyfarm invece guadagna esclusivamente dal costo del servizio, senza percepire alcun tipo di provvigione da parte di chi emette i prodotti: ogni ETF viene selezionato attentamente seguendo un processo molto rigido e prendendo in considerazione criteri fondamentali come il tracking error (vale a dire la differenza tra le performance del prodotto e quelle del benchmark), la tipologia di costruzione dell’ETF e i titoli posti a collaterale dello strumento. I nostri interessi coincidono con quelli dell’investitore, ed è così che riusciamo ad offrire un servizio di consulenza davvero indipendente, scelto da più di 80.000 risparmiatori che ci hanno premiati per il settimo anno consecutivo come “Miglior Consulente Finanziario Indipendente in Italia”.

Domande Frequenti

È meglio acquistare direttamente l’uranio o investire in strumenti finanziari?

Essendo un materiale pericoloso e radioattivo naturalmente non è possibile acquistarlo direttamente, ma è possibile investire sull’uranio. Tra i tanti investimenti possibili, a nostro avviso la soluzione migliore sono gli ETF perché significa optare per prodotti estremamente liquidi, versatili e con costi di gestione ridotti.

Perché il prezzo dell’uranio è alto?

Il prezzo delle materie prime dipende dalle dinamiche di domanda e offerta e, in questo momento, il deficit dell’offerta determina l’ascesa dei prezzi. Inoltre, l’uranio è fondamentale per l’energia nucleare, un tema estremamente attuale.

È rischioso investire in ETF uranio?

In linea generale tutti gli investimenti portano con sé una componente di rischio più o meno alta, che non dipende solo dalle specificità del singolo prodotto ma, più in generale, dalla composizione del proprio portafoglio di investimenti e dall’efficacia della sua diversificazione.

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*Gli investimenti in strumenti finanziari sono soggetti alla variabilità del mercato e possono determinare la perdita, in tutto o in parte, del capitale inizialmente investito.

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