TFR in busta paga: cosa significa e come si calcola?

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Il TFR è disciplinato in Italia da circa 40 anni. Si tratta di un importante strumento destinato ai lavoratori subordinati del settore pubblico e privato, i quali ricevono una determinata somma alla fine del rapporto di lavoro in base alla busta paga e agli anni lavorati. Per fare le scelte giuste e capire che vantaggi ha il TFR  bisogna però conoscerlo.

In questo articolo cercheremo quindi di fare una panoramica dello strumento, per comprendere meglio cos’è il TFR e come si calcola. Ecco tutto quello che bisogna sapere a riguardo.

Significato di TFR Trattamento di fine rapporto
Differenze tra TFR e liquidazione Nessuna differenza, sono la stessa cosa
Dove trovo il TFR in busta paga Nella parte bassa della busta paga
Si può chiedere un anticipo del TFR? Sì, ma solo chi ha maturato 8 anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro

Che cos’è il TFR?

Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR), conosciuto anche come liquidazione, è una parte della retribuzione dei lavoratori dipendenti che viene accantonata mensilmente da parte del datore di lavoro e che poi viene liquidata alla cessazione del rapporto di lavoro, qualunque sia il motivo del suo termine, ad esempio la pensione.

Il TFR, quindi, è a tutti gli effetti una retribuzione differita, che assicura ai lavoratori dipendenti un determinato trattamento economico in caso di licenziamento, dimissioni o raggiungimento dell’età pensionabile.

Come si calcola il TFR in busta paga

Per calcolare l’ammontare annuo del TFR in modo semplificato e puramente indicativo basta dividere la retribuzione annuale, comprensiva di tredicesima e quattordicesima, per 13,5 e moltiplicare per gli anni di servizio. L’accantonamento viene rivalutato al tasso fisso del 1,5% rapportato ai mesi effettivi lavorati durante l’anno, più una parte legata all’indice ISTAT dei prezzi dei beni al consumo.

Più nel dettaglio, il calcolo del TFR è effettuato come segue:

  • per ogni anno di lavoro viene calcolato un importo pari alla retribuzione totale annua diviso 13,5;
  • si sommano le quote annuali precedenti;
  • si destina lo 0,5% di questa quota all’INPS come contributo pensionistico;
  • si indicizzano le somme versate il 31 dicembre di ogni anno a un tasso di 1,5% fisso più il 75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo definito dall’Istat.

Calcolo del TFR passo a passo


Calcolare la quota annua del TFR

Bisogna dividere la retribuzione annua lorda per 13,5

Aggiungere l’adeguamento all’inflazione

È necessario sommare un valore fisso dell’1,5% e il 75% dell’indice ISTAT relativo ai prezzi al consumo

Tenere conto degli anni di servizio

Infine bisogna moltiplicare l’importo per il numero di anni di servizio



Esempio di calcolo del TFR di un lavoratore dipendente

Per comprendere meglio come si calcola il TFR vediamo l’esempio di un lavoratore dipendente del settore privato, con una retribuzione annua lorda di 25.000 euro e 10 anni di servizio. In questo caso il TFR maturato dal lavoratore sarà calcolato nel seguente modo:

  • 000 / 13,5 = 1.851 euro (quota annua del TFR)
  • 851 * 10 = 18.510 euro (quota totale senza la rivalutazione e le tasse)

Quando viene pagato il TFR?

IL TFR viene maturato tutti i mesi dai lavoratori dipendenti, i quali possono decidere se destinarlo in un fondo pensione o lasciarlo in azienda. Vediamo però quando il TFR viene pagato dal datore di lavoro al dipendente.

Per quanto riguarda i lavoratori privati, il TFR viene erogato in genere entro due mesi dalla cessazione del rapporto, tuttavia non esiste una tempistica precisa definita per legge.

Per i lavoratori pubblici, invece, l’erogazione del TFR o TFS avviene in tempistiche ben definite. Ecco alcuni esempi:

  • entro 50 giorni in caso di pensione ai superstiti (reversibilità);
  • entro 55 giorni in caso di pensione di vecchiaia, anzianità o anticipata;
  • entro 85 giorni in caso di inabilità;
  • entro 115 giorni in caso di pensione di invalidità specifica o pensione privilegiata di inabilità.

Dove si vede il TFR in busta paga?

La busta paga è un documento che viene consegnato mensilmente al lavoratore con l’obiettivo di erogargli lo stipendio, per fargli ottenere l’accredito dei contributi per la pensione e per accantonare la quota mensile di TFR.

La busta paga si suddivide in tre parti:

  1. La parte alta: qui troviamo il nome dell’azienda, matricola INPS, PAT INAIL, dati identificativi del lavoratore e i dati del rapporto.
  2. Il corpo: qui sono invece contenuti tutti gli elementi mensilmente riconosciuti come la retribuzione lorda, i premi, le assenze, le indennità di malattia e/o infortunio, la cassa integrazione, i permessi chiesti, le ferie fatte, i bonus e gli straordinari.
  3. La parte bassa: qui ci sono invece le trattenute fatte nel mese sullo stipendio lordo del lavoratore, la retribuzione utile al calcolo del premio INAIL, le detrazioni, i contatori progressivi di ferie e permessi maturati, il TFR, e la retribuzione netta.

In particolare, il TFR si trova nella parte bassa della busta paga, dove viene evidenziato sia quanto si è maturato nel mese di riferimento che quanto è stato accantonato nel tempo. Molto spesso i cedolini riportano anche quanto è stato maturato, a livello di TFR, nell’anno precedente. In questo caso si troverà la dicitura: “Fondo TFR al 31/12”.

Il TFR nei diversi contratti di lavoro

La gestione e la maturazione del TFR sono solitamente influenzate dalla tipologia contrattuale sottoscritta dal lavoratore e dall’azienda. Di seguito si propone un’analisi dettagliata del trattamento del TFR nelle diverse tipologie di contratti di lavoro:

  • Contratti a tempo indeterminato: nel contesto dei contratti a tempo indeterminato, il TFR si accumula annualmente, calcolato sulla base della retribuzione complessiva percepita dal lavoratore. Il TFR matura in maniera lineare e continua per tutta la durata del rapporto di lavoro e viene liquidato al termine del rapporto di lavoro, che sia per dimissioni, licenziamento, pensionamento o altro motivo di cessazione.
  • Contratti a tempo determinato: per i contratti a tempo determinato, il TFR viene accumulato in modo proporzionale alla durata del contratto. Alla scadenza del termine, o in caso di non rinnovo, il TFR maturato viene corrisposto al lavoratore. La particolarità di questi contratti sta nella non continuità del rapporto lavorativo che può comportare frequenti liquidazioni del TFR.
  • Contratti part-time: il calcolo del TFR per i lavoratori part-time segue la stessa logica di quello a tempo pieno, ma viene proporzionato in base alle ore lavorate. Anche se la retribuzione percepita è inferiore a causa delle ore di lavoro ridotte, il diritto al TFR rimane inalterato e viene calcolato in proporzione al tempo lavorato.
  • Collaborazioni Coordinate e Continuative (Co.Co.Co.): le collaborazioni coordinate e continuative, sebbene non siano contratti di lavoro subordinato, prevedono talvolta l’accumulo di una sorta di TFR, spesso denominato indennità di fine rapporto. La normativa a riguardo è stata oggetto di diverse interpretazioni giuridiche e modifiche legislative. Attualmente, il TFR non è dovuto per legge ai collaboratori, ma può essere pattuito contrattualmente.

Contratti a tempo indeterminato

Il TFR viene maturato mensilmente e il suo ammontare dipende dalla retribuzione del lavoratore. Viene pagato alla fine del rapporto di lavoro (pensione, licenziamento o dimissioni)

Contratti a tempo determinato

L’ammontare del TFR dipende dalla durata del contratto e viene pagato alla scadenza del rapporto di lavoro

Contratti part-time

Il TFR viene calcolato in base alla retribuzione del lavoratore, quindi l’ammontare sarà più basso rispetto a un lavoratore con contratto full time

Contratti Co.co.co

Con questi contratti i lavoratori non hanno diritto al TFR, perciò il datore di lavoro non è tenuto a pagare la liquidazione

Anticipazione del TFR

Per poter richiedere un’anticipazione del Trattamento di Fine Rapporto (TFR), i lavoratori devono soddisfare determinate condizioni stabilite dal Codice Civile all’articolo 2120. Specificamente, è necessario aver accumulato almeno 8 anni di servizio presso lo stesso datore di lavoro. Inoltre, l’importo richiesto come anticipo dal lavoratore non può superare il 70% dell’ammontare maturato fino alla data della richiesta.

Per quanto riguarda le giustificazioni per l’anticipazione del TFR, la legge prevede che questa possa essere concessa per specifiche necessità come l’acquisto della prima casa, sia per sé che per i figli, oppure per fronteggiare spese sanitarie straordinarie e urgenti, riconosciute da strutture pubbliche competenti. Altre situazioni ammesse includono il sostegno economico durante periodi di congedo parentale o formazione extra-lavorativa.

È importante sottolineare che l’anticipo del TFR può essere richiesto solo una volta durante il rapporto di lavoro e che le richieste devono essere limitate annualmente al 10% degli aventi diritto, ad ogni modo non oltre il 4% del totale dei dipendenti dell’azienda. Le condizioni specifiche e ulteriori dettagli possono essere regolate anche dai contratti collettivi di lavoro, che possono stabilire condizioni di accesso più favorevoli o includere altre ipotesi per l’anticipazione del TFR.

Come è tassato il TFR

A questo punto vediamo rapidamente come funziona la tassazione del TFR. Per quanto riguarda il TFR lasciato in azienda, vengono applicate aliquote fiscali in base all’IRPEF una volta che si va in pensione per il raggiungimento dei requisiti pensionistici. Tuttavia, se viene destinato alla previdenza complementare l’aliquota fiscale è molto più bassa, tra il 15% e il 9%. Prima iniziate ad avere un Fondo Pensione e a destinarvi il TFR e prima raggiungerete l’aliquota del 9%. Insomma la differenza rispetto al trattamento fiscale è molto netta.

Il TFR e la pensione

I lavoratori dipendenti possono scegliere se mantenere il TFR in azienda e quindi riceverlo come liquidazione, oppure se versare le quote mensili per investirle in un piano pensione. Lasciarlo in azienda significa avere una rivalutazione legata alla media mobile a 5 anni del PIL italiano e sappiamo bene che le prospettive di crescita potrebbero non essere esaltanti. Invece, investire il TFR in un piano pensione, principalmente azionario per i più giovani, più bilanciato per coloro che si avvicinano alla pensione, è spesso l’opzione più conveniente.

Quanto potrà rendere il mercato globale nei prossimi 15, 20, 25 o 30 anni? La storia e il buon senso suggeriscono che potrebbe rendere più della media mobile a 5 anni del PIL italiano. Secondo le nostre stime, un lavoratore di 40 anni che guadagna 2.000 euro netti in un’azienda con meno di 50 dipendenti può avere accumulato più del doppio del capitale se ha deciso  di investire nella previdenza piuttosto che lasciare il TFR in azienda. Si tratta di una differenza stimata del 110%, quindi è opportuno prestare la massima attenzione nella scelta di destinazione del TFR.  

Sappiamo bene che questa fortuna di poter trasferire il TFR all’interno di un fondo pensione non vale per i lavoratori autonomi, perché ovviamente non hanno un TFR. In questo caso, però, è possibile aprire un PIP per iniziare il prima possibile a maturare i requisiti per abbassare l’aliquota dal 15 al 9%. 

Un ragionamento simile è da fare per i dipendenti pubblici. Il Trattamento di fine servizio , cosiddetto TFS, purtroppo non è  un vero e proprio accantonamento e non può essere trasferito all’interno di un PIP. Non significa però non dover pensare alla pensione e ai vantaggi che avere un Piano Pensione può comportare. Se sei un dipendente privato ti consigliamo di trasferire subito il TFR in un Piano Pensione. Se sei un autonomo o un dipendente pubblico sappiamo bene che non puoi beneficiare dei vantaggi che abbiamo descritto prima. Pensa comunque al tuo futuro e apri un PIP

Aspetti principali del TFR in busta paga


Lavoratori che hanno diritto al TFR

Lavoratori privati e pubblici con contratti a tempo indeterminato e determinato, sia part-time che full time

Calcolo dell’ammontare del TFR

Il TFR si calcola dividendo la retribuzione lorda annua per 13,5 e aggiungendo la rivalutazione agli indici ISTAT dei prezzi al consumo

Voci che fanno parte del TFR

Tredicesima, quattordicesima, scatti di anzianità, bonus e provvigioni, maggiorazioni per orari e turni

Voci che non fanno parte del TFR

Rimborsi spese, indennità di trasferta, borse di studio, indennità per ferie e permessi non goduti

Tassazione del TFR

Dipende dall’aliquota IRPEF da applicare in base al reddito di riferimento

Anticipazione del TFR

Dopo 8 anni di servizio è possibile richiedere fino al 70% del TFR per alcuni motivi specifici (ad esempio problemi di salute o acquisto della prima casa)

Pagamento del TFR

In genere entro 30-45 giorni per i lavoratori privati e da 45 a 145 giorni per i lavoratori pubblici

Destinazione del TFR

Può essere lasciato in azienda o conferito in un fondo pensione

TFR in busta paga: riflessioni finali

Il sapere dove si può trovare il TFR all’interno della busta e quanto si è maturato è un aspetto molto importante nella vita di un lavoratore. Come abbia detto questo strumento può confluire in un fondo pensione e godere di tutti i vantaggi del caso, oppure rimanere in azienda, secondo gli strumenti previsti da ogni attività.

Il TFR è importante anche perché può aiutarti in momenti cruciali della vita, come può essere l’acquisto di una casa o far fronte a delle spese mediche impreviste.  Da ricordare come la richiesta di anticipo del TFR deve seguire delle regole e potrà essere dato solo il 70% di quanto versato negli anni.

Domande Frequenti

Quando arriva il TFR in busta paga?

Il TFR arriva in busta paga quando si conclude il rapporto di lavoro a prescindere dalla ragione

Cosa significa imponibile TFR in busta paga?

L’imponibile TFR in busta paga corrisponde alla somma di tutte le quote a cui sia diritto e che sono state maturate durante tutto il periodo di collaborazione lavorativa con il datore di lavoro

Come si calcola il TFR di un mese?

Il TFR si calcola facendo una somma della retribuzione percepita all’anno (al lordo delle tasse) diviso 13,5

Come faccio a sapere quanto è il mio TFR?

Per conoscere l’importo preciso del proprio TFR è necessario consultare la busta paga o la CU (Certificazione Unica), verificando il totale dell’accantonamento maturato riportato nella parte bassa del documento.

Quanto si prende di TFR all’anno?

Ogni anno i lavoratori dipendenti maturano una quota del TFR pari al 6,91% della retribuzione lorda, alla quale bisogna aggiungere le rivalutazioni previste dalla legge e dei contratti collettivi nazionali.

Quando ti viene pagato il TFR?

Generalmente il TFR viene pagato alla cessazione del rapporto di lavoro in caso di licenziamento, dimissioni o pensionamento, di solito entro due mesi per i dipendenti privati o fino a 24 mesi per quelli pubblici.

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