Quanti tipi di obbligazioni esistono e come acquistarle?

Che le obbligazioni siano una forma di investimento particolarmente cara agli italiani non è un mistero. I motivi vanno ricercati non solo nella nostra bassa propensione al rischio, ma anche nel fatto che i bond permettono di ricevere una remunerazione periodica e di vedersi rimborsato a scadenza il capitale versato. Pur avendo molte caratteristiche in comune, però, i bond non sono tutti uguali: in questo approfondimento cerchiamo di capire meglio le diverse tipologie di obbligazioni e quali criteri prendere in considerazione per integrarle nel proprio portafoglio.

Obbligazioni: come funzionano e chi le emette?

Prima di entrare nel merito dei diversi tipi di obbligazioni che si possono acquistare, è bene fare un veloce ripasso di come funzionano questi particolari strumenti finanziari: un argomento tutt’altro che banale, visto che dal nostro ultimo sondaggio risulta che 4 italiani su 5 non sanno come funziona un’obbligazione.
Da un punto di vista tecnico, le obbligazioni sono dei titoli di debito emessi da società (Corporate Bond), Stati (Government Bond) o enti pubblici al fine di reperire liquidità sui mercati. Acquistando un bond, di fatto, si presta del denaro al soggetto emittente, che si impegna a restituire l’importo alla scadenza e a pagare un interesse sotto forma di cedola periodica.
Il rendimento di un’obbligazione dipende sia dal prezzo di acquisto sia dalla quota di interessi, mentre i rischi principali sono quelli legati al merito creditizio dell’emittente, all’affidabilità della valuta – nel caso di bond di Stati esteri – e alla volatilità dei tassi, specialmente sul lungo periodo.

Tipi di obbligazioni

Esistono moltissime tipologie di obbligazioni che si distinguono per le caratteristiche specifiche del titolo, ma per semplificare possiamo suddividerle in due grandi categorie: le obbligazioni ordinarie e le obbligazioni strutturate.

Obbligazioni ordinarie

Le obbligazioni ordinarie – spesso chiamate anche obbligazioni plain vanilla – sono senza dubbio quelle più comuni. A seconda del tasso di interesse, le obbligazioni ordinarie si suddividono a loro volta in obbligazioni con cedola a tasso fisso e cedola a tasso variabile: nel primo caso l’investitore percepisce un interesse stabilito a priori al momento del contratto, mentre nel secondo caso l’ammontare della cedola dipende dagli indici ai quali è legata, come ad esempio l’inflazione o i tassi Euribor.

Obbligazioni strutturate

Le obbligazioni strutturate sono un po’ più complesse, perché si tratta di prodotti che combinano tra loro due elementi: una componente obbligazionaria ordinaria (che può essere sia a tasso fisso sia a tasso variabile) e un contratto derivato. Il rendimento dell’obbligazione dipende dalla performance del contratto sottostante, che può essere legato all’andamento di azioni, fondi comuni, indici, materie prime etc. Si tratta evidentemente di strumenti adatti agli investitori più esperti, che hanno un’adeguata comprensione del loro funzionamento e delle dinamiche dei mercati ai quali sono legati.

Altri tipi di obbligazioni

Nel mare magnum del mercato obbligazionario esistono molti altri tipi di bond, alcuni dei quali presentano delle caratteristiche peculiari che è bene conoscere – anche a grandi linee – così da avere le idee un po’ più chiare quando ci troviamo a dover scegliere gli strumenti da inserire in portafoglio. Ecco una carrellata delle principali:

  • Obbligazioni convertibili: si tratta di prodotti che si posizionano a metà tra le obbligazioni e le azioni, e sono rivolti a quegli investitori che stanno valutando di diventare soci di una società. Il contratto infatti stabilisce che, dopo un certo periodo di tempo, l’obbligazionista può convertire i propri bond in azioni, diventando dunque proprietario di una partecipazione sociale.
  • Obbligazioni subordinate (o junior bond): generalmente più remunerative ma più rischiose dei bond tradizionali perché, qualora l’emittente risultasse insolvente, il rimborso del capitale avverrebbe solo dopo che sono stati rimborsati gli obbligazionisti ordinari.
  • Obbligazioni zero coupon (o titoli a sconto): si tratta di obbligazioni particolari perché non prevedono la cedola e vengono emesse ad un prezzo inferiore al valore nominale (ossia sotto la pari). Il rendimento, quindi, è determinato solamente dalla differenza tra il prezzo di acquisto e il valore di rimborso. È il caso, ad esempio dei BOT (Buoni Ordinari del Tesoro).

Rischi e tassazione delle obbligazioni

Tra i tanti miti da sfatare sulle obbligazioni, uno dei più diffusi è che siano prive di rischi, specialmente se si tratta di obbligazioni ordinarie a tasso fisso. In realtà non è così: tutti gli investimenti finanziari comportano rischi e, nel caso specifico, quelli associati ai bond sono essenzialmente di tre tipologie:

  • Rischio di credito: si verifica quando l’emittente non è in grado di tenere fede al contratto e ripagare i propri obbligazionisti. Molti, purtroppo, credono che questa eventualità riguardi solo i corporate bond (come è successo nel 2003 con il fallimento di una delle più grandi società alimentari italiane), ma anche i governi possono finire in bancarotta, come è avvenuto nel 2001 in Argentina.
  • Rischio di cambio: si tratta di un rischio che riguarda i titoli in valuta diversa dall’euro e deriva dalla possibilità che la valuta estera si deprezzi rispetto alla nostra moneta, causando perdite che possono diventare anche ingenti. È importante tenere a mente che le obbligazioni denominate in valuta estera comportano sempre un rischio più elevato rispetto a quelle in euro, indipendentemente dal livello di rating attribuito all’emittente.
  • Rischio di tasso d’interesse: partendo dal presupposto che il prezzo dei titoli varia a seconda della variazione dei tassi di interesse, gli investitori che volessero vendere il titolo prima della scadenza potrebbero subire delle perdite, specie nel caso di obbligazioni a tasso fisso e a lunga scadenza.

Oltre a tenere in considerazione i rischi, un altro elemento da non sottovalutare quando si acquistano titoli obbligazionari è la tassazione. L’aliquota, calcolata sia sulle plusvalenze generate sia sulle cedole percepite, ammonta al 26%, che scende al 12,5% nel caso di Titoli di Stato e assimilabili.

Come acquistare obbligazioni con Moneyfarm

In Italia i mercati obbligazionari di riferimento sono MOT, Extramot e ETLX. Come gli altri prodotti finanziari, anche le obbligazioni vengono collocate sul mercato primario e poi scambiate sul mercato secondario. I titoli di Stato possono essere acquistati anche online, in Banca o in posta.
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I costi, come sempre, sono semplici e trasparenti: non sono previste spese per l’apertura del Conto Titoli né per la custodia, ma paghi solo le operazioni che scegli di effettuare (3,95 euro per obbligazioni e tutte le operazioni su Borsa Italiana; 5,95 euro per le operazioni fatte su altre Borse)
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Domande Frequenti

È vero che le obbligazioni non comportano rischi?
Purtroppo no, e si tratta di un errore di valutazione molto comune: le obbligazioni – pur essendo strumenti generalmente più sicuri di altri – comportano dei rischi come tutti gli investimenti.

Dove posso acquistare obbligazioni?
Da oggi puoi farlo direttamente con il Conto Titoli Moneyfarm: troverai un ventaglio di più di 160 proposte tra titoli di Stato italiani, Europei, Corporate Bond e molto altro.

Quanto rendono le obbligazioni?
Il rendimento delle obbligazioni dipende dalla tipologia di prodotto (es. cedola fissa o variabile), dall’andamento dei tassi di interesse del mercato, dal rating dell’emittente e da molti altri fattori.

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*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.