Cosa sono gli investitori istituzionali

Gli investitori istituzionali italiani sono delle organizzazioni che si occupano della gestione di diverse tipologie di portafogli di investimenti. Operano su scala professionale e, interagendo con grandi quantità di denaro, influenzano enormemente i mercati finanziari. Chi vuole realizzare una rendita partendo dai propri risparmi può dunque affidarsi a questi enti, che presentano caratteristiche e peculiarità differenti a seconda della tipologia cui appartengono.

In questa guida ti spiegheremo quali sono gli investitori istituzionali in Italia, classificandoli a seconda del tipo e del campo d’azione, ed evidenziando tutte le modalità operative che li contraddistinguono.

💵 Chi sono gli investitori istituzionali? Gli investitori istituzionali sono organizzazioni che gestiscono grandi quantità di capitale, influenzando attivamente l’economia del Paese.
🤳I privati possono affidarsi agli investitori istituzionali? Si, poiché le strategie di asset management permettono di gestire con maggiore efficienza anche capitali ridotti per privati e PMI.
💼Quali sono gli investitori istituzionali in Italia? In Italia gli investitori istituzionali si classificano in banche, compagnie assicurative, società di gestione del risparmio, fondi comuni e fondi pensione.
⌛ Quali rischi affrontano gli investitori istituzionali? Tra i profili di rischio affrontati dagli investitori istituzionali ci sono la volatilità del mercato, rischio di liquidità e concentrazione dei portafogli.

Classificazione degli investitori istituzionali

Il primo tema da affrontare, per capire perché un investitore istituzionale può rivelarsi una grande risorsa per chiunque voglia mettere a frutto i propri risparmi, è bene capire chi sono gli investitori istituzionali. Per dare una definizione generale degli investitori istituzionali, possiamo dire che essi sono entità finanziarie che gestiscono grandi quantità di capitali, in genere provenienti da terzi, e li reinvestono in strumenti finanziari come azioni, obbligazioni, fondi comuni di investimento, prodotti strutturati e molto altro. Un investitore istituzionale, generalmente, ha accesso a maggiori risorse finanziarie e umane rispetto agli investitori individuali, perciò può utilizzare strategie di investimento più sofisticate, efficienti e diversificate.

Ma chi sono gli investitori istituzionali italiani? Nonostante il loro numero sia molto elevato, è possibile classificarli nelle seguenti tipologie:

  • Enti pubblici – questi investitori istituzionali comprendono istituzioni pubbliche, come ad esempio la Cassa Depositi e Prestiti, o altri enti pubblici che effettuano investimenti di interesse e rilevanza nazionale. Queste organizzazioni appartengono allo Stato e possiedono un mandato istituzionale che consente loro di operare legalmente e svolgere un ruolo strategico nell’intera economia del Paese.
  • Banche – sono investitori istituzionali italiani le banche di investimento, le banche d’affari e anche le banche commerciali. Questi enti, infatti, sono soliti investire in una pluralità di strumenti, fornendo al tempo stesso servizi di consulenza e finanziamento sia alle imprese sia al Governo.
  • Assicurazioni – anche le compagnie assicurative rientrano nella definizione di investitori istituzionali. Offrono infatti servizi di polizze vita o polizze contro danni di varia natura e, allo stesso tempo, reinvestono i capitali acquisiti in diversi asset.
  • Fondi Pensione – questi enti raccolgono il denaro dei lavoratori pubblici e delle imprese. L’obbiettivo principale che perseguono è quello di reinvestire questi capitali per fornire, in futuro, un reddito ai loro iscritti. In particolare si tratta di un reddito da riscattare una volta raggiunta l’età pensionabile.
  • Fondi Comuni – anche i fondi comuni raccolgono denaro dai propri clienti e investitori, impiegandolo nell’acquisto di varie tipologie di strumenti finanziari per generare ulteriori risorse finanziarie. L’obbiettivo dei fondi comuni è del tutto simile a quello dei fondi pensione, ciò che differenzia le due organizzazioni sono il comparto normativo e le modalità operative.
  • Società di gestione del risparmio – a questi investitori istituzionali si rivolgono per lo più i privati, o i lavoratori che vogliono costruire nel tempo una seconda rendita, oltre quanto spetterà loro a titolo di pensione. Le società di gestione del risparmio sono composte da esperti in fatto di finanza e investimenti, il cui intento è quello di offrire un servizio mirato e personalizzato sulla base dei bisogni e specifiche necessità dei propri clienti.

L’importanza degli investitori istituzionali nell’economia del Paese

Come già accennato, gli investitori istituzionali operano con ingenti quantità di capitale. Questo significa che hanno un ruolo cruciale nell’economia italiana (e globale), poiché contribuiscono sia alla liquidità sia alla stabilizzazione ed efficienza dei mercati finanziari.

Un investitore istituzionale, si consideri, è in grado di fornire alle società il capitale necessario per i loro progetti a lungo termine, dal momento che può acquistare un gran numero di azioni e obbligazioni. Allo stesso tempo, finanziando le imprese, gli investitori istituzionali sono anche in grado di influenzarne la governance, poiché tante più azioni acquistano, tanto più cresce il loro potere decisionale all’interno delle assemblee dei soci.

Date le ampie risorse a loro disposizione, gli investitori finanziari sono anche in grado di stabilizzare o ridurre la volatilità dei mercati, vendendo titoli e strumenti finanziari quando il loro prezzo è elevato e acquistandoli quando il costo è basso. La sempre crescente interconnessione economica, pertanto, ha eletto questi agenti come elementi cruciali per l’economica di un Paese.

Gli standard normativi ed etici degli investitori istituzionali in Italia

Nel nostro Paese i responsabili della supervisione degli investitori istituzionali sono la Banca d’Italia e la Consob. Entrambi gli enti effettuano periodicamente controlli riguardo la conformità normativa delle organizzazioni di investitori, oltre che riguardo al rispetto delle regole e normative del mercato. Gli investitori istituzionali, ad esempio, sono formalmente soggetti al Testo Unico della Finanza e alle disposizioni in materia di adeguamento del diritto interno alle norme dell’Unione Europea in relazione alla revisione legale dei conti. La Direttiva AIFMD del 2011, inoltre, regola la gestione dei fondi di investimento alternativi.

Gli investitori istituzionali italiani, tuttavia, non devono rispondere soltanto alla legge, ma devono rispettare anche alcuni particolari standard etici. In particolare:

  • Non devono utilizzare informazioni privilegiate per fare scelte di investimento;
  • Non devono commettere frodi o operare illegalmente;
  • Devono garantire trasparenza operativa.

Tra gli standard etici più recenti, invece, si trovano la responsabilità sociale e ambientale delle imprese (ossia il fare scelte sostenibili), adottare un’efficiente ed efficace corporate governance e rispettare l’inclusione e la diversità.

Investitori istituzionali in capitali di rischio: quali sono?

Gli investitori istituzionali in capitali di rischio rispondono a una particolare tipologia di organizzazione, conosciuta come Venture Capital: l’obbiettivo principale di questi enti consiste nell’investire a lungo termine su giovani aziende innovative e startup, puntando sostanzialmente sul loro potenziale presente e futuro.

Questa tipologia di investimenti viene definita “di rischio” poiché non si hanno, in effetti, certezze in merito all’aumento di valore delle azioni rispetto al costo iniziale. L’azione delle Venture Capital, tuttavia, permette di creare nuove opportunità di lavoro e contribuisce allo sviluppo economico dell’Italia. Per questo motivo, gli investimenti in capitale di rischio sono considerati ad alto rischio, ma con un potenziale di rendimento molto elevato.

Profili di rischio degli investitori istituzionali

Come in tutte le attività di finanziamento e investimento, anche l’operato degli investitori istituzionali italiani, al pari di quello degli investitori non istituzionali, è soggetto a diversi profili di rischio. Tra i principali pericoli cui vengono esposti gli investitori istituzionali ci sono:

  • Volatilità di mercato – che potrebbe far perdere valore agli strumenti finanziari acquisiti;
  • Concentrazione dei portafogli – quando un portafoglio si concentra solo su uno specifico settore, rischia di non riuscire a reggere le oscillazioni di prezzo, pertanto è preferibile la diversificazione;
  • Rischi di credito e di liquidità – se la controparte và incontro al fallimento e non ha modo di liquidare i titoli precedentemente emessi.

Per limitare i rischi gli investitori istituzionali ricorrono a svariate strategie di asset management, che permettono loro di ottimizzare la gestione dei portafogli, garantendo un equilibrio tra rischio e rendimento, attraverso la diversificazione degli investimenti, la riduzione dei costi e la massimizzazione della performance.

Domande frequenti

Chi sono gli investitori istituzionali?

Gli investitori istituzionali sono organizzazioni finanziarie che gestiscono grandi capitali per conto di terzi. In Italia gli investitori istituzionali possono essere classificati in fondi pensione, compagnie di assicurazione, società di gestione patrimoniale, fondi comuni e banche. A differenza degli investitori non istituzionali, gli hanno spesso accesso a risorse finanziarie e tecnologiche d’avanguardia e sono composti da team di esperti dei settori finanza e investimento. Trattandosi di organizzazioni a lungo termine, inoltre, gli investitori istituzionali possono investire in posizioni più stabili e durature.

Che grado di importanza hanno gli investitori istituzionali nell’economia di un Paese?

Gli investitori istituzionali svolgono un ruolo economico cruciale, promuovendo la liquidità e la stabilità dei mercati finanziari: le loro attività e le loro strategie di investimento possono infatti influire grandemente sul prezzo degli asset. La loro presenza, inoltre, può contribuire a diversificare il mercato, aumentando la disponibilità di capitali per le imprese (anche giovani o startup) e promuovendo l’innovazione. Gli investitori istituzionali possono anche costituire un’importante risorsa per i piccoli investitori, poiché possono gestire i risparmi in modo più efficiente e fornire una più ampia gamma di opzioni di investimento.

A quali rischi sono esposti gli investitori istituzionali in Italia?

Gli investitori istituzionali devono affrontare diversi rischi, tra cui la volatilità dei mercati finanziari, la concorrenza e la pressione sui rendimenti, la regolamentazione e le questioni di corporate governance. Inoltre, devono essere in grado di bilanciare gli interessi dei loro investitori con quelli delle società in cui investono, in particolare in relazione alle questioni etiche e di responsabilità sociale. Per gestire al meglio grandi somme di denaro si affidano a strategie di asset management.

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