Investimenti che non rientrano nell’ISEE

Gli investimenti che non rientrano nell’ISEE sono quegli investimenti finanziari o patrimoniali che non vengono considerati nell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE). L’ISEE, in particolare, è un indicatore utilizzato in Italia per calcolare l’effettiva situazione economica di una famiglia o di un singolo individuo.

Gli investimenti che non rientrano nell’ISEE, e che dunque non devono essere riportati nella dichiarazione sono stati notevolmente ridotti dalle ultime riforme, ma continuano ad essere estremamente importanti perché permettono, nel tempo, di accumulare ricchezza che potrà essere utilizzata per affrontare le spese future. Questa tipologia di investimenti è di particolare importanza perché può anche offrire vantaggi e detrazioni a livello fiscale (come i bonus sociali luce e gas).

In questo articolo osserveremo da vicino tutte le tipologie di investimento che non rientrano nell’ISEE, per capire quali effettivamente siano e in che modo possono costituire un’importante risorsa economica.

A cosa serve l’ISEE? L’ISEE è un documento che certifica la situazione economica di un nucleo familiare o di un singolo individuo e dev’essere presentato entro il 31 dicembre dell’anno di riferimento.
Cosa comprende l’ISEE? L’ISEE comprende tutti i redditi, possedimenti e beni (mobiliari e immobiliari) che contribuiscono a determinare la situazione economica del nucleo familiare o singolo individuo.
Quali investimenti non rientrano nell’ISEE? Non devono essere inseriti nell’ISEE tutti i documenti che non producono reddito o non influiscono direttamente sulla situazione economica dell’individuo o nucleo familiare.
Come si può abbassare l’ISEE? Per abbassare l’ISEE legalmente ci si può informare sulle procedure di cointestazione del conto corrente o carte di credito, donazioni, nuda proprietà e stati di famiglia separati.

Cos’è l’ISEE e come si calcola?

Prima di scoprire quali investimenti possono non essere inseriti nel calcolo della situazione patrimoniale, vediamo cos’è realmente l’ISEE e cosa comporta per un individuo o per il nucleo familiare.

L’ISEE (acronimo di Indicatore della Situazione Economica Equivalente) è un parametro che consente di valutare la situazione economica di una persona o di una famiglia, e si calcola tenendo conto di molteplici fattori, quali il reddito, il patrimonio, la composizione del nucleo familiare e le spese per l’abitazione. L’ISEE è uno strumento di analisi importantissimo, poiché permette di comprendere la condizione finanziaria del soggetto e consente di stabilire eventuali agevolazioni e contributi che gli spettano. Quest’indicatore è dunque fondamentale per favorire la giustizia sociale e per garantire a tutti un equo accesso a beni e servizi essenziali.

Per calcolare l’ISEE è necessario presentare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) all’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale in Italia). La DSU può essere compilata online attraverso il sito web dell’INPS, oppure presso gli uffici territoriali dedicati. La dichiarazione va presentata annualmente, entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello di riferimento.

Le voci incluse nel calcolo dell’ISEE sono:

  • Reddito complessivo, ossia il reddito lordo annuo percepito dal richiedente e dai membri del suo nucleo familiare;
  • Redditi esenti, ossia eventuali redditi che non vengono tassati;
  • Redditi da lavoro dipendente, dunque il reddito percepito a seguito di un rapporto di lavoro dipendente;
  • Redditi da lavoro autonomo, nel caso si lavori come liberi professionisti;
  • Patrimonio immobiliare, ossia il valore degli immobili di proprietà;
  • Patrimonio mobiliare, che include i beni mobili (come conti correnti o partecipazioni azionarie);
  • Costi sanitari, ovvero le spese sostenute per le cure mediche e per l’acquisto di farmaci;
  • Spese per l’istruzione, come le rette scolastiche o universitarie.
  • Spese per l’abitazione, tra cui l’affitto o le rate del mutuo;
  • Fondi comuni di investimento;
  • Polizze assicurative.

Esiste un metodo per abbassare l’ISEE in modo legale?

Più basso è l’indicatore ISEE, maggiori sono i bonus e le agevolazioni fiscali a cui il singolo individuo o il nucleo familiare hanno diritto. Trovare il modo di abbassare il risultato del calcolo dell’ISEE, pertanto, permette di ottenere un interessante risparmio sulle tasse e ulteriori vantaggi economici. Per riuscirci bisogna conoscere quali elementi rientrano in questo sistema e come si calcola l’ISEE. Quali sono dunque i beni che non rientrano nell’ISEE e per quale motivo?

La normativa italiana prevede che alcuni beni e redditi non debbano essere considerati nel calcolo dell’ISEE, poiché non sono direttamente riconducibili alla situazione economica del nucleo familiare. In generale, i beni che non rientrano nell’ISEE sono quelli che non producono reddito o che hanno una funzione prevalentemente sociale o culturale. Non devono essere dunque inclusi nell’ISEE.

  • Fondi pensione integrativi, poiché non costituiscono reddito a sé bensì sono una forma di investimento che mira in futuro a integrare la pensione obbligatoria.
  • Costruzioni strumentali alle attività agricole, che includono i fabbricati destinati a deposito macchine o adibiti a capannoni di scorte;
  • Trattamenti assistenziali e previdenziali percepiti a causa di una disabilità non rientrano nella documentazione ISEE;
  • Prima casa, se il valore del patrimonio mobiliare è inferiore a 52.000€ + 2.500€ per ogni figlio a carico e convivente oltre il secondo. Esistono anche particolari agevolazioni per gli under 36.

Come si può notare, le più recenti riforme hanno ridotto notevolmente il numero di beni che non devono essere inclusi nella dichiarazione ISEE. Esistono, tuttavia, delle opzioni che permettono di abbassare legalmente il valore ISEE.

Nuda proprietà degli immobili

La nuda proprietà è un diritto reale facente parte del patrimonio mobiliare che consente al proprietario di godere dell’immobile senza tuttavia permettergli di utilizzarlo o di disporne. Il proprietario, pertanto, non può vendere o affittare (né tanto meno ipotecare) l’immobile, conservando unicamente la facoltà di alienarlo alla scadenza del suddetto diritto.

Il valore dell’immobile che si possiede con nuda proprietà viene dunque calcolato soltanto per l’ammontare di questa e non per il valore catastale che ha sul mercato. Pur essendo parte degli investimenti che non rientrano nell’ISEE, prima di acquistare una nuda proprietà bisogna dunque considerare tutte le limitazioni che questa impone.

Conti correnti, carte di credito e altri strumenti finanziari cointestati

La cointestazione di un conto corrente, una carta di credito o altri strumenti finanziari può essere considerata un’altra soluzione per abbassare il valore l’ISEE. Un conto cointestato indica la condivisione dello stesso tra più persone, dunque il patrimonio dei cointestatari è calcolato solo per la quota di partecipazione e non per l’intero valore del conto stesso.

Il risvolto della medaglia sta nel fatto che, in caso di problemi legali, questi potrebbero influire sulla disponibilità da parte dei cointestatari del conto.

Gli stati di famiglia separati abbassano l’ISEE?

Gli stati di famiglia separati non abbassano automaticamente l’ISEE, tuttavia se la situazione economica di un componente di famiglia separata e convivente è bassa, questo può influire positivamente sull’ISEE dell’altro componente familiare, riducendolo.

Quando i componenti della famiglia separata possiedono redditi diversi, inoltre, è possibile richiedere la separazione dei redditi ai fini ISEE, così da considerare nel calcolo soltanto la situazione di colui che richiede un’agevolazione o un servizio. Effettuare separatamente investimenti che non rientrano nell’ISEE può aiutare a diminuire ulteriormente il valore del calcolo totale.

Come abbassare l’ISEE con le donazioni

Le donazioni possono essere utilizzate per abbassare l’ISEE del nucleo familiare, ma è necessario seguire alcune regole e restrizioni. L’ISEE, tenendo conto del reddito e del patrimonio familiare, si abbassa infatti soltanto se le donazioni vengono eseguite in favore di soggetti terzi estranei.

Ulteriore specifica da tenere in considerazione consiste nella necessità di eseguire tali donazioni con metodi tracciabili e documentati, ossia utilizzando un bonifico bancario o un atto notarile: solo in questo modo è infatti possibile dimostrare l’effettivo trasferimento di ricchezza.

Dal momento che le donazioni sono soggette a determinati limiti di valore stabiliti dalla legge (es. nel 2022 un genitore poteva donare al figlio maggiorenne un massimo di 100.000€) è sempre preferibile rivolgersi ad un esperto del settore, un commercialista o un consulente patrimoniale prima di effettuare la procedura.

Giacenza media: quanto influisce sull’ISEE

Con il termine giacenza media si indica il saldo medio dei conti correnti bancari e postali, che incide notevolmente sull’ISEE poiché rappresenta un elemento fondamentale del patrimonio mobiliare. Per capire quanto incide la giacenza media sull’ISEE, si consideri che la stessa viene considerata nell’ambito del calcolo del “patrimonio netto”, che rappresenta la differenza tra il patrimonio mobiliare e il patrimonio immobiliare detenuti dal nucleo familiare o dal singolo individuo. Il patrimonio netto viene, successivamente, usato per calcolare la base imponibile dell’ISEE.

Il calcolo della giacenza media avviene con il saldo medio dei conti correnti bancari e postali, moltiplicato per un coefficiente variabile sulla base del periodo di riferimento e della composizione del nucleo familiare. Una giacenza media elevata può dunque aumentare di molto l’ISEE, poiché è indice che si possiede un patrimonio mobiliare maggiore. Per questo motivo è importante ricordare che in Italia esistono svariati sistemi di detrazione, agevolazione e bonus che possono limitare l’impatto della giacenza media sull’ISEE (es. detrazione delle spese mediche e scolastiche) e informarsi adeguatamente a riguardo, preferibilmente rivolgendosi ad un consulente patrimoniale esperto anche riguardo agli investimenti che non rientrano nell’ISEE.

Il reddito di cittadinanza influisce sull’ISEE?

Nel 2024, il Reddito di Cittadinanza è stato sostituito da nuove misure di inclusione sociale e lavorativa. La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto l’Assegno di Inclusione (AdI) e il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL) come nuovi sostegni economici. Questi sostituti del Reddito di Cittadinanza mirano a offrire supporto alle famiglie più vulnerabili e a incentivare l’inserimento nel mondo del lavoro.

Il nuovo modello ISEE per il 2024 richiede che si considerino questi nuovi sostegni economici durante la dichiarazione. È importante notare che, come il Reddito di Cittadinanza, l’Assegno di Inclusione deve essere dichiarato nell’ISEE, e i beneficiari devono soddisfare requisiti specifici di reddito e patrimonio per mantenere il diritto al beneficio. La condizione economica del nucleo familiare deve rispettare una soglia ISEE non superiore a 9.360 euro annui per poter beneficiare dell’AdI.

Domande frequenti

Cos’è e come si calcola l’ISEE?

L’ISEE è un documento che dimostra la situazione economica del nucleo familiare o del singolo individuo. Per capire come viene calcolato l’ISEE si consideri che si includono svariati elementi, tra cui i redditi provenienti da lavoro autonomo o dipendente, proprietà immobiliari e determinati beni mobili (es. auto e scooter). Al calcolo dell’ISEE possono essere inoltre applicate diverse detrazioni e agevolazioni fiscali a seconda di particolari spese sostenute (es. mediche o scolastiche).

Quali sono gli investimenti che non rientrano nell’ISEE?

Non rientrano nell’ISEE tutti quegli investimenti che non producono reddito e non influiscono direttamente sulla situazione economica del nucleo familiare o individuo singolo. Vengono esclusi, pertanto, i terreni agricoli e gli stabili rurali adibiti a deposito scorte o attrezzi, i fondi pensione e la prima casa, secondo i limiti stabiliti dalle leggi.

Esistono dei sistemi legali per abbassare l’ISEE?

Si, tra le pratiche che possono aiutare a ridurre il valore dell’ISEE ci sono le donazioni, stati di famiglia separati, conti correnti o carte di credito cointestate e nuda proprietà degli immobili.

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