Broggi su La Stampa: quale impatto ha la tassa sugli extra profitti sulle banche italiane?

Il governo Meloni ha sorpreso i mercati con una tassa straordinaria sui profitti delle banche in Italia. Con il costo del denaro salito alle stelle, i riflettori si sono puntati sui tassi dei depositi che continuano a essere bassi, in particolare con per le banche di alto livello.  

Secondo Bank of America, il costo di questa tassa ridurrebbe gli utili delle banche tra il 2 e il 9% e, secondo fonti governative, le entrate fiscali potrebbero essere quantificate in circa 2 miliardi di euro.

Giorgio BroggiQuantitative Analyst di Moneyfarm, ha dunque approfondito le possibili conseguenze per le banche italiane ed europee.

Alle 10.30 dell’8 agosto l’indice bancario italiano segnava un meno 6,5%, con il resto del mercato abbastanza stabile, e lo spread tra BTP italiano e bund tedesco poco mosso. L’attenzione del mercato rimane sui dividendi, che saranno probabilmente influenzati negativamente dall’annuncio, giustificando la reazione nei prezzi dei titoli bancari questa mattina.

Interessante è la reazione delle banche francesi e tedesche che stanno reagendo male (Credit Agricole a -2,2%, Commerzbank a -3,3% alle 10.30), manifestando la preoccupazione che misure simili possano essere implementate in altre economie europee, come già fatto anche la Spagna.

In altre parole, non è solo una questione italiana, e sicuramente le banche nel Regno Unito e altrove nell’Ue sono attente a valutarne gli sviluppi all’interno dei propri confini.

Nel Regno Unito, la Financial Conduct Authority è già entrata nell’argomento il mese scorso e oltre ad un’analisi dell’offerta dei tassi sui depositi di liquidità ha già stilato un piano di 14 punti per garantire un’appropriata remunerazione alla liquidità dei risparmiatori. Gli istituti di credito che offrono i tassi più bassi ai propri risparmiatori saranno sollecitati entro la fine di agosto a giustificare le motivazioni di questi livelli. Le notizie dall’Italia non hanno ancora pesato sulle banche britanniche, ma ora la pressione è sicuramente più alta.

 

Per saperne di più, leggi qui l’articolo integrale su La Stampa.

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