Gli Etf, o Exchange Traded Funds, sono prodotti semplici e decisamente meno cari dei fondi di investimento attivi. Un po’ di numeri: a livello europeo, secondo Esma il costo di gestione medio di un Etf azionario è di circa 0,3%, quindi quasi cinque volte inferiore rispetto a un fondo azionario tradizionale. In Italia, dove i costi di gestione dei fondi azionari sono i più alti al mondo (siamo oltre il 2% secondo il Morningstar Global Investor Experience), il divario è ancora più marcato.
In aggiunta, gli Etf sono strumenti facilmente liquidabili, trasparenti e versatili: un’efficienza complessiva in nome della quale sono da sempre il cardine della strategia di investimento dei nostri portafogli diversificati.
Un recente articolo pubblicato su La Repubblica Affari&Finanza a firma di Adriano Bonafede torna su un tema a noi particolarmente caro: il paradosso per cui, nonostante l’efficienza, ancora pochi consulenti li consigliano ai risparmiatori, pur essendo adatti oltretutto a tutte le tasche.
Se negli Stati Uniti gli Etf rappresentano ben il 70% della raccolta totale dell’industria del risparmio, anche in Europa da anni fanno tendenza: a luglio hanno raggiunto i 1.900 miliardi di asset in gestione.
In Italia sono circa 130 i miliardi di risparmi investiti in Etf e sembra esserci ancora una certa reticenza da parte di banche e consulenti finanziari nel proporli ai risparmiatori.
Secondo gli ultimi dati di Assoreti, solo l’1,6% del patrimonio gestito dai consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede in Italia è investito in Etf, rispetto al 27% investito in fondi attivi tradizionali.
Secondo le stime di Borsa Italiana, il 20% circa degli acquirenti di questi strumenti sono singoli investitori, o non istituzionali. Poco consigliati dagli operatori, rimangono pur sempre strumenti da maneggiare con cautela quando si opta per il fai-da-te puro. Come abbiamo sempre detto relativamente a qualunque strumento finanziario, è importante non sottovalutare la complessità della selezione degli Etf, nonché della loro gestione all’interno di una piano di investimento ben diversificato.
“Nonostante la fiducia che alcuni risparmiatori ripongono nelle proprie capacità finanziarie,” ha dichiarato infatti il nostro Global Head of Investment Advisory Andrea Rocchetti a La Repubblica, “nel report Oecd del 2023 l’Italia figura al 36esimo posto su 39 in quanto ad alfabetizzazione finanziaria. E per il rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane, circa il 40% degli italiani non conosce i benefici della diversificazione. Infine, solo il 34% degli intervistati sa che il servizio di consulenza offerto dalla propria banca è a pagamento.”
Ricordiamo ancora una volta, con La Repubblica, che su 26 Paesi analizzati dal Global Investor Experience di Morningstar, il nostro Paese si posiziona in fondo alla classifica insieme a Taiwan. Tra le ragioni principali ci sono i costi elevati associati agli strumenti di risparmio gestito, che risultano essere i più alti tra quelli azionari, superando il 2% annuo. Inoltre, gli investitori retail italiani sono spesso gravati da commissioni di ingresso e da costi che includono ‘pagamenti a terze parti’ (i cosiddetti ‘inducements’). A titolo di confronto, nel Regno Unito e negli Stati Uniti il costo annuo degli strumenti azionari è significativamente più basso, pari rispettivamente allo 0,83% e allo 0,63%.
Crediamo nel valore aggiunto dato dai nostri esperti quando si tratta di scegliere gli Etf più adatti a ogni investitore. In un contesto in cui la conoscenza finanziaria è ancora limitata e l’offerta di Etf è vasta e diversificata, riteniamo che un supporto esperto possa fare davvero la differenza.
È essenziale tenere sempre sotto controllo i costi degli investimenti, diversificare il portafoglio per ridurre i rischi, e selezionare strumenti adeguati alla propria tolleranza al rischio e ai propri obiettivi.
Gestire il rischio e l’emotività lungo il percorso di investimento richiede competenza e una visione di lungo termine, per questo suggeriamo di affidarsi a professionisti esperti per navigare con sicurezza le complessità dei mercati e massimizzare le opportunità di crescita nel tempo.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.