Mercati: nessuna nuova, buona nuova?

Questa settimana è stata particolarmente ricca di dati ed eventi: in Europa abbiamo visto la pubblicazione degli indici PMI e la decisione sui tassi da parte della Banca Centrale europea; negli USA sono stati condivisi numerosi dati sull’occupazione e c’è stata la testimonianza al Congresso da parte del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell. In Cina, vi è stato la sessione annuale del Parlamento.

Nel complesso, nessuno dei dati e delle dichiarazioni si è discostato significativamente dalle aspettative e, data la situazione macroeconomica benigna, ciò è stato sufficiente a rassicurare i mercati sullo stato di salute dell’economia. 

L’S&P 500 è destinato a chiudere la settimana con un incremento di circa l’1%, poiché Powell ha ribadito che la Fed è sulla buona strada per ridurre i tassi quest’anno nonostante i recenti dati sull’inflazione non troppo deboli e i solidi dati sull’occupazione. La performance è stata inoltre favorita dalla nuova raccolta di capitali da parte della New York Community Bank, l’ultima banca regionale statunitense a rischio, che ora è effettivamente sicura, togliendo dal tavolo la possibilità di una crisi bancaria regionale.

Le azioni europee hanno fatto addirittura meglio, con un +1,6% al momento in cui scriviamo questo articolo: le revisioni delle previsioni economiche della BCE, anche se negative sul lato della crescita, hanno mostrato aspettative molto più basse per l’inflazione, con le attese di un 2,3% annuale per l’inflazione nel 2024. Nel complesso, sembra ancora più certo che i tagli inizieranno a giugno, e ciò potrebbe essere sufficiente a sostenere il rally del mercato.

Le azioni cinesi hanno avuto un’altra settimana poco brillante, nonostante dati sull’export molto superiori alle aspettative. L’incontro del Parlamento è stato, per dirla semplicemente, deludente. I mercati erano disperatamente alla ricerca di indizi su nuove – e più forti – misure di sostegno per l’economia e per i mercati, ma non è stato detto nulla di sostanziale, mentre allo stesso tempo il governo ha fissato un ambizioso obiettivo di crescita del 5% per l’anno.

 

 

Giorgio Broggi è entrato a far parte di Moneyfarm come analista quantitativo nel dicembre 2021 ed è membro del Comitato Investimenti. Prima di entrare a far parte della società, ha lavorato presso Barclays Wealth Management e S&P Market Intelligence, acquisendo esperienza nella ricerca di fondi e negli investimenti ESG. Prima di iniziare la sua vita professionale, ha completato con successo una doppia laurea presso Eada e EDHEC Business School, ottenendo due Master in Finanza e specializzandosi in factor investing e costruzione di portafogli. È un charterholder CFA.

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*Gli investimenti in strumenti finanziari sono soggetti alla variabilità del mercato e possono determinare la perdita, in tutto o in parte, del capitale inizialmente investito.

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