Moneyfarm green (#3): performance portafogli SRI e COP28

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Come per tutti gli investimenti, il tuo capitale è a rischio. Il valore del tuo portafoglio con Moneyfarm può diminuire così come aumentare. La performance passata non è un indicatore affidabile della performance futura.

In questa edizione di Moneyfarm Green intendiamo aggiornare gli investitori sulle recenti performance dei portafogli ESG l’opzione di investimento Moneyfarm che incorpora fattori legati alla protezione ambientale, sociale e di governance nel processo di asset allocation. Aggiorneremo anche sulla conferenza COP 28 e sull’impatto dei portafogli Moneyfarm al riscaldamento globale. Partiremo da analizzare i risultati del 2023 e capiremo cosa ci attende nel prossimo futuro.

In generale, è stato un anno positivo per i portafogli ESG. Al 15 novembre, le performance sono molto solide. I rendimenti al livello di rischio più basso si attestano intorno al 1,2%, mentre al livello di rischio più alto raggiungono l’8,5%.

Contributi alla performance

Ricordando che le performance passate non sono un buon indicatore delle performance future qui di seguito alleghiamo la performance con orizzonti più lunghi.

Moneyfarm ESG P1 P2 P3 P4 P5 P6 P7
Performance da inizio anno 1.2% 2.7% 3.5% 5.2% 6.5% 7.5% 8.5%
Performance a 1 anno 0.4% 0.8% 0.8% 1.5% 2.1% 2.5% 2.9%
Performance a 5 anni -1.4% 8.9% 14.4% 21.9% 27.3% 32.7% 38.9%

I dati sulle performance fino ad agosto 2021 sono simulati in base all’effettiva performance passata degli ETF/indici sottostanti, sulla base della composizione iniziale dei portafogli ESG. I dati sono al lordo delle commissioni e delle imposte dovute e sono espressi in EUR. Dati forniti da Bloomberg. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri.

I portafogli hanno beneficiato del buon momentum di diverse asset class. L’azionario Usa, che costituisce la parte più consistente della maggior parte dei nostri portafogli, ha generato fino al 95% dei rendimenti totali per le linee più rischiose. In particolare, gli ETF ESG che usiamo per investire sull’S&P 500 (l’indice azionario che comprende le 500 maggiori aziende statunitensi) ha sovraperfromato l’indice generale. Anche le azioni europee e quelle dei Mercati Emergenti hanno registrato performance positive, sebbene le loro versioni ESG abbiano sottoperformato leggermente le loro controparti classiche.

Anche la componente obbligazionaria ha contribuito positivamente alla performance generale. Con la politica monetaria e i tassi di interesse al picco, le prospettive di questa asset class sono migliorate rispetto ai mesi precedenti.

Sull’altro lato della bilancia, l’Euro in rafforzamento ha marginalmente influenzato i rendimenti del portafoglio a causa dell’esposizione ad asset denominati in valute estere, specialmente le azioni statunitensi.

In aggiunta, l’ETF tematico Global Clean Energy ha pagato le interruzioni delle catene di approvvigionamento nella fase post pandemica e l’aumento dei tassi di interesse, che ha impattato il settore dell’energia alternativa attraverso un aumento dei costi di finanziamento. Per questo ne abbiamo ridotto l’incidenza nel portafoglio all’inizio del 2023. Il settore dell’energia alternativa è un  investimento che ha una prospettiva di lungo termine ma che può essere anche volatile e richiede una gestione oculata. Stiamo monitorando attentamente le prospettive del settore per identificare future opportunità o ulteriori aggiustamenti.

Performance relative

Molti investitori ci chiedono un confronto tra le performance SRI e quelle della nostra allocazione classica. Al 15 novembre, il risultato dei portafogli a basso rischio è migliore di quello delle controparti non-ESG, mentre i portafogli ad alto rischio hanno perso il vantaggio acquisito nella prima parte dell’anno. La sovra-performance dei portafogli ESG, inizialmente determinata da un ambiente di tassi di interesse stabile e dai miglioramenti nelle catene di approvvigionamento energetico, si è invertita con l’improvviso aumento dei tassi di interesse da luglio ad ottobre. Tuttavia, questo trend potrebbe tornare a cambiare ora che i tassi dovrebbero avere raggiunto il picco. Questo potrebbe creare un ambiente positivo per i portafogli ESG per recuperare il terreno perso.

È importante notare che queste fluttuazioni a breve termine sono principalmente determinate da fattori contingenti. Invitiamo gli investitori a focalizzarsi sulla  pianificazione finanziaria iniziale, sulle prospettive di lungo termine degli investimenti ESG e sui valori sociali di essi piuttosto che focalizzarsi solo sulle deviazioni delle performance a breve termine.

Prospettive per il 2024

Una lezione chiave del 2022 e del 2023 è quanto sia significativo il legame tra i rendimenti ESG e le variazioni dei tassi di interesse. L’aumento dei tassi di interesse penalizza generalmente gli asset rischiosi, ma alcuni ETF ESG tendono ad essere maggiormente impattati. Questo vuol dire che subiscono maggiori perdite rispetto agli indici generali quando i tassi aumentano, ma anche che traggono maggior beneficio quando i tassi scendono. Ciò può essere spiegato da una maggiore inclinazione degli ETF ESG verso società orientate alla crescita (growth) che sono più esposte al movimento di tasso. Nel 2024 l’attesa normalizzazione dei tassi reali (specialmente se non accompagnata da una dura recessione) potrebbe rappresentare un ambiente favorevole per i rendimenti SRI.

Un elemento di preoccupazione è invece rappresentato dall’eccessiva concentrazione negli indici statunitensi, ovvero la predominanza di poche grandissime aziende nell’S&P 500, che pone delle sfide ulteriori per gli investimenti ESG a causa della ridotta diversificazione. Diversificare le nostre strategie ESG rimane essenziale, ampliando la gamma di investimenti e riducendo al minimo la dipendenza da singole azioni.

Infine, i rischi geopolitici potrebbero influenzare il mercato dell’energia. A breve termine, queste crisi potrebbero favorire settori e materie prime escluse dalle nostre allocazioni SRI. Tuttavia, un maggiore focus sulla sicurezza energetica e sulla riduzione delle emissioni di CO2 come risposta alle crisi internazionali dovrebbe beneficiare gli investimenti ESG a lungo termine. Continueremo a osservare attentamente le dinamiche di mercato, senza tralasciare i nostri obiettivi di investimento sostenibile e l’impegno per la crescita a lungo termine e il progresso sociale.

Stiamo inoltre lavorando per migliorare il profilo di sostenibilità dei nostri portafogli SRI, analizzando le performance dei nuovi strumenti nei mercati.

Michele Morra

Michele è Senior Portfolio Manager e Responsabile degli investimenti ESG presso Moneyfarm. Membro del Comitato Investimenti, responsabile del seminario di ESG Investing presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Michele ha conseguito un Master in Finanza Quantitativa presso l’Università di Milano Bicocca e un Master in Data Analytics presso la Queen Mary University of London, con una tesi in pricing dei derivati e deep learning.

COP 28: 200 paesi si incontrano a Dubai per valutare i progressi nella lotta ai cambiamenti climatici

Tra pochi giorni inizierà a Dubai la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 28). Il meeting, che riunisce più di 200 nazioni, avrà il complesso compito di trovare una valutazione condivisa dei progressi compiuti in seguito alla firma dell’Accordo di Parigi nel 2015 e di tracciare un percorso d’azione per ridurre drasticamente le emissioni senza impattare troppo sull’economia.

I lavori si apriranno dal 30 novembre presso Expo City a Dubai. Tutto il mondo si è accorto che le temperature globali sono ai massimi storici con fenomeni estremi che riguardano moltissimi paesi nel mondo. La COP 28 offre un’opportunità cruciale per correggere il percorso e ricalibrare le azioni per affrontare la crisi climatica. Fondata nel 1995, la conferenza è l’organo decisionale più importante al mondo per la lotta al cambiamento climatico.

In un anno già etichettato come il più caldo di tutti i tempi, la COP 28 riveste una particolare importanza rispetto alle edizioni precedenti perché si dovranno valutare gli sforzi che sono stati messi in campo per il raggiungimento degli impegni presi a Parigi del 2015. Questi impegni hanno l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a meno di +1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. L’attuale traiettoria prevede un riscaldamento che viene stimato da qui al 2100 dai 2.5 ai 4 gradi a seconda delle previsioni più o meno ottimiste.

Eventuali lacune individuate dovranno risultare in strategie per ottenere risultati migliori. Un altro aspetto cruciale della COP 28 riguarda il fondo di 100 miliardi di dollari che le nazioni più ricche dovrebbero fornire ogni anno ai paesi più poveri e in via di sviluppo: un obbligo ancora da soddisfare 14 anni dopo le promesse iniziali. 

Il Programma e gli Obiettivi della COP 28

Le negoziazioni di 15 giorni inizieranno con il Summit Globale sull’Azione per il Clima il 1° e 2 dicembre, riunendo capi di stato, leader governativi e rappresentanti della società civile. L’agenda tematica include discussioni su finanza, energia, natura e, soprattutto, una giornata dedicata alla salute. 

La presidenza della COP 28 sarà tenuta da Sultan Al Jaber, che ha ricoperto il ruolo di inviato speciale per i cambiamenti climatici negli Emirati Arabi Uniti negli ultimi tre anni. Al Jaber, CEO della compagnia petrolifera nazionale di Abu Dhabi, ha ricevuto critiche per potenziali conflitti di interesse. Un ulteriore elemento di polemica per coloro che ritengono che Dubai, sia sotto un profilo di pratiche ambientali, sia sotto un profilo di protezione dei diritti umani, non sia il posto migliore dove tenere una conferenza sul clima così importante.

Metriche ESG sotto la lente: l’aumento della temperatura implicita

Man mano che gli investitori diventano sempre più preoccupati per i cambiamenti climatici, potrebbero desiderare sapere se le aziende in cui investono supportano l’obiettivo globale di mantenere l’aumento della temperatura al di sotto dei 2 gradi Celsius. Una delle metriche che Moneyfarm utilizza per monitorare questo aspetto e selezionare gli ETF ESG è l’Aumento della Temperatura Implicita (ITR). Questa metrica viene stimata da MSCI e serve a comprendere quanto efficacemente i portafogli ESG aderiscono agli obiettivi climatici globali.

L’ITR esamina le emissioni di gas serra delle aziende quotate in borsa, considerando il loro storico e i piani di riduzione dichiarati. Una volta che le emissioni vengono stimate esse vengono paragonate con la stima di quanto emissioni le aziende globali possono permettersi per mantenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2°C (budget globale per le emissioni di CO2)..

Il budget globale per le emissioni di CO2 indica quanto gas serra il mondo può produrre senza superare la soglia dei 2°C entro il 2100, come stimato dall’IPCC. Il budget può essere ridotto a livello di singola azienda per calcolare l’Aumento della Temperatura Implicita dei portafogli. La metrica finale viene quindi stimata assumendo che l’intera economia superi il proprio budget di emissioni in modo proporzionale a quanto l’azienda specifica nel portafoglio supera il proprio.

La tabella qui sotto mostra l’Aumento della Temperatura Implicita espressa in gradi Celsius dei portafogli ESGI di Moneyfarm, la variazione rispetto a settembre 2022 e la differenza rispetto alle linee classiche di Moneyfarm. 

P1 P2 P3 P4 P5 P6 P7
Moneyfarm ESG 2.2 2.2 2.2 2.2 2.2 2.1 2.1
Variazione 1 anno 0.0 -0.2 -0.2 -0.2 -0.2 -0.3 -0.3
Delta Moneyfarm Classici -0.2 -0.3 -0.3 -0.3 -0.3 -0.4 -0.4

Come mostra la tabella, la buona notizia è che i portafogli ESG di Moneyfarm hanno un ITR significativamente più basso rispetto alle linee classiche. Inoltre, l’ITR dei portafogli è migliorato notevolmente rispetto a un anno fa. Questo è il risultato della politica di investimento responsabile di Moneyfarm. 

D’altra parte, la tabella mostra anche che l’Aumento della Temperatura Implicita per le linee SRI è superiore a 2 gradi. Il motivo principale è che attualmente le aziende quotate non sono ancora allineate agli obiettivi di Parigi, e investire solo in aziende già allineate all’obiettivo dei 2 gradi porterebbe a un portafoglio molto concentrato. Il nostro obiettivo è raggiungere l’obiettivo dei 1,5 gradi investendo in aziende con un profilo migliore e cercando le strategie ESG più avanzate. Il tutto, considerando anche la performance finanziaria dei portafogli.

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*Gli investimenti in strumenti finanziari sono soggetti alla variabilità del mercato e possono determinare la perdita, in tutto o in parte, del capitale inizialmente investito.

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