Inizio d’anno, parliamo di imposta sulle plusvalenze

di

L’inizio di un nuovo anno è normalmente tempo di bilanci: personali, famigliari, professionali, ed anche sui propri investimenti. Per chi è investito in una gestione patrimoniale, sottoposta al regime di tassazione del risparmio gestito, come la maggioranza dei clienti Moneyfarm, il 31 dicembre rappresenta infatti non solo la fine di un anno, ma anche il momento per misurare l’eventuale capital gain dei propri investimenti, vale a dire l’eventuale plusvalenza dovuta allo Stato per la performance positiva. 

Il regime del risparmio gestito italiano prevede, infatti, l’applicazione della tassa sulle plusvalenze, con un’aliquota massima del 26% del profitto, per ogni anno solare e, d’altra parte, permettedi compensare eventuali minusvalenze nei quattro periodi di imposta successivi alla loro realizzazione. Per approfondire i vantaggi di questo tipo di tassazione nell’ottica di un portafoglio costruito in ETF, come quelli di Moneyfarm, vi rimandiamo al nostro approfondimento dedicato, disponibile anche in formato video.

Ma guardiamo al 2023. Che anno è stato?

Come ha raccontato il nostro CEO e co-fondatore, Giovanni Daprà, nella sua lettera di fine anno, “il 2023 è iniziato in modo molto incerto, con una forte sensazione di instabilità a cui si sono aggiunte dinamiche geopolitiche sfavorevoli e tristi. Quello che è successo sui mercati è stato frutto però di una narrativa diversa: il 2023 si è rivelato un anno vincente per quanto riguarda le performance di tutte le asset class, con poche eccezioni”. 

Insomma, tanti clienti potrebbero oggi guardare alla loro performance di portafoglio nel 2023 e vedere un segno positivo, una plusvalenza. 

Cosa succede in caso di plusvalenza?

Se questo fosse il caso, spiega Davide Cominardi, Investment Consultant Manager di Moneyfarm, “è importante ricordarsi che, se nel proprio zainetto fiscale relativo alla gestione patrimoniale Moneyfarm vi dovessero essere minusvalenze riportate negli anni scorsi – e con un 2022 tra gli anni peggiori di sempre per i mercati, questo è un caso purtroppo comune – le plusvalenze registrate nel 2023 potrebbero compensarle. In pratica, la crescita realizzata dal portafoglio potrebbe non essere assoggettata in parte o in toto alle tasse sul capital gain”. 

Questo  è proprio uno dei vantaggi del regime del risparmio gestito, insieme alla non tassazione dei dividendi pagati dagli ETF in portafoglio, considerando come vengono invece trattate fiscalmente le plusvalenze e minusvalenze generate dagli etf in un regime amministrato (in cui si paga la tassa sulle plusvalenze nel momento del realizzo). Ciò dà la massima libertà al team di Asset Allocation nella gestione dei portafogli e nei relativi ribilanciamenti.

E in caso di minusvalenza?

Un anno negativo non deve scoraggiare chi investe con un chiaro obiettivo e una corretta pianificazione finanziaria”, aggiunge Cominardi, sottolineando come “se si è cominciato un investimento per accumulare e accrescere la ricchezza nel lungo termine, conta solo il risultato finale, non il percorso. Anzi, proprio dopo le fasi negative è più probabile che il rischio che ci si è assunti cominci a pagare, con rendimenti di medio termine storicamente superiori alla media nelle fasi di ripresa dopo la correzione, come abbiamo anche illustrato di recente. Per questo, nella maggior parte dei casi, la scelta più logica è quella di restare fedeli ai propri obiettivi di investimento, rispettando l’orizzonte temporale che si era stabilito, e attraverso il quale era stato calibrato il rischio”.

Il regime gestito permette inoltre di accumulare le minusvalenze nel proprio zainetto fiscale: queste potranno essere compensate da eventuali plusvalenze registrate nei quattro anni successivi. In questo modo, tali plusvalenze non sarebbero sottoposte alla tassa sul capital gain massima del 26%.

Hai ancora dubbi?

Se hai bisogno di un supporto per pianificare i prossimi passi o stai pensando di cambiare qualcosa nella tua strategia, ti consigliamo di parlare con il tuo consulente prima di prendere decisioni che potrebbero avere  conseguenze di lungo termine. Il punto di vista di un esperto può aiutarti ad avere una prospettiva personalizzata e puntuale, sul tuo percorso di investimento.

Hai trovato questo contenuto interessante?

Hai già votato, grazie!

*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.