Cosa fanno le banche centrali?
Il ruolo delle banche centrali varia a seconda dei paesi ed è stabilito dalla legge. In generale lo scopo principale delle Banche Centrali è quello di regolare la politica monetaria, provando a raggiungere degli obiettivi prefissati dalla legge. Per politica monetaria si intende, volendo semplificare, il controllo della quantità di moneta a disposizione nell’economia (scopri che cos’è la liquidità). A questo compito se possono aggiungere altri, ma non meno importanti, come quello di vigilanza del settore bancario.
Per esempio, i compiti della Banca Centrale Europea sono stabiliti dai trattati dell’Unione e includono:
– La definizione e attuazione della politica monetaria per l’Eurozona, perseguendo un’inflazione vicina al 2%
– Svolgere le operazioni sui cambi tra l’Euro e altre valute.
– Detenere e gestire le riserve ufficiali dei paesi dell’area dell’Euro.
– Promuovere il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento.
Le banche centrali e l’inflazione
Il compito principale della maggior parte delle banche centrali è quello di tenere sotto controllo l’inflazione. L’inflazione è un concetto economico di base anche se è spesso ignorato dai risparmiatori e dagli investitori. L’inflazione misura il livello di crescita dei prezzi per beni e servizi attraverso il monitoraggio costante del prezzo di un campione (‘paniere’) di beni di consumo.
L’inflazione ci dà un’indicazione su quanto il livello dei prezzi cambi nel tempo. In un’economia in salute e in crescita, i consumatori e le imprese tendono a spendere di più, e la grande domanda di beni e servizi contribuisce alla crescita dei prezzi. Se la domanda invece si indebolisce il livello dei prezzi si abbassa con essa. Il livello di inflazione prima diminuisce gradualmente (disinflazione) e poi comincia a decrescere (deflazione).
Un livello di inflazione stabile e non eccessivamente elevato, aiuta la pianificazione economica e finanziaria, permettendo a tutti, privati e cittadini e imprese, di vivere una vita economicamente più sicura e prospera.
Ma attenzione. L’inflazione riduce il potere di acquisto del tuo risparmio nel tempo. Quindi vuol dire che se non otterrai dei rendimenti in grado di superare l’inflazione, condannerai il tuo capitale a perdere di valore in futuro (scopri perché).
Come funziona la politica monetaria?
Le banche centrali hanno dunque il compito di tenere il livello dei prezzi vicino agli obiettivi stabiliti dal governo, per garantire la stabilità dell’economia. Ciò è molto importante per creare quel clima di fiducia che permette agli imprenditori di investire o assumere personale e alle persone di programmare il proprio futuro in termini economici e finanziari.
Se i prezzi crescessero troppo, come accadeva per esempio negli anni ’70, le condizioni materiali delle persone si ridurrebbero, perché i salari farebbero fatica a tenere il passo e ciò getterebbe l’economia nel caos. Al contrario quando i prezzi diminuiscono l’economia entra in una sorta di stato di paralisi: tutti rimandano gli investimenti perché sono convinti che potranno trovare una migliore occasione nel futuro. Questa situazione determina un circolo vizioso che finisce per provocare una decrescita del Pil.
Se i prezzi salgono troppo velocemente, dunque, le banche centrali provano a porre rimedio alla situazione diminuendo l’offerta di moneta, con l’obiettivo di limitare la domanda di beni e servizi. Se invece i prezzi si stanno avviando in una spirale di deflazione, le banche Banca Centrale favorisce l’ingresso di nuova moneta nell’economia così da stimolare la ripresa.
I tassi principali
La leva principale attraverso cui le banche centrali controllano la quantità di moneta in circolo nell’economia sono i tassi di interesse. I tassi controllati direttamente dalle banche centrali sono detti tassi di interesse primari. Essi determinano il costo del denaro per l’intero sistema bancario, finendo per influenzare anche i tassi offerti dalle filiali ai clienti per conti correnti e mutui. Quando i tassi sono alti, si possono trovare sul mercato rendimenti interessanti per i propri risparmi riducendo il rischio (ovviamente l’inflazione che si presume più alta rende i rendimenti reali inferiori). Per questo la quantità di moneta in circolazione si riduce e le persone sono più restie a spendere. Al contrario, quando i tassi sono in calo, i prestiti economici a disposizione e le rendite degli strumenti poco invitanti, le spese e gli investimenti sono incoraggiati.
La variazione del livello dei tassi di interesse ha moltissime implicazioni anche per l’andamento dei mercati finanziari (scopri di più su questo argomento).
Cos’è il quantitative easing?
Le Banche Centrali, in situazioni eccezionali, possono adire a “strumenti non convenzionali” per controllare la politica monetaria. Se abbassare i tassi di interessi non basta più per far riprendere l’inflazione, allora forse è meglio iniettare denaro direttamente nell’economia. La Banca Centrale Europea, per esempio, ha deciso a partire dal 2015 di stampare nuova moneta e acquistare obbligazioni private o pubbliche. Questa forma di politica è stata introdotta solamente dopo la crisi finanziaria del 2008 e ancora non è certo quale possa essere la reazione quando i rubinetti verranno chiusi.
L’indipendenza delle Banche Centrali
Il rapporto tra le banche centrali e i governi è molto complesso. Da una parte la banche centrali sono organi politici, che prendono delle decisioni fondamentali e che quindi, in un sistema democratico, devono avere una qualche sorta di responsabilità democratica nei confronti dei cittadini. Dall’altro lato esiste un conflitto di interessi tra le banche centrali e i governi. Se la Banca Centrale è controllata direttamente da questi ultimi, ci sarebbe un incentivo a utilizzare la politica monetaria a fini elettorali. I governi potrebbero imporre ai banchieri di stampare nuova moneta, magari creando debito finanziato dalle Banche Centrali, facendo delle scelte che magari avrebbero benefici solo nell’immediato. Per questo la maggior parte degli stati, hanno si sono dotati di banche centrali indipendenti.
Ciò vuol dire che le figure di vertice di queste istituzioni sono elette dai governo, seguendo parametri oggettivi di competenza professionale. i banchieri restano in carica per un numero definito di anni ma sono totalmente indipendenti nelle loro decisioni. In questo modo, tutte le persone che operano nell’economia, riescono a essere fiduciosi sul fatto che le Banche Centrali opereranno davvero esclusivamente per perseguire gli obiettivi stabiliti dalla legge e quindi, ogni qual volta i banchieri centrali aggiornano i mercati con le loro decisioni, potranno legittimamente affidarvisi. L’indipendenza aiuta le persone a confidare negli annunci dei banchieri e a pianificare di conseguenza. Ti fideresti, altrimenti, di una banca centrale che promettesse di alzare i tassi, aumentando il costo del denaro, durante un anno elettorale?
Politica monetaria e Banche Centrali, cosa fare per i risparmi?
Le decisioni delle Banche Centrali sono sempre seguite con molta attenzione da coloro che operano sui mercati finanziari. Il livello dei tassi e la politica monetaria sono tra gli indicatori chiave dell’economia, tanto che ogni volta che ci sono delle virate in queste ultime bisogna rivedere la propria strategia per quanto riguarda tutte le asset class. A Moneyfarm offriamo un servizio di gestione patrimoniale. Questo vuol dire che la nostra squadra di gestione monitora per i mercati per conto degli investitori ed esegue delle modifiche periodiche all’asset allocation per aggiornarla alla situazione di mercato. Questo permette ai nostri portafogli di essere sempre aggiornati e in linea con le decisioni delle banche centrali.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.