Le performance e i costi di Moneyfarm e dei fondi a confronto

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Quando si valutano gli investimenti, le performance sono il parametro più importante per gli investitori. Non è difficile capirne la ragione: le performance sono la ragione per la quale si investe e la massimizzazione delle performance dovrebbe essere l’obiettivo di ogni investitore, almeno sulla carta.

Se posto davanti alla scelta, chi non sceglierebbe un investimento in grado di rendere il 10% rispetto a un investimento che può offrire il 5%? Tuttavia, come spesso capita quando si parla di investimenti, la realtà è ben più complicata. Non è infatti sempre semplice valutare la performance di un investimento in maniera oggettiva per due ragioni principali:

  • La performance remunera il rischio. Come abbiamo spiegato nessuno avrebbe dubbi nello scegliere un investimento che rende il 10% contro un investimento che rende il 5%. Ma se si considera che questi investimenti potrebbero perdere la stessa percentuale, magari molti investitori preferirebbero optare per l’opzione più cauta. L’obiettivo degli investitori non è infatti quello di massimizzare la performance, ma di massimizzare la performance rispetto al rischio, un concetto sicuramente più difficile da visualizzare ed apprezzare perché, seppur il rischio si può stimare, spesso resta incerto
  • La performance degli investimenti è legata alle performance di mercato e il legame con le performance di mercato è la strategia d’investimento. Facciamo l’esempio della gestione Moneyfarm: i portafogli che offriamo agli investitori hanno l’obiettivo di massimizzare i risultati nel tempo. Questo vuol dire che, tendenzialmente, le nostre performance sono guidate dall’andamento generale del mercato (perché riteniamo che questo approccio, che non è l’unico, sia in grado di garantire i migliori risultati nel tempo). I nostri ribilanciamenti e le nostre scelte tattiche hanno l’obiettivo di ridurre la volatilità e ottimizzare la performance, ma sono necessariamente condizionati dall’andamento del mercato. Questo vuol dire che, se si vuole valutare la nostra gestione, la valutazione delle performance assolute non è sufficiente, ma bisogna trovare dei punti di riferimento per paragonare le performance al fine di avere una valutazione completa.

Fatte queste dovute considerazioni, riteniamo che sia importante fornire agli investitori più strumenti per valutare le nostre performance e il nostro operato. Crediamo che ciò sia coerente con la nostra missione di garantire agli investitori la massima trasparenza quando si parla di investimenti. La trasparenza è da sempre alla base della nostra filosofia di investimento, condividiamo le scelte di ribilanciamento e le ragioni delle stesse con tutti i nostri investitori e siamo stati tra i primissimi in Italia ad inviare l’atteso rendiconto costi e oneri (dopo aver condotto un rapporto di ricerca in merito in collaborazione con il Politecnico di Milano).

Per questo motivo abbiamo lavorato con il dott. Massimo Scolari, Presidente di Ascofind (l’associazione Italiana per la Consulenza Finanziaria Indipendente) sui dati del database fornito da Morningstar per comparare la performance dei nostri portafogli con quella dei fondi comuni disponibili sul mercato italiano

Crediamo che dare la possibilità agli investitori di comparare i nostri risultati con quelli di altri gestori sia un utile strumento, anche se non esaustivo, per aiutarli a costruire un giudizio sul nostro servizio.

Il report servirà anche come elemento di valutazione interno e sarà monitorato e discusso regolarmente dal Comitato Investimenti. I dati sono aggiornati mensilmente e potranno essere consultati dagli investitori nella pagina delle performance, nonché condivisi con Morningstar Italia con cadenza trimestrale.

Prima di addentrarci nell’analisi, è importante ricordare che il nostro obiettivo non è quello di creare una competizione tra gestori o, tanto meno, lasciar passare il messaggio che le nostre performance passate siano garanzia di futuri successi. Alla base dei nostri portafogli non c’è la ricerca del risultato di breve termine a ogni costo e ogni rischio, ma la nostra strategia di investimento. Essa resta la stella polare della nostra gestione, un metodo in cui crediamo e che riteniamo sia in grado di produrre risultati nel medio e lungo termine.

La presentazione dei risultati: costi e performance Moneyfarm vs fondi comuni

Qui di seguito si possono trovare i dati della ricerca che raffronta le nostre performance nette con un ampio campione di fondi con un livello di rischio e asset allocation paragonabile. Tutti i fondi sono accessibili agli investitori italiani. I dati presentati sono misurati su un orizzonte di 3 anni e 5 anni, e aggiornati al 30 settembre 2024.

*La performance del portafoglio P1 è comparata rispetto alla Categoria Morningstar data dalla combinazione di EAA Fund Global Bond – EUR Biased e EAA Fund Global Bond – EUR Hedged. Il mandato di gestione del portafoglio P1 è stato variato nel 2023.

**La performance del portafoglio P7 è simulata prima della data di lancio del 19/05/19. La comparazione riguarda i portafogli Moneyfarm classici. Tutti i dati sono al 30/09/2024.

Fonte Morningstar Direct su elaborazione dati Moneyfarm. Categorie Morningstar (i) Eur Cautious Global Allocation (0-35% esposizione azionaria) | (ii) Eur Moderate Global Allocation (35-65% esposizione azionaria) | (iii) Eur Aggressive Global Allocation (>65% esposizione azionaria). La performance dei portafogli Moneyfarm è calcolata al netto dei costi degli strumenti sottostanti e delle commissioni di gestione annuali e al lordo degli oneri fiscali. La performance dei fondi comuni componenti i peer groups è al netto di commissioni di gestione e di commissioni di ingresso e di uscita e al lordo degli oneri fiscali. Abbiamo calcolato i costi medi delle categorie di fondi concorrenti considerando la media delle commissioni ricorrenti (c.d. ongoing fees) e un’approssimazione in merito alle commissioni una tantum (c.d. entry / exit fees). Le evidenze sono da ritenersi valide per tutti i portafogli Moneyfarm dal P2 al P7, sia per investimenti >€50.000 che inferiori. Per ulteriori dettagli sulla composizione del peer group e il calcolo dei costi si invita a visualizzare il nostro sito o a contattarci. Gli investimenti in strumenti finanziari sono soggetti alla variabilità del mercato e possono determinare la perdita  del capitale inizialmente investito. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. I dati sono aggiornati al 30 settembre 2024.

Come si può notare dai grafici, al netto dei costi, le performance della gestione Moneyfarm sono superiori a quelle della media delle alternative su tutti i livelli di rischio. Nella maggior parte delle categorie, inoltre, la performance di Moneyfarm si posiziona nel primo quartile, ovvero nel 25% dei fondi top performer. Bisogna specificare che i dati non tengono conto dell’applicazione delle commissioni di performance, che a Moneyfarm non applichiamo, ma che alcuni fondi potrebbero applicare (un fattore da tenere conto quando si valutano le performance medie). I dati di performance sono al lordo degli oneri fiscali.

Questo risultato è il frutto di una buona gestione del rischio, ma anche di costi tendenzialmente più competitivi rispetto alla media, come si può notare dalla comparazione qui di seguito. La differenza dei costi pesa soprattutto su orizzonti di investimento più lunghi. 

La metodologia

La nostra ricerca è stata costruita lavorando in collaborazione con Ascofind sui dati Morningstar, che offre uno dei più ampi database su fondi comuni. Dato che i rendimenti a lungo termine sono guidati principalmente dalle componenti azionarie, mentre il reddito fisso viene utilizzato principalmente come diversificatore, Morningstar categorizza i propri fondi in diverse tipologie a seconda del peso della componente azionaria e della strategia di investimento di fondo. Ulteriori dettagli in merito sono disponibili qui.

Abbiamo poi classificato i nostri fondi in una delle seguenti categorie di fondi bilanciati multi asset Morningstar:

  • Allocazione cauta in EUR – Allocazione prudente globale in EUR: la componente azionaria non supera il 35% nella normale gestione del fondo.
  • Allocazione moderata in EUR – Allocazione moderata globale in EUR: la componente azionaria è generalmente compresa tra il 35% e il 65% nella normale gestione del fondo
  • Allocazione aggressiva in EUR – Allocazione aggressiva globale in EUR: La componente azionaria generalmente supera il 65% nella normale gestione del fondo.

Date le categorie sopra elencate, abbiamo classificato i nostri portafogli come segue:

  • P2, P3: Allocazione cauta in EUR – Globale
  • P4, P5: Allocazione moderata in EUR – Globale
  • P6, P7: Allocazione aggressiva in EUR – Globale

Come si nota dal grafico la componente azionaria dei portafogli Moneyfarm sopra-indicati è stata storicamente compresa nei limiti delineati da Morningstar (evidenziati in rosso).

All’interno delle categorie sopra menzionate, abbiamo composto il paniere aggiungendo un filtro che esclude i fondi con asset inferiori a 10 milioni di euro, per evitare di includere piccoli portafogli non rappresentativi delle reali opportunità di investimento effettive dei clienti. Abbiamo anche incluso i fondi non più disponibili per tenere conto del bias di sopravvivenza. Il totale dei fondi presi in considerazione è di circa 1700 a settembre 2022. Per i fondi che hanno più share class, al fine di evitare duplicazioni, abbiamo scelto di selezionarne solo una,  orientandoci secondi i seguenti criteri:

Criterio (in ordine di importanza) Scelta
Istituzionale/retail Retail (dove presente)
Commissioni di gestione La più bassa
Investimento minimo Il più basso
Distribuzione/accumulazione Accumulazione
Protezione dal rischio cambio No
Valuta Euro
AUM per classe Più alta

Per calcolare i costi e la performance netta abbiamo individuato una metodologia con Ascofind – al fine di avere un approccio verificabile e comparabile tra le linee Moneyfarm e i fondi comuni, per la stima di costi e oneri. 

Una delle principali difficoltà sta nel valutare l’impatto delle commissioni di ingresso e uscita sulla performance dei fondi comuni. Essi sono infatti molto difficili da stimare perché spesso variano a seconda della taglia e della durata dell’investimento e sono solitamente scontabili in fase di collocamento. 

Per effettuare la stima abbiamo calcolato la media delle commissioni di ingresso e di uscita di tutti i fondi delle tre categorie multi asset Morningstar. La media equivale al 2,5%. Con l’aiuto di Ascofind abbiamo stabilito un coefficiente del 50% per tenere conto di eventuali riduzione, il costo medio per l’investitore che abbiamo preso in considerazione è dunque l’1,25%. Questo costo è stato poi distribuito sul turnover medio dei fondi comuni bilanciati italiani, che è di 26 mesi secondo il paper “Il costo dell’investimento in fondi comuni” di Banca d’Italia (https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/qef/2017-0391/QEF_391_17.pdf, ). 

Ciò implica un costo medio dello 0,6% l’anno. Il dato è peraltro in linea con quello stimato da Banca d’Italia che stima l’incidenza delle commissioni di ingresso e di uscita sui fondi bilanciati allo 0,7%.

Come abbiamo spiegato, pur non applicando commissioni di performance, abbiamo deciso di non includere l’incidenza di eventuali commissioni di performance nel rendimento dei fondi. Per chi volesse approfondire il tema, rimandiamo alla nostra ricerca (https://blog.moneyfarm.com/it/ebooks/commissioni-di-performance/).

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*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.