Costi di investimento: indagine Politecnico-Moneyfarm

[AGGIORNAMENTO NOVEMBRE 2019] La seconda parte dell’indagine Politecnico-Moneyfarm è disponibile a questo link]

In collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano abbiamo condotto un’analisi comparata sulla pubblicazione delle informative relative ai costi e agli oneri degli investimenti prodotte dai più importanti intermediari finanziari operanti in Italia. Le informative, introdotte dalla normativa MiFID II, sono dei documenti che gli intermediari finanziari devono condividere con i clienti per illustrare chiaramente i costi relativi agli investimenti.

Considerando che alla data del 30 giugno la maggior parte degli intermediari non aveva ancora provveduto alla rendicontazione ex-post (ovvero la rendicontazione relativa ai costi sostenuti nel 2018 che abbiamo analizzato a ottobre 2019), la ricerca a luglio 2019 si è focalizzata sull’analisi delle informative ex-ante, ovvero la documentazione che gli intermediari devono fornire ai clienti prima che essi investano, così che si possano fare un’idea dei costi del servizio.

Come previsto da MiFID II, l’informativa ex ante dovrebbe essere consegnata prima della stipula del contratto di intermediazione. In tal senso si è esplicitamente espressa Consob.

Ebbene, i risultati relativi di tale analisi ex ante a nostro avviso sono molto significativi. Ne elenchiamo i principali e invitiamo ad approfondire consultando il lavoro di ricerca completo:

  • Il 75% della documentazione relativa alla consulenza in materia di investimenti e alla gestione di portafogli non riporta la totalità delle informazioni raccomandate dalla disciplina MiFID II;
  • In circa l’80% dei casi analizzati non si riscontra trasparenza dell’effetto cumulativo dei costi sulla redditività dell’investimento;
  • I costi vengono esplicitati in valori assoluto nel 45% dei casi per la consulenza e solo nel 19% per la gestione di portafogli;
  • Nel 60% delle richieste relative alla consulenza finanziaria la documentazione è stata consegnata solo in forma verbale, senza supporto documentale nonostante sia stato richiesto esplicitamente, mentre tale percentuale scende al 31% per la gestione patrimoniale;
  • L’informativa è spesso carente rispetto ai costi per operazioni, alle spese per i servizi accessori e ai costi accessori. Le spese correnti e le spese una tantum sono più frequentemente dettagliati;
  • Nella maggior parte dei casi è stato necessario recarsi direttamente presso le filiali per ottenere dai consulenti le informazioni relative ai costi applicati ai servizi offerti;
  • Nonostante sia obbligo di legge fornire al cliente i costi prima di stipulare il contratto, è emersa una certa difficoltà nell’ottenerli e nell’interpretarli per via di una presentazione spesso verbale e generica.

È ora disponibile anche la seconda parte dell’indagine che prende in esame le informative ex post inviate dai più importanti intermediari finanziari operanti in Italia ai propri clienti relativamente ai costi sostenuti per investire nel corso del 2018. Obiettivo di entrambe le parti di questo lavoro di ricerca è valere come punto di riferimento per tutta l’industria italiana, incoraggiando comportamenti virtuosi, di trasparenza e indipendenza.

RENDI(TI)CONTO

Rendi(ti)conto

Per aiutare gli investitori a leggere questi documenti, per loro stessa natura complessi, abbiamo messo a disposizione degli investitori i nostri consulenti. Grazie all’iniziativa Rendi(ti)conto ti basterà prendere appuntamento con i nostri consulenti per ricevere, gratuitamente e senza impegno, un aiuto a capire meglio il rendiconto che hai ricevuto dal tuo intermediario e, in generale, quanto stai spendendo per investire.

PRENOTA E RENDI(TI)CONTO

 

Dall’analisi emerge che, per quanto riguarda l’Italia, a più di un anno dall’entrata in vigore della direttiva, il primo passo, quello che riguarda la trasparenza delle informazioni a tutela dell’investitore, sembra non essere ancora stato completamente fatto. I risultati della prima parte del nostro lavoro sulle informative ex- ante, fanno infatti emergere un quadro migliorabile; ci si augura che questa analisi comparata serva proprio come stimolo per valorizzare le ‘buone pratiche’ e rendere sempre più efficiente la trasparenza delle informazioni. Giancarlo Giudici, Professore associato della School of Management del Politecnico di Milano e referente scientifico della Ricerca

La trasparenza fa parte della nostra mission e del nostro modo di operare da sempre: nel lungo periodo crediamo che proprio la consapevolezza e il controllo dei costi possono fare davvero la differenza nel determinare il ritorno di un investimento. La maggior parte degli investitori italiani ad oggi è ancora all’oscuro dei costi associati ai propri investimenti, nonostante questi siano particolarmente ingenti in Italia rispetto al resto d’Europa. Siamo estremamente orgogliosi di aver trovato un partner del calibro della School of Management del Politecnico di Milano per condurre insieme questa importante analisi sulle informative ex ante MIFID II, che speriamo incentivi tutta l’industria a fare meglio nell’interesse del risparmiatore. –Paolo Galvani, Co-fondatore e Presidente Moneyfarm

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*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.