La paura è una risposta emotiva normale nel mondo degli investimenti: la finanza comportamentale ha dimostrato che tende a offuscare il processo decisionale e ad amplificare la percezione del rischio.
Infatti, gli studi mostrano che quando l’incertezza aumenta, sia le persone che le aziende diventano più caute: secondo un’indagine della Banca Europea per gli Investimenti, le imprese che considerano l’incertezza come un ostacolo rilevante hanno circa 2,5 punti percentuali in meno di probabilità di aumentare gli investimenti.
Per i singoli investitori, l’effetto è altrettanto evidente. L’avversione alle perdite, identificata per la prima volta da Tversky e Kahneman nel loro studio “Prospect Theory: An Analysis of Decision under Risk” del 1979, mostra come il nostro cervello sia programmato per evitare il dolore. Quando si parla di denaro, infatti, la sofferenza di una perdita viene percepita come due volte più intensa rispetto alla soddisfazione di un guadagno equivalente. È questo bias a spingere molti investitori a vendere nei momenti sbagliati.
C’è poi il cosiddetto effetto gregge: quando i mercati vacillano è facile lasciarsi trascinare dagli altri, anche se gli altri stanno cedendo al panico. Durante le crisi, un piccolo gruppo di investitori particolarmente attivi può influenzare il comportamento della maggioranza, amplificando movimenti e volatilità. In altre parole, la paura si diffonde rapidamente.
I “dolcetti” e “scherzetti” del mercato
Uno studio pubblicato sull’International Journal of Research Publication and Reviews (IJRPR) ha evidenziato che il 65,69% degli investitori individuali ha modificato la composizione del proprio portafoglio in risposta alla volatilità dei mercati, segnalando un atteggiamento di gestione del rischio tendenzialmente reattivo e aggressivo.
Si tratta di una reazione comprensibile, ma che rischia di interrompere l’effetto valanga positivo dei rendimenti che crescono su se stessi, noto come interesse composto (il meccanismo che, attraverso gli interessi maturati e reinvestiti, permette al capitale di crescere nel tempo).
La volatilità può essere inquietante, come camminare in una casa stregata, senza sapere cosa si nasconde dietro l’angolo. Ma non tutte le sorprese sono negative: la stessa volatilità che spinge i mercati verso il basso può anche essere la forza che li fa risalire.
La storia dimostra che i mercati tendono a premiare la pazienza. L’improvviso rialzo del 10% dell’S&P 500 nell’aprile 2025, dopo settimane di incertezza, ne è un esempio. Chi è rimasto investito ha beneficiato del rimbalzo, mentre chi si è rifugiato nella sicurezza ha perso il “dolcetto” dopo lo “scherzetto”.
Cercare di prevedere i movimenti del mercato è notoriamente difficile: anche solo perdere alcune delle migliori giornate può avere un impatto significativo sulla performance complessiva, come mostra il grafico qui sotto.

Una lezione dalle ombre
Quando i mercati appaiono come una foresta oscura, la scelta migliore è spesso quella di continuare a camminare con calma. Ogni correzione, crisi o crollo ha avuto i propri titoli spaventosi, eppure nel tempo i mercati hanno mostrato una straordinaria capacità di riprendersi e crescere.
Le conseguenze immediate di una correzione di mercato possono lasciare un sapore amaro. Come mostra il grafico qui sotto, nel passato non sono mancate situazioni simili che, per motivi diversi, sembravano ogni volta la fine del mondo. Tuttavia, tutte avevano un elemento in comune: storicamente, i mercati hanno sempre mostrato la tendenza a riprendersi con il passare del tempo. Ed è proprio questo il significato dell’investimento di lungo periodo.

In altre parole, è importante non lasciare che le paure di breve termine compromettano gli obiettivi di lungo periodo. Il successo negli investimenti non nasce dall’evitare il rischio, ma dal comprenderlo e gestirlo attraverso diversificazione, coerenza e disciplina.
Perché alla fine, spesso il vero fantasma che perseguita gli investitori non è la volatilità, ma la paura della volatilità stessa.
In occasione di Halloween, un monito: i mercati possono avere i loro imprevisti, ma la pazienza è ciò che porta le vere ricompense. Non lasciarsi spaventare dai cali di breve periodo è fondamentale: sarà il tempo a costruire i benefici.
Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.





