ETF terre rare: la guida completa per il 2024


Gli investimenti nei metalli denominati terre rare periodicamente tornano alla ribalta, perché si tratta di elementi di difficile estrazione e molto richiesti. Per investire in questi metalli si può ricorrere agli ETF terre rare, strumenti d’investimento versatili e dai costi contenuti che puntano sulle società impegnate nelle attività estrattive.

La crescente domanda di questi metalli poco comuni è uno degli elementi chiave da attenzionare, perché se la domanda dovesse superare l’offerta, il prezzo delle terre rare potrebbe salire rapidamente e rendere ancora più vantaggioso l’investimento negli ETF dedicati.

Di certo i rischi dell’investimento in ETF su terre rare non mancano e tra le maggiori criticità di questi strumenti si segnalano una bassa capitalizzazione dei fondi, con il conseguente rischio di delisting, e la scarsa differenziazione dei fondi, che si compongono di pochi titoli.

💰 Come investire in ETF terre rare? Tramite un consulente finanziario, la banca o un broker autorizzato
👍 Vantaggi degli ETF terre rare Domanda in forte crescita e rarità dei metalli
👎 Svantaggi degli ETF terre rare Scarsa differenziazione del paniere di titoli e rischio di cambio
🏆 Migliori ETF terre rare VanEck Vectors Rare Earth and Strategic Metals UCITS ETF

ETF terre rare: cosa sono?

Gli ETF terre rare sono dei fondi d’investimento che raccolgono capitale tra i risparmiatori, per investirlo in un paniere di titoli di società che generano la maggior parte dei loro profitti dalle terre rare o da metalli strategici come il cobalto, il cromo o il palladio. Non si tratta solo di società minerarie, ma anche raffinerie o imprese che si occupano del riciclaggio degli elementi.

Le terre rare sono 17 metalli di difficile estrazione e fanno parte di questa categoria i seguenti elementi della tavola periodica: cerio, disprosio, erbium, europium, gadolinio, itterbio, ittrio, lantanio, lutezium, neodimio, olmium, praseodimio, promesium, samario, scandio, terbio e tullio.

Chi vuole investire in terre rare senza acquistare direttamente i singoli titoli azionari delle società coinvolte nel settore, può farlo attraverso gli ETF, che grazie alla gestione passiva offrono costi competitivi ed efficienti.

ETF terre rare: su quali investire nel 2023?

I risparmiatori che vogliono investire negli ETF terre rare hanno davanti a sé una scelta limitata, perché al momento esiste un solo ETF dedicato al settore, che dal 2021 è quotato anche in Italia. Si tratta di VanEck Vectors Rare Earth and Strategic Metals UCITS ETF, che include titoli di società che hanno investito nei metalli rari che fanno parte della categoria di terre rare e dei metalli strategici.

Il fondo d’investimento replica il MVIS Global Rare Earth / Strategic Metals Index, un indice a capitalizzazione che attribuisce maggiore peso alle società più grandi e capitalizzate. Nessuna azione può avere un peso superiore all’8%, allo scopo di distribuire meglio l’esposizione dell’investimento.

L’ETF terre rare include nel suo paniere solo 21 titoli e la maggior parte di questi sono emessi da società cinesi, australiane, canadesi e statunitensi. Il peso maggiore è quello dei titoli cinesi, pari al 35% del totale, e questo è un dato si cui tenere in considerazione al momento della composizione del portafoglio d’investimento, che dovrebbe essere sempre ben diversificato.

Come investire in ETF terre rare?

Per investire negli ETF terre rare è consigliabile rivolgersi ad un consulente o intermediario specializzato, che sarà in grado di comporre per l’investitore un portafoglio d’investimento creato ad hoc per le sue esigenze e i suoi obiettivi economici.

In alternativa si può investire tramite il proprio istituto di credito, dopo l’apertura di un deposito titoli. Le commissioni in questo caso sono poco convenienti e non è facile ottenere dagli operatori bancari una consulenza personalizzata.

L’ultima modalità per investire in ETF terre rare è quello di aprire un account presso un broker autorizzato e procedere all’investimento in totale autonomia. La soluzione del fai da te è la più rischiosa, perché molto spesso l’investitore non ha le conoscenze e l’esperienza per gestire l’investimento nel tempo.

Investimenti tematici in terre rare

Terre e metalli rari ricoprono da sempre un ruolo strategico, e molti di loro sono indispensabili per la produzione di semiconduttori destinati ai device elettronici che utilizziamo quotidianamente. Non è un caso quindi che siano tra i protagonisti degli investimenti tematici che abbiamo individuato per puntare sui megatrend del futuro supportando i business che stanno ridisegnando il nostro mondo. Investire nei settori a più alto potenziale significa non solo contribuire alla società di domani, ma anche puntare a maggiori rendimenti sul lungo termine mantenendo adeguata la propensione al rischio. Tra gli ETF tematici sulle terre rare e i minerali strategici abbiamo selezionato

VanEck Rare Earth UCITS ETF, un fondo a gestione passiva che segue le società che facilitano la transizione energetica e la decarbonizzazione. La ponderazione geografica vede al primo posto l’Australia (35,86%) seguita da Cina (31,3%) e Stati Uniti (16,29%) e, nonostante un TER lievemente più alto rispetto a quello di prodotti simili (0,59%), può essere lo strumento ideale per chi vuole implementare il proprio portafoglio in chiave strategica.

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Investire in ETF: qual è la differenza tra Moneyfarm e la tua Banca?

Moneyfarm può contare su una solida esperienza negli investimenti in ETF, infatti i risparmiatori sono guidati da una squadra di asset allocation che non solo costruisce un portafoglio d’investimento diversificato ed efficiente, ma apporta le necessarie modifiche alla strategia d’investimento con cadenza periodica.

È un servizio personalizzato e specializzato che una banca generalmente non riesce ad offrire. Al contrario i prodotti bancari (compresi gli ETF) sono offerti attraverso dei pacchetti standardizzati che non tengono conto delle esigenze del risparmiatore, del profilo di rischio o dei suoi obiettivi economici.

Investire in ETF terre rare in periodo di crisi

Molti investitori credono che il periodo di crisi dovuto alla pandemia e alla guerra in Ucraina rendano gli investimenti più rischiosi. In realtà non è così, perché anche quando il mercato globale attraversa un periodo di instabilità, i mercati finanziari offrono comunque la possibilità per generare profitti e proteggere il capitale.

È in questi periodi che l’esperienza dei consulenti specializzati si rivela ancora più utile, per individuare quegli asset finanziari e quei settori che presentano delle buone opportunità. Gli ETF terre rare potrebbero essere una valida scelta, ma solo all’interno di portafogli d’investimento ben bilanciati.

Conclusioni

Gli ETF terre rare sono di recente tornati sotto i riflettori per le buone performance fatte registrare, ma restano degli strumenti d’investimento che presentano delle insidie e dei rischi da valutare con attenzione. Sono fondi che si compongono di un numero ristretto di titoli, con la Cina che copre il 35% del paniere.

In questa situazione diventa più che mai importante differenziare l’investimento in ETF, così da creare un portafoglio d’investimento efficiente, sicuro e ben differenziato.

Domande frequenti

Cosa sono gli ETF terre rare?

Sono fondi d’investimento a gestione passiva composti da azioni di società impegnati nell’estrazione, raffinazione e smaltimento di terre rare e metalli strategici.

Qual è il trend del settore?

La domanda di terre rare è in crescita, soprattutto per la spinta dell’industria green. La difficoltà di estrazione dei metalli potrebbe creare una situazione in cui l’offerta è inferiore alla domanda, con conseguente aumento dei prezzi (a meno che si trovino nuovi siti estrattivi).

Conviene investire negli ETF terre rare?

Gli ETF terre rare sono molto sbilanciati su alcune aree geografiche, come la Cina e l’Australia, quindi per rendere conveniente l’investimento è necessario adottare una solida strategia di differenziazione

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*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.