ETF India: la guida completa per il 2024


Nonostante le performance al di sotto delle attese negli ultimi anni, i mercati dei grandi paesi emergenti sono una delle frontiere di maggiore interesse per gli investitori globali. Un tempo, investire in questi mercarti era particolarmente complesso, ma oggi grazie all’innovazione portata dagli ETF è possible puntare su queste grandi economie emergenti in modo molto più semplice ed efficiente che in passato. L’India è il secondo paese più grande del mondo e l’economia indiana ha da poco superato quella del Regno Unito per prodotto interno lordo. Per questo motivo gli ETF India sono sempre più popolari, anche tra gli investitori italiani.

A Moneyfarm costruiamo strategie di investimento diversificate in ETF. Riteniamo che, dati i risultati anche piuttosto altalenanti degli ultimi anni, gli ETF sui mercati emergenti come anche gli ETF India debbano essere inclusi nell’ambito di una strategia ben diversificata di investimento.

In questo articolo proveremo a fornire una panoramica del mercato azionario indiano e di come gli investitori interessati possono investirci attraverso gli ETF. Cercheremo anche di passare in rassegna alcuni dei migliori ETF India.

🇳🇪 Perché investire in India? Perché è il secondo più grande mercato emergente al mondo.
⏱ Qual è l’età media del Paese? 36 anni.
 📊 Quali sono le due principali borse valori indiane? NSE e BSE.
📈 E l’indice più utilizzato dai fondi? MSCI India.

Una parentesi sull’economia indiana: investire in Etf India nel 2023 conviene?

L’economia indiana è stata colpita in modo significativo dalla pandemia di Covid 19, ma negli ultimi trimestri si è ripresa sostanzialmente. Il prodotto interno lordo del paese è aumentato dell’8,9% nel 2021, secondo la Banca Mondiale.

La crescita è stata abbastanza pronunciata da consentire all’India di superare il Regno Unito e diventare la quinta economia più grande del mondo nell’ultimo trimestre del 2021. Il Fondo Monetario Internazionale prevede che il Pil indiano aumenterà del 7,4% nel 2022. L’India è sulla buona strada per diventare la terza economia più grande del mondo entro il 2030. Entro i prossimi 25 anni, l’India raggiungerà un livello di alfabetizzazione del 100%, restando un paese con un’età media di soli 38 anni. Nel 2021, l’India ha prodotto un’azienda con una capitalizzazione di mercato di oltre un miliardo ogni 9 giorni e sul suo territorio sono state eseguire il maggior numero di transazioni finanziarie in tempo reale a livello globale: ben 48 miliardi.

ETF India: i mercati azionari indiani BSE e NSE e i principali indici

Sebbene il valore delle azioni quotate sul mercato indiano equivalga a circa il 3% della capitalizzazione delle borse globali, il mercato indiano offre un livello di diversificazione simile a quello garantito dai mercati azionari più sviluppati.

La maggior parte delle negoziazioni nel mercato azionario indiano si svolge nelle sue due borse: Bombay Stock Exchange (BSE) e National Stock Exchange (NSE). La BSE è la storica borsa valori Indiana ed esiste dal 1875.  La NSE, invece, è stata fondata nel 1992 e ha iniziato a operare nel 1994. Entrambe le borse seguono lo stesso meccanismo di negoziazione, sono aperte negli stessi orari e seguono lo stesso processo di regolamento. La BSE conta oltre 5.500 società quotate, mentre la rivale NSE ne vanta circa 2000.

Quasi tutte le aziende più important in India sono quotate in entrambe le borse. La BSE è il mercato azionario più antico, ma l’NSE è il mercato azionario più grande in termini di capitalizzazione. Entrambe le borse sono molto liquide ma quando si investe in ETF bisogna essere attenti al mercato di riferimento del fondo, perché ciò può avere delle conseguenze sui costi finali degli investimenti. La presenza di arbitraggi mantiene i prezzi delle due borse all’interno di un range molto ristretto. Solitamente gli ETF india investo sull’indice NSE.

Entrambi i mercati sono automatizzati. Il trading in entrambe le borse avviene tramite un libro di ordini elettronico in cui l’abbinamento viene eseguito dal computer di trading. Non ci sono market maker e l’intero processo è basato sugli ordini, il che significa che gli ordini di mercato immessi dagli investitori vengono automaticamente abbinati ai migliori ordini limite. Di conseguenza, acquirenti e venditori rimangono anonimi, ma ciò può portare una maggiore volatilità nei prezzi.

Il vantaggio di un mercato basato sugli ordini è, invece, che offre maggiore trasparenza dando la possibilità agli investitori di visualizzare tutti gli ordini di acquisto e vendita nel sistema di trading. Tuttavia, in assenza di market maker, non vi è alcuna garanzia che gli ordini vengano eseguiti. Il mercato potrebbe risultare dunque meno liquido.

Un importante vantaggio degli Etf sull’India è il fatto che il mercato degli investimenti indiani è difficilmente accessibile dagli investitori privati. Gli investitori istituzionali esteri sono costituiti principalmente da fondi comuni di investimento, fondi pensione, fondi sovrani, compagnie assicurative, banche e società di gestione del risparmio.

Al momento, l’India non consente a persone straniere di investire direttamente nel proprio mercato azionario. Gli investitori istituzionali stranieri, tra cui ovviamente figurano gli ETF, possono investire direttamente in uno qualsiasi dei titoli quotati in una qualsiasi delle borse valori. La maggior parte degli investimenti di portafoglio consiste in investimenti in titoli nel mercato primario o secondario, comprese azioni, obbligazioni di società quotate o da quotare in una borsa valori riconosciuta in India.

Gli indici principali

I due storici indici del mercato indiano sono il Sensex e il Nifty 50. Il Sensex è il più antico indice di mercato per le azioni; comprende azioni di 30 società quotate alla BSE. È stato creato nel 1986 e fornisce dati di serie temporali dall’aprile 1979 in poi. Un altro indice è Standard and Poor’s CNX Nifty; comprende una selezioni di 50 azioni quotate al NSE. È stato creato nel 1996 e fornisce dati di storici dal luglio 1990 in poi.

Un altro indice molto popolare, soprattutto perché è il punto di riferimento per molti investitori internazionali e molti ETF sull’India è l’indice MSCI India, che è pensato per rappresentare al massimo le caratteristiche dell’economia Indiana (sia includendo le grandi aziende, sia includendo le aziende a media capitalizzazione). Con 109 componenti, l’indice copre circa l’85% della capitalizzazione azionaria del Subcontinente e rappresenta una delle più fedeli rappresentazioni dell’economia del Paese: per questo è scelto da alcuni dei migliori ETF India quotati su Borsa Italiana tra cui il Lyxor MSCI India UCITS ETF e Amundi MSCI India UCITS ETF. La spartizione settoriale dell’indice vede al primo posto il settore finanziario con oltre il 20%, seguite da aziende tecnologiche con il 19% e infine aziende che operano nel settore dell’energia con il 13%.

ETF India: cosa sono e come funzionano?

Gli ETF indiani offrono agli investitori un modo per diversificare geograficamente i loro portafogli globali investendo su una serie di società protagoniste nell’economia della seconda nazione più popolosa del mondo e in uno dei più grandi mercati emergenti del mondo. Gli ETF indiani replicano la performance di un paniere di azioni negoziate solitamente sul National Stock Exchange of India Ltd. (NSE). Alcune delle più grandi società indiane includono Indian Oil Corp. ltd., Bharat Petroleum Corp. ltd. e Tata Motors Ltd.

Gli ETF sono dei fondi passive che hanno come obiettivo l’investimento in un indice di mercato, con lo scopo di replicarne l’andamento. Un ETF indiano, per esempio, che investa sull’indice Sensex ha come scopo il tracciamento della performance di quello stesso indice. La replica può essere raggiunta attraverso l’acquisto della totalità delle azioni presenti nell’indice (replica fisica) o semplicemente in una selezione di esse (replica sintetica).

I vantaggi degli ETF sono quelli di permettere agli investitori di ottenere un approccio diversificato agli investimenti, investendo con semplicità su un ampio paniere di titoli, a costi relativamente ridotti. Un altro vantaggio è quello che i fondi ETF sono quotati sui mercati regolamentati e per questo le quote di questi fondi possono essere acquistate o vendute con relativa semplicità e trasparenza.

I migliori ETF sull’India: su quali investire nel 2023?

Gli ETF India su Borsa Italiana offrono all’investitore numerose opzione per puntare su questo gigante emergente. Bisogna ricordare che un’opzione valida per chi volesse puntare sugli ETF India resta quella di prediligere un approccio più diversificato e puntare su ETF che investono in indice dei mercati emergenti, molti dei quali integrano una componente significativa di ETF indiani.

Lyxor MSCI India UCITS ETF

Questo fondo replica l’indice MSCI che offre una delle rappresentazioni più complete dell’economia indiana. Il fondo è piuttosto grande, con una capitalizzazione di oltre 750 milioni di euro ed è stato quotato nel 2006. Il fondo copre l’indice attraverso una replica sintetica che prevede la selezioni di alcune aziende rappresentative dell’indice. I costi sono dello 0,85.

Amundi MSCI India UCITS ETF

Un altro fondo che investe sull’indice MSCI India è quello gestito da Amundi. Il fondo ha meno track record dell’ETF Lyxor, ma ha un costo annuo più accessibile dello 0,8%.

Investire negli ETF india conviene?

Quando si investe è consigliabile optare per una appropriate diversificazione geografica che include una quota proporzionata di investimento sui mercati emergenti. Moneyfarm può aiutarti a individuare la strategia di investimento più giusta per I tuoi obiettivi e per il tuo appetite al rischio.

Domande frequenti

Perché l’indice MSCI india è il più popolare tra gli investitori?

Perché è un indice che rappresenta al meglio l’economia del Paese, includendo oltre 100 aziende di varia capitalizzazione.

Gli investitori stranieri possono investire in India?

Non direttamente se privati, ma lo possono fare come investitori istituzionali per esempio attraverso fondi.

Conviene investire in India?

L’investimento nei mercati emergenti ha senso nell’ambito di una strategia ben diversificata.

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*Gli investimenti in strumenti finanziari sono soggetti alla variabilità del mercato e possono determinare la perdita, in tutto o in parte, del capitale inizialmente investito.

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