ETF Brasile: la guida completa per il 2024


Se gli strascichi della pandemia da Covid-19 e la guerra tra Russia e Ucraina stanno lasciando ferite profonde nell’economia di paesi storicamente solidi come Germania o Olanda, è facile immaginare che anche i cosiddetti Paesi emergenti – vale a dire quelli che presentano un reddito pro capite inferiore alla media ma un tasso di crescita potenziale del PIL superiore – stanno stiano pagando gli effetti di questi stravolgimenti sui propri mercati finanziari. Tuttavia non bisogna fare di tutta l’erba un fascio: già nel nostro approfondimento dedicato agli ETF sui mercati e i paesi emergenti abbiamo sottolineato come, a fronte di rischi superiori, sfruttare il processo di ammodernamento e industrializzazione in determinati paesi può offrire opportunità di crescita interessanti. È il caso del Brasile che, nonostante il difficile contesto storico, sta vivendo un forte momento di slancio grazie non solo all’aumento dei prezzi delle materie prime – il Paese è un grande esportatore di commodities come legname, caffè, soia… – ma anche alla sua spiccata capacità di attrarre investitori esteri. Chi segue più da vicino i mercati finanziari internazionali si sarà senz’altro accorto del rinnovato interesse per gli ETF Brasile che, anche per merito della versatilità insita nella tipologia stessa di prodotto, permettono di puntare in modo flessibile ed efficace sulla ripresa economica del Paese. Cerchiamo quindi di approfondire l’argomento e analizzare quali sono gli ETF Brasile più interessanti del momento per implementare il proprio portafoglio di investimenti.

🌎 Cosa sono gli ETF Brasile? Sono ETF che replicano un indice azionario rappresentativo dell’economia del Paese.
⚠️ Perché gli ETF Brasile hanno categorie di rischio molto alte? Perché si tratta di un mercato storicamente soggetto a oscillazioni, volatilità e altri rischi.
🤔 Esistono ETF Brasile su Borsa Italiana?  Certo.

ETF Brasile: cosa sono?

Il Brasile è il quinto Paese più popolato del mondo, e la sua economia si basa principalmente su industrie che operano nell’ambito delle materie prime in senso ampio, abbracciando non solo quelle agricole ma anche il mondo dell’energia e dei metalli. La profonda crisi economica che ha colpito il Brasile tra il 2014 e il 2017, causata da una fortissima recessione e accompagnata da una altrettanto forte crisi politica, ha cambiato il Paese nelle sue stesse radici, e gli stravolgimenti globali degli ultimi due anni ne hanno inevitabilmente rallentato la ripresa. Tuttavia, bisogna sottolineare che le importanti misure economiche introdotte hanno contribuito a rimettere in sesto l’assetto finanziario del Brasile, che oggi torna nuovamente sotto i radar degli investitori.

Investire in un ETF Brasile significa quindi scegliere uno strumento a gestione passiva il cui obiettivo è quello di replicare l’andamento di un indice azionario rappresentativo dell’economia del Paese. Un ETF può cercare di riprodurre questa performance con una replica fisica, vale a dire attraverso le azioni che fanno parte dell’indice stesso, o sintetica, investendo quindi in un derivato che ha come sottostante il medesimo indice. Gli ETF Brasile fanno riferimento a due indici principali: il MSCI Brazil, che è il più diffuso e diversificato e che coinvolge le società brasiliane a media e alta capitalizzazione, e il FTSE Brasil 30\18 capped, la cui particolarità è che è strutturato in modo che l’azienda predominante sia limitata ad un massimo del 30% della capitalizzazione dell’indice, e che le altre componenti non superino il 18%.

ETF Brasile: su quali investire nel 2023? Analisi tecnica

Entriamo nel vivo della questione passando in rassegna gli ETF Brasile a nostro avviso più interessanti, analizzando non solo il costo ma anche il rapporto tra rischio e rendimento e la solidità patrimoniale del fondo.

Lyxor MSCI Brazil UCITS ETF – Acc  (ISIN LU1900066207)

Certamente uno dei più ampi di questa tipologia, questo ETF è emesso da Lyxor, colosso dell’asset manager che fa riferimento a Société Générale e che da pochi mesi è ufficialmente sotto il controllo di Amundi. Il fondo, domiciliato in Lussemburgo come tutti gli ETF di Lyxor, si pone come obiettivo la replica indiretta dell’indice MSCI Brasil e in quindici anni di attività ha raggiunto un patrimonio gestito di più di 300 milioni di euro. Questo ETF adotta una politica dei dividendi ad accumulazione, reinvestendo quindi gli utili nel fondo stesso, e presenta delle spese di gestione tutt’altro che irrisorie (0,65%).

Dal grafico delle performance registrate dal fondo negli ultimi cinque anni emergono chiaramente sia gli effetti della pandemia da Covid 19 che nel Febbraio 2020 ha fatto colare a picco il valore delle quote, sia l’estrema volatilità che caratterizza questa tipologia di ETF e che si attesta al di sopra del 28% nell’anno. Non stupisce dunque che il fondo sia stato classificato nella categoria di rischio più alta (7\7).

iShares MSCI Brazil UCITS ETF (Dist) (ISIN IE00B0M63516)

Altro player di rilievo nel mondo dell’asset management è iShares che, dal 2005, propone l’ETF iShares MSCI Brazil UCITS, il secondo per grandezza grazie ad un patrimonio gestito che supera i 200 milioni di euro. Diversamente dal prodotto offerto da Lyxor, questo è un fondo a replica fisica che investe direttamente nei titoli azionari che compongono il benchmark e paga trimestralmente i dividendi ai propri investitori. A parità di categoria di rischio (7\7) le spese di gestione di questo ETF sono più alte (0.74%) e, come è facile aspettarsi per questa tipologia di fondo, i suoi rendimenti storici sono piuttosto altalenanti: nel 2021 ha registrato una performance negativa del -18.2% rispetto all’anno precedente, ben lontana dal 64,3% registrato nel 2016.

HSBC MSCI Brazil UCITS ETF USD (ISIN IE00B5W34K94)

Questo fondo, che replica l’andamento dell’indice MSCI Brazil in modalità fisica, è stato lanciato nel 2010 da HSBC, uno dei più grandi gruppi bancari del mondo nonché il primo istituto di credito europeo per capitalizzazione. L’ETF, domiciliato in Irlanda, ad oggi ha raggiunto una dimensione di quasi 24 milioni di dollari e, qualora si verificassero condizioni di mercato straordinarie, può investire fino al 35% del proprio patrimonio nei titoli di un singolo emittente. Questo fondo presenta una discreta diversificazione in termini di allocazione, destinando il 24,8% al settore finanziario, il 18.77% a quello dell’energia e il 18,63 a quello delle materie prime. Anche in questo caso la categoria di rischio è molto alta (7/7) per via delle oscillazioni storicamente molto alte e per le peculiarità insite nei mercati emergenti, meno consolidati e più volatili. I costi di gestione sono tra i più bassi (TER 0.50%) e i dividendi vengono redistribuiti semestralmente agli investitori.

Xtrackers MSCI Brazil UCITS ETF 1C (ISIN LU0292109344)

Altro fondo domiciliato in Lussemburgo è Xtrackers MSCI Brazil UCITS ETF 1C, lanciato nel 2007 dal noto marchio della divisione di DWS dedicata agli ETF e che traccia l’andamento dell’indice MSCI Brazil attraverso una replica fisica. Tra le posizioni del fondo spiccano il colosso minerario brasiliano Vale S.A. con il 15,37%, la compagnia petrolifera Petroleo Brasileiro con l’8.25% e Itaù Unibanco Holding, la più grande banca brasiliana e la decima al mondo, con il 7,28%. Un’allocazione che merita qualche riflessione in più perché pone l’accento su due comparti interessanti: quello delle materie prime, centrale in questo periodo storico, e quello bancario, che in un paese emergente ricopre un ruolo tutt’altro che secondario. Per quanto riguarda le performance, anche questo fondo si conferma caratterizzato da un’estrema volatilità e da rendimenti altalenanti, che non vengono redistribuiti ma reinvestiti nel fondo. Le commissioni annue sono del 0,65%, in linea con i TER di altri prodotti similari.

Franklin FTSE Brazil UCITS ETF (ISIN IE00BHZRQY00)

Chiudiamo questa carrellata con un fondo che mira a replicare l’andamento dell’indice FTSE Brazil 30\18 capped: proposto dal gestore globale Franklin Templeton. Si tratta di uno degli ETF più recenti, lanciato solo nel 2019 ma che in pochi anni ha raggiunto un patrimonio gestito di 29 milioni di dollari. Anche in questo caso le prime società in portafoglio sono Petroleo Brasileiro (15,02%), Vale S.A (12.29%) e Itaù Unibanco Holding (6,23%), dunque vede una netta preponderanza dei settori finanziari, energetici e dei materiali. Il fondo, che potrebbe essere non adatto ad investitori che abbiano intenzione di liquidarlo prima di 5 anni, appartiene alla categoria di rischio più alta (7\7), presenta costi di gestione decisamente bassi (0.19%) e non offre dividendi ai suoi investitori.

Investire in ETF Brasile in periodo di crisi: conviene nel 2024? Previsioni, pro e contro

Per capire se possa essere conveniente o meno investire in ETF Brasile non si possono prendere in considerazione solo gli strumenti finanziari a disposizione dei trader, ma è necessario guardare alla situazione brasiliana nel suo complesso. Le imminenti elezioni presidenziali avranno certamente un impatto importante sul futuro del Paese, e le misure economiche messe in atto dal nuovo governo potranno spingere ulteriormente nella direzione della crescita – che già durante la pandemia era stata più forte di quanto previsto da molti analisti – o vanificare gli sforzi degli ultimi anni. Investire sul Brasile può essere una scelta efficace per gli investitori che vogliano puntare sulle possibilità di sviluppo del Paese nel breve termine e che ritengano opportuno implementare la propria strategia con una attenta diversificazione geografica. Di contro, esporre il proprio capitale alla spiccata volatilità di questa categoria di titoli può avere ripercussioni importanti sui rendimenti, dunque si tratta di un investimento rivolto a traders esperti e ad investitori con una buona propensione al rischio, consapevoli della concreta possibilità di perdere buona parte del capitale investito.

Tra tutti i prodotti finanziari a disposizione, gli ETF rimangono a nostro avviso l’opzione migliore per chi voglia investire nel Brasile o, più in generale, nei Paesi emergenti, perché si tratta di strumenti estremamente liquidi e che permettono di puntare su un paniere di titoli ampio e diversificato a fronte di spese più basse rispetto ai fondi a gestione attiva.

Investire in ETF: qual è la differenza tra Moneyfarm e la tua Banca?

Il binomio banche-investimenti è molto radicato nella cultura del nostro Paese, probabilmente perché siamo un popolo storicamente abituato a tenere i soldi sul conto corrente e quando cerchiamo delle opportunità per investirli tendiamo a rivolgerci allo stesso istituto nel quale li abbiamo depositati. Per quanto possa sembrare rassicurante, pensare che “abbiamo sempre fatto così” è molto pericoloso perché può mettere a repentaglio i risparmi di una vita con scelte finanziarie azzardate o, nel migliore dei casi, non remunerative. Come ripetiamo spesso su queste pagine, non esistono investimenti giusti per tutti, ma solo strategie che rispondano alle necessità e alle aspettative del singolo nel rispetto della sua propensione al rischio: spesso, invece, gli istituti bancari propongono i medesimi strumenti a clienti diversi senza fare distinzione, percependo commissioni sui prodotti venduti.

In Moneyfarm invece crediamo che gli interessi degli investitori debbano essere allineati con quelli degli intermediari, ecco perché non veniamo remunerati per vendere un prodotto ma per offrire una consulenza professionale e personalizzata sulle esigenze del singolo investitore. E lo facciamo riservando una particolare attenzione alla fase iniziale, quella della profilazione: attraverso un rigoroso sistema di classificazione riusciamo ad individuare in modo chiaro gli obiettivi, la situazione patrimoniale e il profilo di rischio di ogni cliente, così da poter comporre un portafoglio diversificato e su misura. Se vuoi scoprire di più sulla strategia di investimento Moneyfarm o vuoi valutare la tua situazione specifica, compila senza impegno il form online: i nostri consulenti sono a tua disposizione per aiutarti nella pianificazione finanziaria.

Domande Frequenti

A chi sono rivolti gli ETF Brasile?

Trattandosi di prodotti particolarmente rischiosi, gli ETF Brasile sono adatti principalmente a investitori esperti o traders consapevoli e con una spiccata propensione al rischio.

Qual è il rischio di investire in un singolo Paese?

I fondi esposti ai movimenti di mercato di un singolo Paese possono risentire degli sviluppi politici, economici o anche ambientali in modo più marcato rispetto a fondi che, invece, abbiano un raggio d’azione più ampio.

Qual è l’ETF Brasile più economico?

Fermo restando che i costi di gestione non sono l’unico criterio da prendere in considerazione quando si sceglie un prodotto finanziario, tra gli ETF che abbiamo analizzato in questo approfondimento il Franklin FTSE Brazil UCITS risulta essere quello con il TER più basso (appena lo 0,19%).

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*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.