Si definisce asset allocation il processo decisionale relativo all’allocazione del capitale da investire in differenti classi di investimento quali attività finanziarie (azioni, obbligazioni ect.) o attività reali (immobili, metalli preziosi, etc.).
Nel caso specifico di una asset allocation finanziaria si richiama all’attività di selezione e organizzazione dei vari asset suddivisi per tipologia (gli asset class appunto) e inseriti in un portafoglio d’investimento, svolta dagli asset manager o da un apposito team di esperti.
L’asset allocation è quindi l’allocazione delle risorse in varie componenti differenti come quella azionaria, obbligazionaria, valutaria etc. che vanno a costituire un portafoglio diversificato.
A livello di composizione e gestione del portafoglio si possono distinguere due macro-categorie di asset allocation quella strategica (o passiva) e quella tattica (o attiva), alle quali si aggiunge poi un approccio che le contempla entrambe.
Asset Allocation Strategica.
L’asset allocation strategica consente di definire la composizione del portafoglio con un orizzonte temporale di lungo periodo e in genere ha come obiettivo quello di replicare l’andamento di un indice di riferimento, assumendo come ipotesi che il mercato sia efficiente, ossia caratterizzato da titoli o classi di titoli che in nessuna maniera risultano sopravvalutati o sottovalutati, grazie all’accesso degli operatori alle informazioni disponibili, quindi all’assenza di asimmetrie informative.
I servizi di gestione del risparmio che adottano una asset allocation strategica hanno l’obiettivo di replicare quanto più vicino possibile il rendimento di un particolare mercato o segmento, senza operare nel tentativo di realizzare una extra-performance, che comporta una gestione più complessa, quindi ulteriori oneri per l’investitore.
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L’approccio allocativo fa quindi ricorso all’adozione di un portafoglio all’interno del quale il peso dei diversi assets è esattamente il medesimo del particolare mercato o segmento di esso che si intende replicare (detto benchmark).
Attraverso il criterio media-varianza vengono individuati tutti i portafogli che massimizzano il rendimento dato un certo livello di rischio, per poi procedere ad individuare il portafoglio ottimale.
L’efficacia dell’allocazione passiva si valuta misurando lo scostamento (tracking error) del portafoglio replicato dal mercato di riferimento e in genere l’orizzonte temporale ideale è il medio-lungo termine. I costi associati sono tipicamente inferiori a quelli dei prodotti a gestione attiva.
Asset Allocation Tattica.
L’asset allocation tattica prevede temporanei cambiamenti nella composizione degli investimenti, per trarre vantaggio dalla sottovalutazione dei mercati nel breve termine. Pertanto si basa su un orizzonte temporale breve e fa implicitamente riferimento al tentativo dei gestori di battere il benchmark nel suo profilo di rischio-rendimento, ossia di realizzare (quando possibile) una extra-performance.
Nel tentativo di raggiungere questo risultato si ricorre in genere al market timing (aggiustamento del portafoglio attraverso l’aumento o la diminuzione del peso di determinati assets in portafoglio in previsione di rendimenti positivi o negativi degli stessi), allo stock picking (analisi e selezione sui fondamentali di bilancio degli assets ritenuti migliori).
A differenza delle gestioni passive, quelle attive possono avere quindi costi maggiori, dovendo compiere più operazioni per sfruttare le eventuali asimmetrie o inefficienze temporanee che gli operatori ed il mercato possono scontare.