Le riforme previdenziali di tutta Europa stanno allontanando sempre più il momento della pensione, con un progressivo innalzamento dell’età richiesta per raggiungere l’agognato obiettivo. Al requisito dell’età si aggiunge anche quello dei contributi versati, che complica ulteriormente la situazione per gli aspiranti pensionati.
In Italia esistono diversi trucchi per andare in pensione prima, che rappresentano delle opportunità offerte dalle varie riforme pensionistiche. Scopriamo allora quali sono queste 10 strategie per andare in pensione prima, come funzionano e chi vi può accedere.
Chi può andare in pensione prima? | Chi ha i requisiti previsti dalle varie formule previdenziali o ha capitali sufficienti |
Si può andare in pensione 5 anni prima? | Si può fare grazie ai fondi di solidarietà bilaterali, ai contratti di espansione e alla RITA |
Si può andare in pensione 7 anni prima? | Sì, grazie alla isopensione |
Come pianificare gli anni della pensione? | Gli strumenti migliori sono il PAC e i fondi pensione |
1. Pensione con Quota 100
Nel 2024, la situazione relativa alla Quota 100, una formula di pensionamento anticipato introdotta nel 2019, si presenta con alcuni aggiornamenti significativi. La Quota 100 permetteva ai lavoratori di andare in pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributi, offrendo così una via di uscita anticipata rispetto ai requisiti previsti dalla legge Fornero. Tuttavia, questa misura ha visto la sua conclusione al 31 dicembre 2021.
Nonostante la Quota 100 non sia più attiva come misura generale nel 2024, esiste ancora la possibilità per alcuni lavoratori di accedere alla pensione anticipata secondo questa formula, grazie al principio di cristallizzazione del diritto. Ciò significa che coloro che avevano maturato i requisiti previsti da Quota 100 entro la fine del 2021 possono ancora avvalersene per andare in pensione nel 2024. Questo è particolarmente rilevante per i lavoratori che, avendo raggiunto l’età di 62 anni nel 2021, si trovano a 65 anni o più nel 2024 e non hanno potuto maturare i 41 anni di contributi necessari per le misure successive come la Quota 103.
È importante sottolineare che le successive misure introdotte dopo Quota 100, come la Quota 102 e Quota 103, hanno previsto requisiti più stringenti, rendendo meno appetibili queste opzioni per i lavoratori prossimi alla pensione. Pertanto, per chi non ha potuto o non ha voluto accedere a queste nuove formule, la Quota 100 rappresenta ancora un’opzione valida, sebbene limitata a coloro che ne avevano maturato i diritti entro il termine stabilito.
2. APE sociale
L’APE Sociale nel 2024 subirà alcune modifiche importanti, che ne influenzeranno sia i requisiti di accesso sia le condizioni di fruizione. La Legge di Bilancio 2024 ha confermato la misura, ma con una stretta sui requisiti, prevedendo un’età anagrafica minima per l’accesso fissata a 63 anni e 5 mesi, rispetto al requisito precedente dei 63. Questo cambiamento si applica a tutti i soggetti in specifiche condizioni, mantenendo il requisito minimo di 30 anni di contributi per accedervi.
Le categorie di lavoratori che possono beneficiare dell’APE Sociale restano quelle precedentemente stabilite: lavoratori dipendenti che svolgono mansioni gravose, invalidi civili con una riduzione della capacità lavorativa di almeno il 74%, caregivers che assistono familiari in condizioni di grave disabilità da almeno 6 mesi, e lavoratori disoccupati che hanno esaurito l’indennità di disoccupazione. Tuttavia, la Legge di Bilancio 2024 non ha rinnovato l’ampliamento delle categorie di lavori gravosi introdotto negli anni precedenti, ritornando quindi all’elenco ridotto originario.
Un’altra novità riguarda la non cumulabilità del trattamento con i redditi da lavoro, sia dipendente sia autonomo, con l’eccezione dei redditi derivanti da lavoro autonomo occasionale fino a 5.000 euro annui lordi.
3. Opzione Donna
Nel 2024, la formula Opzione Donna subirà svariate modifiche secondo quanto stabilito dalla Legge di Bilancio. Questa misura, che consente alle lavoratrici di accedere alla pensione anticipata con requisiti specifici, vedrà un innalzamento del limite di età e una restrizione nella platea dei beneficiari.
L’età minima per accedere a Opzione Donna sarà portata a 61 anni, con la possibilità di una riduzione dell’età anagrafica di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni. Questo significa che una donna senza figli dovrà avere 61 anni, con un figlio 60 anni, e con due o più figli 59 anni per poter accedere alla misura.
Per quanto riguarda i requisiti contributivi, restano invariati: sarà necessario avere maturato almeno 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2023. Inoltre, le lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese in crisi potranno accedere a Opzione Donna con 59 anni di età, a prescindere dal numero di figli.
Un altro aspetto da considerare è la finestra mobile, il periodo di attesa tra la maturazione dei requisiti e l’effettivo inizio del pensionamento, che resta confermato a 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le autonome.
Sottolineiamo che, nonostante queste modifiche, chi ha maturato i requisiti con le vecchie regole, ovvero 58 anni di età e 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2021, mantiene il diritto alla pensione con i criteri precedenti, in quanto il loro diritto è “cristallizzato”.
4. Fondi di solidarietà bilaterali
I fondi di solidarietà bilaterali sono degli strumenti pensati appositamente per quei settori che non sono coperti dalla cassa integrazione salariale. Rappresentano una misura di sostegno al reddito, mediante assegno straordinario, rivolta ai lavoratori che maturano i requisiti per la pensione di vecchiaia o la pensione anticipata entro 5 anni.
Nel 2024 i fondi di solidarietà bilaterali rimangono operativi, fornendo assegni di integrazione salariale a lavoratori in sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, in linea con le disposizioni sull’integrazione salariale ordinaria o straordinaria.
Secondo le informazioni fornite dall’INPS con il messaggio n. 316 del 19 gennaio, la Legge di Bilancio 2023 ha esteso il termine per l’adeguamento dei decreti istitutivi dei Fondi di Solidarietà Bilaterali fino al 30 giugno 2023. Ciò implica che i datori di lavoro che non aderiscono ai Fondi entro tale data saranno automaticamente trasferiti al Fondo di Integrazione Salariale (FIS) dal 1° luglio.
Le aliquote contributive per il FIS hanno subito delle modifiche dall’1 gennaio 2023. Le nuove aliquote sono fissate allo 0,50% per i datori di lavoro con un numero medio di dipendenti fino a 5 nel semestre di riferimento, e allo 0,80% per quelli con più di 5 dipendenti. Questo cambio si è reso necessario in seguito alla scadenza delle aliquote ridotte introdotte dalla Legge di Bilancio 2022.
5. Pensione anticipata
La riforma pensionistica prevista nella Legge di Bilancio 2024 introduce significative modifiche ai criteri di accesso alla pensione anticipata, influenzando soprattutto le misure come Quota 103.
La Quota 103, che permetteva l’uscita anticipata dal lavoro con 62 anni di età e 41 anni di contributi, continuerà ad essere disponibile fino al 31 dicembre 2024. Tuttavia, i beneficiari di questa opzione si troveranno ad affrontare nuove condizioni: l’importo della pensione sarà calcolato interamente con il sistema contributivo e avrà un tetto massimo pari a quattro volte il minimo fino al raggiungimento dell’età pensionabile di vecchiaia. Inoltre, le cosiddette finestre mobili, periodi di attesa prima di poter godere della pensione, saranno estese a sette mesi per i lavoratori del settore privato e a nove per quelli pubblici.
6. Lavoratori precoci
Esistono anche dei trucchi per andare in pensione prima anche per i lavoratori precoci, che hanno iniziato a lavorare (e quindi a versare contributi) prima del compimento dei 19 anni. Per accedere alla pensione anticipata i lavoratori precoci devono aver maturato almeno 12 mesi di contributi, oltre ad essere in possesso di uno dei seguenti requisiti:
- Sono disoccupati e hanno concluso da almeno 3 mesi la fruizione dell’intera indennità di disoccupazione;
- Si occupano dell’assistenza di persone con handicap grave o ultrasettantenni con patologie invalidanti;
- Hanno una capacità lavorativa ridotta almeno del 74%;
- Svolgono dei lavori usuranti;
- Hanno svolto dei lavori molto pesanti per almeno 7 anni nell’ultimo decennio oppure per almeno 6 anni negli ultimi 7 anni.
Al raggiungimento di 41 anni di contribuzione previdenziale entro il 2026, i lavoratori precoci potranno comunque accedere alla pensione, anche in assenza dei requisiti che abbiamo menzionato sopra.
7. Lavoratori usurati
Come fare per andare in pensione prima se si svolgono dei lavori usuranti? Chi ha svolto da lavoratore dipendente attività usuranti per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni o per almeno metà della vita lavorativa, può accedere al pensionamento anticipato, ma solo se ha già maturato un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e ha almeno 61 anni e 7 mesi d’età.
Ma quali sono i lavori considerati usuranti? Rientrano in 4 macro-categorie:
- Il lavoro notturno svolto su turni;
- Il lavoro usurante, svolto ad esempio dai palombari, in ambienti stretti, presso cave, miniere o gallerie, ad alte temperature, in cassoni ad aria compressa, che prevedono l’asportazione di amianto o lavorazione del vetro cavo;
- Il lavoro che prevede la ripetizione dello stesso ciclo produttivo, ad esempio nelle catene di montaggio;
- Il lavoro di conduzione di veicoli per il servizio pubblico di trasporto collettivo.
8. Contratto espansione
Una novità per andare in pensione prima, introdotta con il Decreto Crescita del 2019, è il contratto di espansione, prorogato anche per il biennio 2023/2024. Questa misura è rivolta ai lavoratori dipendenti delle imprese con almeno 50 unità e che sono interessate ad una riqualificazione del personale, mediante cessazione di rapporti lavorativi (prepensionamento) e nuove assunzioni.
Queste imprese devono quindi avviare una consultazione sindacale, che preveda l’uscita anticipata mediante prepensionamento dei lavoratori in possesso di determinati requisiti:
- Si trovano a non più di 5 anni dal raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia o della pensione anticipata;
- Hanno raggiunto i requisiti contributivi per la pensione.
Di fatto possono accedere ai benefici del contratto di espansione quei lavoratori con almeno 62 anni e 20 anni di contributi oppure con almeno 37 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne) indipendentemente dall’età.
9. Isopensione
L’isopensione è una novità introdotta dalla legge Fornero, che permette di andare in pensione 7 anni prima. Anche in questo caso è necessario il raggiungimento di un accordo sindacale ad hoc, visto che si tratta di una misura pensata per agevolare le imprese che affrontano il problema degli esuberi di personale.
Il lavoratore nei 7 anni che lo separano dalla pensione riceverà una rendita di importo pari alla futura pensione. L’esodo volontario del dipendente è possibile solo se mancano non più di 7 anni dal raggiungimento dei requisiti per ottenere la pensione di vecchiaia o la pensione anticipata.
10. Rendita integrativa temporanea anticipata (RITA)
La rendita integrativa temporanea anticipata o RITA è una soluzione offerta ai lavoratori iscritti alla previdenza integrativa, che possono ottenere in anticipo una rendita temporanea dal proprio fondo pensione, in attesa di maturare i requisiti per la pensione obbligatoria.
Di fatto chi accede a questa possibilità può smettere di lavorare già a 57, nel caso in cui abbia perso il posto di lavoro. Infatti, la RITA si può richiedere quando mancano non più di 5 anni dal raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia (che attualmente è di 67 anni), oppure quando mancano 10 anni dal raggiungimento dell’età pensionabile, se si è disoccupati da 2 anni (in quest’ultimo caso non serve neppure il requisito dei 20 anni di contribuzione previdenziale).
Quanti soldi servono per andare in pensione?
Finora abbiamo esplorato tutte le possibilità per andare in pensione prima offerte da leggi e decreti, che offrono varie scappatoie ai lavoratori che vogliono anticipare il momento della pensione. Esiste anche un’altra possibilità che permette ai lavoratori di abbandonare in anticipo il posto di lavoro.
Per smettere di lavorare prima senza attendere la pensione serve un capitale, che deve essere sufficientemente grande a garantire il tenore di vita desiderato. Per calcolare quanti soldi servono per anticipare la pensione, si deve aggiungere al proprio fabbisogno economico un 25%. Chi ha bisogno di 2.000 euro al mese per vivere secondo i propri standard, dovrebbe avere da parte almeno 500.000 euro, che gli garantirebbe 25 anni di autonomia. A chi invece si accontenta di 1.000 euro per vivere, avrebbe bisogno di un capitale di 375.000 euro.
Cosa succede se invece si fa fruttare questo capitale investendolo? Il capitale cresce e permette così di avere un tenore di vita più alto o di anticipare ancora il momento di dire addio al lavoro.
L’importanza della pianificazione
La regola del 25% che abbiamo visto è un mezzo rudimentale per capire il potenziale che può avere un capitale per garantire un pensionamento anticipato. Esistono però degli strumenti ad hoc per raggiungere obiettivi ambiziosi come il prepensionamento.
Uno di questi strumenti è il Piano di Accumulo di Capitale, che aiuta il lavoratore a mettere da parte il capitale che gli serve per andare in pensione prima. Grazie al PAC si costruisce una solida disciplina al risparmio e si fa crescere i risparmi in modo graduale e senza troppa fatica.
Un’altra possibilità da esplorare è il fondo pensione, che permette di pianificare il futuro economico negli anni della vecchiaia con uno strumento flessibile, trasparente e sicuro. È meglio il PAC o il fondo pensione? Non bisogna per forza scegliere, perché le due soluzioni possono anche coesistere.
Conclusioni
Le soluzioni per andare in pensione in anticipo non mancano di certo e chi aspira a questo traguardo deve solo capire quale potrebbe fare al caso suo. Anche quando non si è ancora raggiunta l’età pensionabile o i requisiti contributivi, si possono sempre usare le scappatoie messe a disposizione dalla legge o dai propri capitali.
Non è mai troppo presto per pianificare gli anni della pensione e visto che leggi previdenziali cambiano di continuo e ci sono poche certezze sul futuro, è bene pensare al risparmio e dare la giusta priorità al piano pensione.
Domande frequenti
Come andare in pensione prima se mancano ancora l’età pensionabile?
Il requisito dell’età anagrafica per andare in pensione va sempre incrociato con gli anni di contribuzione previdenziale, ma ci sono formule legislative che permettono di anticipare il pensionamento anche senza i requisiti contributivi, come accade per i lavoratori precoci o usurati.
È possibile andare in pensione 7 anni prima?
Sì, questa possibilità è offerta dall’isopensione prevista dalle legge Fornero.
Quanti soldi servono per andare in pensione prima?
Dipende dal tenore di vita che si vuole avere. È più facile pianificare questa strategia quando si sceglie un Piano di Accumulo di Capitale o una pensione integrativa.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.