Quanto e per cosa spendono le famiglie italiane?

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Casa, cibo e trasporti rimangono le voci che incidono di più sul budget mensile degli italiani, che viene poi fortemente intaccato nel caso di spese una tantum ma rilevanti come quelle per mandare un figlio all’università. Il Nord si conferma, prevedibilmente, particolarmente caro, mentre Sud e Isole si attestano al di sotto della media nazionale. Ma quanto spendono, nel dettaglio, le famiglie italiane?

Abbiamo deciso di fare i conti in tasca ai nostri connazionali per tentare di capire quante risorse personali dedicano a questa o a quella voce di spesa.


Quanto e per cosa spendono le famiglie italiane? – Tabella Iniziale

In media quanto spendono le famiglie italiane? 2.738 euro
Quali sono le spese cresciute di più? Spese per ristorazione e alloggio, cura della persona, servizi assicurativi e finanziari
Prodotti nel paniere ISTAT 1923 prodotti
Spesa media per la scuola 1.300 euro

Quanto spendono le famiglie italiane?

Gli ultimi dati disponibili risalgono al 2023 e sono stati diffusi dall’Istat pochi mesi fa. La stima della spesa media mensile delle famiglie residenti in Italia è di 2.738 euro, più alta rispetto al 2022 del 4,3%, anche se in termini reali si riduce di un punto e mezzo percentuale per effetto dell’inflazione. Un altro dato interessante da osservare è il valore mediano, ossia il livello di spesa per consumi che divide il numero di famiglie in due parti uguali: la metà delle famiglie ha speso poco meno di 2.250 euro al mese, circa 46 euro in più rispetto all’anno precedente.

Se si va a guardare le diverse aree dell’Italia, la spesa maggiore, e superiore alla media nazionale, si registra sia nel Nord-ovest (2.979 euro), sia nel Nord-est (2.969 euro). Importi sostanzialmente più bassi al Sud (2.203 euro) e nelle Isole (2.320 euro), che si attestano al di sotto della media nazionale.

Per cosa spendono?

Andando a considerare le singole voci di spesa, l’abitazione – che comprende acqua, elettricità e altri combustibili, manutenzione ordinaria e straordinaria – si conferma quella che assorbe la maggior parte della spesa mensile per una cifra di 984 euro. In aumento la spesa per alimentari e bevande analcoliche, ovvero 526 euro, che pesano per più del 19% sulla spesa totale (contro il 18,4 del 2022).  In generale, la propensione al risparmio delle famiglie è stata più bassa di circa un punto percentuale rispetto al 2022, ma è ancora molto lontana dai livelli pre-Covid: si riduce, insomma, la quota di reddito destinata all’accantonamento. Sul fronte dei costi per la casa l’Istat comprende – come da linee guida internazionali – l’importo degli affitti figurativi, vale a dire la spesa che le famiglie dovrebbero sostenere per prendere in affitto un’abitazione con caratteristiche identiche a quella in cui vivono e di cui sono proprietarie, usufruttuarie o che hanno in uso gratuito: per il 2023 questa cifra ammonta a 610 euro mensili.

Se si va a sbirciare il carrello del supermercato, si scopre che i nostri connazionali spendono 110 euro al mese per le carni, meno di 40 euro per pesce e prodotti ittici, 23 euro per zucchero, prodotti dolciari e dessert e15 euro per il caffè.

Tra le spese non alimentari, la quota più rilevante – dopo l’abitazione – è riservata ai trasporti (290 euro). La spesa media mensile per abbigliamento e calzature rimane stabile rispetto all’anno precedente (poco più di 100 euro), così come quella destinata all’informazione e alla comunicazione (poco più di 73 euro). Da notare, infine, che le coppie senza figli hanno una spesa più elevata per le attività ricreative, lo sport e la cultura in generale (173 euro mensili), e che per l’informazione e la comunicazione spendono 30 euro in più al mese rispetto agli altri.

Cosa c’è nel paniere Istat?

Per calcolare la spesa degli italiani l’Istituto di statistica nazionale adopera dal 1928 un paniere con centinaia di beni che viene aggiornato ogni anno. Si tratta di uno strumento che viene utilizzato pure per calcolare gli indici dei prezzi al consumo NIC (per l’intera collettività nazionale) e FOI (per le famiglie di operai e impiegati). Per il 2025 il paniere Istat comprende 1.923 prodotti elementari raggruppati in 1.046 prodotti, a loro volta raccolti in 424 aggregati. Tra gli ultimi arrivati ci sono lo speck da banco, il pantalone corto da donna, la lampada da soffitto e il topper per materasso, salito agli onori della cronaca grazie ad un noto programma televisivo. Escono dalla lista, invece, il tampone molecolare e il test sierologico per il Covid.

Giovani e famiglie straniere

Abbiamo visto alcuni dati complessivi, ma per comprendere meglio quanto spendono le famiglie italiane è necessario mettere in luce anche i divari e le differenze che caratterizzano il nostro Paese. Guardando ai dati Istat, due considerazioni saltano particolarmente all’occhio:

  • La spesa aumenta soprattutto per le coppie giovani e senza figli. Nel 2023 la spesa media mensile per una famiglia monocomponente è stata pari a 1.972 euro, cioè il 70% circa di quella delle famiglie di due componenti e il 60% circa di quella delle famiglie di tre componenti. Come anticipato, le coppie senza figli spendono di più per le attività ricreative, ma anche per i servizi di ristorazione e alloggio (282 euro mensili) e per i trasporti (tra i 405 e i 428 euro mensili). Per quanto riguarda i servizi assicurativi e finanziari, sembrano essere ancora le coppie giovani senza figli quelli che spendono di più: tra gli 85 e i 107 euro al mese a seconda della fascia d’età, contro i 76 euro di media nazionale.
  • Le condizioni economiche generalmente più precarie delle famiglie straniere si riflettono nei consumi: per il 2023 la differenza di spesa tra famiglie italiane e famiglie straniere è stata di 678 euro, con le famiglie di soli italiani che spendono il 32,0% in più: una percentuale considerevole, che conferma ulteriormente il divario. Per le famiglie straniere, quasi il 23% della spesa mensile è destinato al settore alimentare, mentre vengono ridotti gli “extra”: ricreazione, sport, cultura, ristorazione e alloggio.

Il comparto casa

Se le spese per mobili e servizi per la casa restano stabili in tutto lo stivale ad eccezione del Sud, dove la spesa aumenta del 9.9%, i costi relativi all’abitazione (acqua, elettricità, gas…) scendono a 985 euro, due punti e mezzo in meno rispetto al 2022. Il risparmio, tuttavia, non è da imputare ad una riduzione dei consumi ma all’evoluzione dei prezzi dei beni energetici, fortunatamente in netto calo rispetto all’anno precedente. Chi ha risparmiato di più è il Nord-ovest, che è passato da una spesa di 1.140 euro del 2022 a meno di 1.100 euro.

Quanto si spende per le vacanze?

Secondo la 24esima edizione del Barometro Vacanze Ipsos-Europ Assistance riferito allo scorso anno, gli italiani continuano a spendere meno della media europea per le vacanze. Il budget medio per il 2024 è stato 2.041 euro, un dato comunque in crescita del 15% rispetto all’anno precedente.

Il settore della ristorazione

Diverso il discorso per il settore ristorazione: gli italiani nel 2024 hanno speso il 16,5% in più rispetto all’anno precedente per servizi di alloggio e ristorazione, raggiungendo quota 156 euro mensili. Continua, quindi, il recupero delle spese penalizzate dalla pandemia tra il 2020 e il 2021, specialmente al Sud e nelle Isole. Il primato per la spesa media più elevata rimane, comunque, il Nord-ovest, che supera i 200 euro al mese.

TV on demand e internet

Secondo un’indagine commissionata dal gruppo fintech Bango nei primi mesi dello scorso anno su 5.000 abbonati a servizi di streaming, in Italia la spesa media è di 600 euro. Le piattaforme video sono naturalmente quelle più popolari (71%), ma non mancano gli appassionati di canali sportivi (20%) e di piattaforme dedicate al gaming (16%). Se l’aumento dei prezzi ha fatto sì che, nel nostro paese, il 48% degli abbonati abbia annullato una delle sottoscrizioni, per il 35% è meglio fare un downgrade e “sopportare” la pubblicità piuttosto che rinunciare.

Il gioco

Nel 2024 sono stati venduti 8,66 milioni di biglietti della Lotteria Italia, contro gli “appena” 6,7 milioni dell’anno precedente. Un incremento di più del 23% che ha contribuito alla raccolta record di 160 miliardi di euro per il comparto del gioco d’azzardo (nel 2004 era di 25 miliardi). Se per assurdo dividessimo questa cifra per i circa 59 milioni di italiani arriveremmo a più di 2.700 euro all’anno pro capite.

Le spese obbligate

Per quanto riguarda le spese ‘obbligate’ sul totale dei consumi, un’indagine Confcommercio ha rilevato nel 2024 un’incidenza di quasi il 42% sul totale dei consumi delle famiglie, arrivando a pesare più di 9.000 euro l’anno.

Le spese per la scuola

Ammonta a 1.300 euro, infine, la somma che – secondo le stime del Codacons – le famiglie italiane hanno speso per acquistare il corredo scolastico e i libri per ciascun figlio per l’anno scolastico in corso. Ovviamente si tratta di una media e, in quanto tale, può variare in maniera significativa in funzione del grado di istruzione e del tipo di scuola. Un po’ meno della metà del totale è destinato al materiale scolastico. Per uno zaino la spesa può arrivare anche a 200 euro, mentre per l’acquisto dei libri e dei dizionari nel 2024 l’Istat ha rilevato un incremento del 4.9% rispetto all’anno precedente

Cosa succede quando un figlio studia all’università?

Se in media una famiglia italiana spende 2.738 euro al mese, le cose cambiano – e parecchio – quando si arriva all’università. Avere uno o più figli che studiano in un ateneo pubblico può incidere parecchio sull’economia del nucleo. Per non parlare di quello che succede quando la scelta ricade invece su un’università privata.

Altra forte discriminante è quella tra chi studia nella propria città rimanendo in casa dei genitori e chi invece è fuori sede: in tal caso, oltre alle tasse universitarie, ai libri e al materiale didattico, si devono sommare i costi per l’affitto, le spese per la casa e i maggiori oneri per i trasporti.

Secondo un’indagine di Skuola.net, il costo del mantenimento di uno studente universitario si aggira attorno ai 9.000 euro l’anno, ma se è un fuorisede l’esborso è di circa 17.000 euro, che possono raggiungere i 19.000 nelle città del Nord Italia. Un posto letto in una stanza singola è di circa 500 euro al mese, ai quali naturalmente vanno aggiunti i costi per il vitto, il trasporto pubblico, i testi scolastici – circa 1.600 euro, ma i costi variano a seconda della facoltà – e così via.

Quanto costa gestire il risparmio?

Se questo è il quadro – molto generico – delle spese che in media gli italiani fanno ogni mese, c’è anche chi sceglie di mettere da parte i propri risparmi e investirli in diversi strumenti finanziari. Sul fronte dei fondi pensione, investire con Moneyfarm non richiede alcun livello minimo e comporta costi di gestione pari all’1,25% annui sul controvalore, cui occorre aggiungere 10 euro all’anno di costo amministrativo. Dunque ad esempio per un fondo pensione del controvalore di 10mila euro si spenderanno in totale 135 euro; in caso di 20mila euro 260 euro; in caso di 100mila euro 1.260 euro e così via.

Diverso invece il discorso per quanto riguarda la gestione patrimoniale, dove l’investimento minimo è pari a 5.000 euro e il costo di gestione cala all’aumentare della cifra investita: così per un investimento di 5.000 euro si spende l’1% all’anno sul controvalore, mentre per un investimento di 50.000 euro la commissione è dello 0,75%. Per il resto non è previsto nessun costo di entrata o uscita, né per i versamenti.

Domande frequenti

Quanto spende in media una famiglia italiana al mese?
Considerando gli ultimi dati risalenti al 2024, la spesa media mensile di una famiglia italiana è di 2.738 euro.

Quanto spende in media una famiglia di due persone?
Una famiglia italiana di due persone, stando agli ultimi dati del 2024, spende in media 2.800 euro.

Quanto si spende per le bollette al mese?
In una famiglia italiana le spese mensili relative alle bollette e alle spese obbligate raggiungono circa il 41% della spesa totale.

*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.