Il riscatto di un anno di contributi non versati è un’opzione di grande interesse per molte persone attratte dalla prospettiva di andare in pensione con un anno di anticipo.
Specialmente negli ultimi anni, a seguito della cosiddetta “pace contributiva” (vale a dire la possibilità di riscattare, con determinati requisiti, anche periodi non coperti dalla contribuzione tradizionale), sempre più persone hanno considerato questa opzione. Il riscatto di un anno di contributi non versati deve essere visto come un investimento. Si paga una determinata somma per guadagnare il diritto di andare in pensione prima e con un assegno minore.
Il riscatto si può chiedere sempre e comunque? | No, per chiedere il riscatto bisogna soddisfare alcune condizioni |
Il caso più comune di riscatto dei contributi? | Riscatto degli anni di laurea |
Un servizio gratuito? | No, si paga |
Conviene riscattare i contributi? | Dipende dai casi |
Essendo un investimento il riscatto di un anno di contributi deve essere trattato come tale. Bisogna sempre vagliare tutte le alternative per capire se questa soluzione fa veramente al caso nostro o se, in alternativa, questi soldi potrebbero essere risparmiati e investiti in uno strumento alternativo, come un fondo pensione, garantendo un ritorno maggiore. Se sei interessato a ricevere una consulenza previdenziale gratuita e senza impegno ti basterà completare il breve processo di sottoscrizione online e contattare uno dei nostri consulenti.
RIVOLGITI SENZA IMPEGNO A UN CONSULENTE DEDICATO MONEYFARMIn quali casi si può richiedere il riscatto dei contributi Inps per la pensione?
In determinate circostanze si può richiedere il riscatto dei contributi Inps per la pensione, operazione che implica il pagamento di una somma per coprire periodi scoperti dalla retribuzione. Il riscatto non si può richiedere per qualsiasi periodo ma solo a determinate condizioni: possono essere infatti riscattati solo i periodi successivi al 31 dicembre 1995 e precedenti al 1° gennaio 2024. Inoltre, il periodo deve essere compreso tra l’anno del primo e quello dell’ultimo contributo accreditato nell’Assicurazione Generale Obbligatoria o nelle gestioni speciali – sia che si tratti di contributo obbligatorio, figurativo o da riscatto.
A differenza di quanto capitava in passato, quindi, la facoltà di riscatto è riservata solo ai “contributivi puri”, vale a dire coloro che al 31 dicembre 1995 non potevano vantare alcuna anzianità contributiva.
I periodi scoperti devono essere stati impiegati come anni di studio per un corso di laurea, disoccupazione, lavoro all’estero o servizio civile, e per ognuna di queste casistiche esistono regole diverse ai fini del riscatto.
Il riscatto degli anni di laurea (il caso più comune) o di un altro anno di contributi non versati è dunque un’opzione che consente al lavoratore di vedere riconosciuto ai fini contributivi dei periodi nel quale risulta scoperto, ovvero nel quale non ha versato contributi.
Quanto costa il riscatto?
A questa domanda non si può dare una risposta univoca: il costo varia a seconda del regime fiscale di appartenenza, ma contano anche la modalità del riscatto e il periodo interessato.
L’importo complessivo viene determinato utilizzando il meccanismo del calcolo a percentuale, con il quale vien applicata l’aliquota in vigore alla data di presentazione della domanda nella gestione pensionistica scelta. La base di calcolo è data dalla retribuzione assoggettata a contribuzione che il lavoratore ha percepito nei 12 mesi più vicini alla data di presentazione della domanda.
A differenza della copertura figurativa gratuita, per il riscatto bisogna sempre pagare, anche se esistono dei vantaggi e delle agevolazioni fiscali. Il costo del riscatto può essere rateizzato, senza interessi, per un periodo massimo di 120 rate mensili (quindi 10 anni).
Il costo del riscatto di un anno di contributi: un esempio
Per quanto riguarda gli anni riscattati con il regime contributivo, capire il costo del riscatto è molto più semplice. Come abbiamo visto, infatti, è determinato in modo proporzionale rispetto allo stipendio lordo percepito al momento della richiesta, e varia in funzione della gestione previdenziale di appartenenza. Ad esempio, per un lavoratore dipendente che percepisce uno stipendio lordo di 30.000 euro all’anno, applicando l’aliquota contributiva IVS (33%) la spesa per riscattare un anno di contributi si aggira attorno ai 10.000 euro.
STAI PENSANDO DI APRIRE UN FONDO PENSIONE? CHIEDI A MONEYFARMEsiste la possibilità di detrarre dal fisco il contributo?
A differenza di quanto avveniva in passato, non è più possibile detrarre al 50% la spesa sostenuta per il riscatto dei contributi, ma solo il 19% dei contributi versati per i figli a carico. Resta invece la deducibilità fiscale dal reddito complessivo, consentendo quindi di ridurre il reddito su cui si calcola l’imposta IRPEF.
Il riscatto dei contributi Inps per la pensione conviene?
A questa domanda è difficile dare una risposta univoca e tutto dipende dal caso. In linea generale, il riscatto dei contributi INPS per la pensione ha un costo che per molti può essere proibitivo, anche nel caso in cui si decida di suddividere l’importo su più rate. Da consulenti finanziari non possiamo che evidenziare come la stessa cifra investita in uno strumento di previdenza complementare possa dare benefici maggiori, contribuendo a colmare il famoso gap previdenziale.
Optare per il riscatto, invece, potrebbe rispondere ad obiettivi diversi: accrescere il proprio assegno o andare in pensione in anticipo. Il riscatto è dunque cruciale per coloro che non avessero maturato i requisiti per l’ottenimento della pensione.
Per le altre casistiche l’utilità è dubbia e dipende comunque dai casi, ma tendenzialmente, soprattutto quando si ha intenzione di investire per il futuro, la previdenza integrativa sembra una soluzione più attraente. Se vuoi ottenere una consulenza previdenziale gratuita dal nostro team ti basterà completare il breve percorso online.
Domande frequenti
Quanto costa un anno di contributi per la pensione?
Dipende dallo stipendio percepito al momento della presentazione della domanda e dall’aliquota di riferimento. I lavoratori dipendenti, ad esempio, dovranno calcolare circa il 33% del lordo annuale per riscattare un anno.
Che cosa si può riscattare ai fini pensionistici?
Si possono riscattare la laurea, i periodi di lavoro svolti all’estero, i periodi non coperti da contributi, i periodi in cui si è lavorato ma i cui contributi sono prescritti oppure omessi.
Quanti anni di contributi si possono riscattare?
Si possono riscattare al massimo 5 anni (non necessariamente continuativi)
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.