La fine dell’anno si sta avvicinando e con essa la possibilità di dedurre fino a 5164€ dal tuo reddito disponibile. Se non l’hai ancora fatto, apri il piano pensione Moneyfarm o massimizza i versamenti per il 2021. Scopri il nostro portale sulla previdenza Missione Pensione.
In Italia si parla tanto di pensione, ma facciamo spesso fatica a porci le giuste domande. Da una ricerca di Moneyfarm è emerso che solo una persona su due ha un’idea precisa di quando e con quanto andrà in pensione. Anche tra i cinquantenni, coloro che sono vicini al traguardo pensionistico, solo il 65% si è debitamente informato sui termini della propria pensione pubblica.
Questi dati sottolineano la tendenza piuttosto diffusa a rimandare la pianificazione previdenziale. Si tratta di un errore cruciale perché con l’attuale aspettativa di vita – destinata fortunatamente a crescere nei prossimi anni – si passeranno in media in pensione circa 20 anni. Vent’anni sono un periodo molto lungo e l’accantonamento delle risorse necessarie per poter vivere questa fase secondo il proprio stile di vita non deve essere sottovalutato.
Con quanto andrò in pensione?
La risposta dipende dalla propria storia contributiva e dal regime pensionistico a cui si è sottoposti. Per rendere l’idea, attualmente la pensione media pagata dall’Inps è di circa 1100 euro lordi per i lavoratori dipendenti e di 760 per gli autonomi.
E’ importante mettere queste cifre in prospettiva. Per un lavoratore dipendente l’assegno pensionistico è oggi in media il 70% dell’ultimo stipendio. Per chi andrà in pensione nel 2040 le proiezioni prevedono che le percentuali scenderanno al 60% per i dipendenti e al 48% per gli autonomi.
Non bisogna sottovalutare il significato di questi numeri: in assenza di risparmi o di altri introiti, la maggior parte delle persone potrebbe dover rivedere in maniera significativa il proprio stile di vita.
Quando si va in pensione?
Il numero magico che viene subito in mente è 67 anni, che è l’età pensionabile per la maggior parte dei lavoratori. Al di là delle regole, che cambiano spesso e continueranno a cambiare, bisogna ricordare che il nostro ordinamento prevede già degli aggiustamenti automatici che sposteranno in avanti la soglia di pensionamento.
Essa si aggiorna in automatico con l’aspettativa di vita e chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996, dovrà versare una quota minima per poter andare in pensione a 67 anni. E’ importante capire che esistono una serie di tendenze secolari che spingono l’età pensionabile sempre più avanti e l’unico modo per evitarlo implica interventi molto onerosi per le casse dello stato.
La necessità della previdenza complementare
Insomma, in futuro bisognerà contare sempre di più sui propri versamenti per guadagnare la libertà di andare in pensione nei tempi e con le risorse a noi congeniali. In Italia solo un lavoratore su tre è iscritto oggi a un piano di previdenza complementare. Questo, nonostante i numerosi benefici che lo stato mette a disposizione di chi investe. Il più interessante è sicuramente la possibilità di dedurre fino a 5.164 euro l’anno. Questo vuol dire che oltre 5000 euro possono essere sottratti dal tuo reddito tassabile portandoti un beneficio crescente a seconda dello scaglione Irpef in cui ti trovi. Immaginiamo un lavoratore che si trovi nello scaglione del 38%. Deducendo dal reddito imponibile 5.164 e investendoli, risparmierebbe -nell’immediato- 1962. In altre parole è come se per un investimento di 3200 lo stato aggiungesse in automatico 1962 euro di versamenti. Su 20 anni di partecipazione previdenziale si tratterebbe di un contributo pubblico di circa 40.000 euro al tuo investimento pensionistico.
Il consiglio per tutti coloro che non l’avessero fatto è quello di cominciare a pensare alle proprie aspettative per il futuro e a pianificare il prima possibile attraverso la previdenza complementare. Prima si inizia, più margini di libertà si avranno di poter vivere la pensione secondo i propri termini, proteggendosi dell’incertezza determinata da fattori al di fuori del nostro controllo.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.