Nell’ultima settimana, gli eventi negli Stati Uniti sembrano aver dominato di nuovo i mercati finanziari. Ci sono stati almeno quattro temi che hanno attirato la nostra attenzione: la politica commerciale statunitense di nuovo protagonista, i risultati di Nvidia, le comunicazioni della Banca centrale americana e i dati sul Pil Usa del primo trimestre 2025.
Partiamo dalla politica commerciale: la Corte del Commercio Internazionale degli Stati Uniti si è pronunciata contro le tariffe annunciate da Donald Trump, stabilendo che il presidente non ha l’autorità per imporre dazi globali.
Poi, Nvidia ha pubblicato risultati in forte crescita, segnalando un outlook ancora più solido per la domanda di chip.
Terzo punto: la Federal Reserve (Fed) ha pubblicato i verbali dell’ultimo meeting di politica monetaria, dai quali emerge una certa preoccupazione per il rischio che la politica commerciale statunitense possa generare una combinazione particolarmente difficile da gestire: rallentamento della crescita e aumento dell’inflazione. Uno scenario particolarmente complesso per la Banca centrale statunitense, che deve perseguire un doppio mandato: massimizzare l’occupazione e mantenere l’inflazione sotto controllo.
Tuttavia, con un tasso di disoccupazione ancora contenuto, i responsabili della politica monetaria sembrano inclini a mantenere un approccio prudente prima di valutare eventuali tagli dei tassi.
Infine, i dati sul Pil Usa del primo trimestre sono stati rivisti leggermente al rialzo nel dato complessivo, ma la domanda interna ha mostrato un rallentamento rispetto a quanto inizialmente riportato.
Tornando ai dazi, non è la prima volta che un tribunale stabilisce che l’amministrazione americana ha ecceduto i propri poteri. Tuttavia, riteniamo che Trump disponga ancora di strumenti adeguati per introdurre nuove misure tariffarie. Si tratta, quindi, di una notizia lievemente positiva per chi è contrario alle barriere commerciali, ma non crediamo che possa modificare in modo sostanziale il contesto di fondo.
I risultati di Nvidia, invece, ci ricordano che i dazi non sono l’unica variabile in gioco. La spesa per l’Intelligenza Artificiale (IA) resta un importante motore di crescita e, almeno per ora, le prospettive sembrano positive.
Due aspetti ci hanno colpito: innanzitutto, Nvidia ha risentito delle restrizioni all’export verso la Cina imposte dalla politica americana. In secondo luogo, attualmente la maggior parte delle vendite di chip è concentrata su un numero limitato di grandi clienti. È probabile che, prima o poi, queste Big tech vogliano vedere ritorni tangibili sui propri investimenti in IA, ma per il momento sembrano considerarla una spesa inevitabile.
Per quanto riguarda la politica monetaria, il contesto è più familiare: l’incertezza rende complesso il lavoro delle banche centrali, che generalmente ritengono che i dazi possano frenare la crescita e allo stesso tempo alimentare l’inflazione. In un contesto in cui l’inflazione rimane al di sopra dell’obiettivo del 2%, la Fed potrebbe voler adottare un approccio prudente riguardo a eventuali tagli dei tassi. Questa posizione è ormai ben compresa dai mercati, dove attualmente ci si attende solo due tagli da 25 punti base nel corso dell’anno.
Per quanto riguarda la pubblicazione del Pil Usa, ci si aspettava un aggiornamento poco rilevante: la stima iniziale indicava una contrazione dello 0,3% nel primo trimestre del 2025, mentre la revisione ha ridotto il calo allo 0,2%. Tuttavia, a catalizzare l’attenzione è stata la revisione al ribasso della domanda interna. Inizialmente, i dati indicavano una crescita del 3% delle cosiddette vendite finali reali (spesa dei consumatori e investimenti privati). Il dato è stato rivisto al ribasso al 2,5%: ancora solido, ma inferiore alle attese.
Cosa significa per mercati e portafogli?
Emergono due narrazioni contrastanti. Da un lato, lo scenario macroeconomico resta incerto: la politica dei dazi ha impattato sulla fiducia dei consumatori e complicato il lavoro della Fed, e gli ultimi dati sul Pil suggeriscono che l’economia, pur restando resiliente, non è così solida come si pensava. E questo prima che gli effetti delle nuove tariffe si riflettano pienamente nei dati.
Dall’altro, il tema dell’Intelligenza Artificiale continua a essere un potente motore per i mercati azionari Usa, dove le grandi aziende tech pesano in modo rilevante negli indici. Come sempre, le aspettative sono già elevate, ma per ora sembra che ci troviamo ancora nelle fasi iniziali della spesa legata all’IA.
Dal punto di vista dei portafogli, manteniamo un approccio conservativo e diversificato alla luce del contesto attuale, ma restiamo consapevoli dell’importanza dei trend di lungo periodo nei mercati e nell’economia globale che vanno oltre le discussioni su dazi e inflazione.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.