Gli ultimi mesi non sono stati facili (S&P 500 ha registrato la peggior performance dal 1970) e hanno fatto registrare un momento di discontinuità con la crescita che ha caratterizzato gli ultimi anni.
La storia ha dato una sterzata, proiettandosi in avanti in modi che non sempre apprezziamo: la guerra in Ucraina, la crescita dell’inflazione e i problemi al commercio.
Insomma, sembra che all’inizio di quest’anno stiano venendo al pettine alcuni nodi e problematiche che erano sullo sfondo già da qualche anno.
Le Banche centrali e la politica monetaria hanno contribuito a tenere insieme il sistema, attenuando certe criticità, ma in una fase di riassestamento doveva prima o poi arrivare l’incertezza, dopo quello che è stato il bull market più lungo di tutti i tempi.
C’è da essere preoccupati? Probabilmente no. I mercati sono caratterizzati da momenti di alternanza e ciò è fisiologico, ma non pensiamo che la resilienza, che ha contraddistinto l’economia negli ultimi anni, appartenga al passato.
Ricordiamoci che nonostante tutto siamo ancora in un mondo dove i tassi di disoccupazione sono ai minimi, la crescita economica è positiva in molte aree geografiche e le grandi aziende quotate macinano ancora in utile.
Ad esempio: gli analisti prevedono ancora una crescita del 5.5% per le aziende dell’indice Eurostoxx nei prossimi 12 mesi.
Le azioni hanno valutazioni in linea con le medie storiche, e il rialzo dei tassi permette di generare finalmente interessi positivi dalla componente fixed income.
Detto questo: vedere il segno negativo non è mai piacevole.
Abbiamo scelto alla fine dello scorso anno di ridurre il rischio dei portafogli e la scelta ha pagato, perché ci ha permesso di limitare, anche se solo in parte, gli effetti negativi del mercato.
Tanto per darvi alcuni riferimenti; il Nasdaq ha perso il 30% da inizio anno e lo S&P 500 il 20%, livelli a cui i portafogli non si sono neanche avvicinati.
Con il senno di poi si poteva fare sempre qualcosa di diverso, ma nel complesso siamo soddisfatti della nostra posizione globalmente diversificata e conservativa e riteniamo che essa ci dia abbastanza flessibilità.
Dobbiamo sempre ricordarci che per fare cambi nei portafogli, bisogna aver ragione due volte – quando si vende e quando si compra – e la storia ci insegna che questo è molto difficile, particolarmente in periodi di forte volatilità, come quello che stiamo vivendo.
In queste fasi è fondamentale restare focalizzati sui propri obiettivi di investimento. Abbiamo condiviso i dati molte volte: agire di impulso disinvestendo non paga!
Vendere con il rischio di cristallizzare le perdite è una pessima idea nella maggior parte dei casi. Siamo stati tantissime volte in situazioni come questa e non ci stancheremo mai di darvi questa indicazione.
Sappiamo che a volte non è facile tenere la barra dritta, ma come consulenti e gestori siamo qui per aiutarvi a capire e pianificare.
Il mercato tornerà a crescere, non possiamo dirvi con certezza che la fase turbolenta è alle nostre spalle, anche se ci piace pensarlo. La certezza è che prima o poi la tendenza si invertirà, come è sempre successo in passato, e l’investitore disciplinato riuscirà a cogliere queste opportunità.
Noi continueremo a lavorare, non solo sulla gestione dei vostri portafogli in linea con la nostra strategia di investimento, ma anche sull’evoluzione del servizio: dopo la scelta socialmente responsabili, stiamo per inserire nella nostra gamma nuovi prodotti per offrirvi ancora più opzioni. Un esempio? I portafogli tematici, per poter investire su alcuni trend dell’economia.
Chiamaci per parlare della tua situazione, ti forniremo informazioni dettagliate sul mercato, sulle strategie di portafoglio e capiremo insieme le scelte più adatte.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.