Il nostro Quantitative Analyst Giorgio Broggi analizza un mese intenso per i mercati. Dagli Stati Uniti arrivano segnali misti: il contesto macro resta solido, mentre le nuove politiche dell’amministrazione Trump e le novità AI di Deepseek aggiungono nuovi elementi al quadro.
Gennaio è stato un mese molto interessante, combattuto tra due forze antitetiche: da una parte, la spinta di un contesto macroeconomico americano che rimane molto positivo. Dall’altra, l’incertezza legata alle politiche del nuovo governo Trump e alle novità AI portate dal lancio di DeepSeek, un ChatGPT cinese.
L’economia americana rimane forte, con un’inflazione sotto controllo al 2.9%, crescita del PIL al 2.3%, e una solida performance delle aziende americane. A fine giugno, il 36% delle aziende Usa hanno riportato i loro utili per l’ultimo trimestre del 2024 e per ora dipingono un quadro davvero positivo, con una crescita degli utili anno su anno di circa il 13%. Se mantenuta, sarebbe la crescita trimestrale più veloce dal quarto trimestre 2021, quando le aziende statunitensi uscivano dal Covid. Le aspettative negli Usa sono alte, ma sembra che le aziende quotate stiano performando abbastanza bene da giustificarle.
È anche vero che molto di questo ottimismo è legato alla rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale, e questa fragilità è emersa con il lancio di DeepSeek, che ha scosso i mercati. La ragione è stata che, banalmente, questo concorrente alle Intelligenze Artificiali occidentali performa bene, ma consuma meno. Una notizia di per sé naturalmente positiva, ma meno per alcune aziende energetiche e, soprattutto, per Nvidia, che prezzano attese di crescita solide per i prossimi anni legate a un’elevata domanda di capacità computazionale. Pensate che Nvidia ha perso intorno al 17% nella prima giornata di mercato dal rilascio di Deepseek. A nostro parere, una reazione esagerata. Nel medio termine, nuove tecnologie meno costose (consumando meno) sono positive per il mercato, perché contribuiscono a rendere l’AI più accessibile.
Nvidia non si è comunque ancora ripresa del tutto, in parte anche per le nubi politiche che si sono addensate sui mercati verso la fine del mese. Trump ha promesso tariffe su Messico, Canada e Cina, oltre a minacciare dazi sull’Unione Europea nel prossimo futuro. Come si è poi rivelato, questi sono per il momento strumenti di negoziazione, con le tariffe su Messico e Canada ritardate già di un mese dopo nuovi accordi sui controlli delle frontiere.
Tuttavia, Trump sembra pronto a “giocare” con possibili tariffe, sia per negoziare accordi commerciali, che per ridefinire la scacchiera commerciale globale. Il 10% sui beni Cinesi è stato confermato e ci aspettiamo che nei prossimi mesi vedremo nuove tariffe su diversi paesi partner. E questo potrebbe essere complicato per gli asset rischiosi.
Ci sono però un paio di punti da tenere a mente. Primo, gli investitori hanno avuto tempo per digerire la prospettiva di dazi più alti. Il presidente ne parla da tempo. Secondo, sembra che stia usando i dazi soprattutto come strumento di negoziazione. Questo potrebbe significare che le tariffe che vedremo sono più mirate e quindi avranno meno impatto sull’economia.
La domanda chiave, comunque, è se questo protezionismo sarà inflattivo e che impatto avrà sulla crescita del GDP, considerando anche le probabili ritorsioni. In questo senso, mentre è chiaro che, quantomeno nel breve e nel medio, le tariffe colpirebbero la crescita in negativo, l’impatto sull’inflazione è meno chiaro. L’aumento dei prezzi sarebbe una tantum e quindi la Fed potrebbe decidere di non tenerne conto nelle sue considerazioni di politica monetaria. L’impatto sugli asset rischiosi però, quantomeno nel breve, probabilmente si sentirebbe.
Insomma, gennaio ha certamente portato qualche incertezza in più da navigare, ma ha anche dimostrato che il contesto macro rimane positivo, e che la diversificazione aiuta. Le performance dei portafogli sono state positive.
Nel frattempo, continuiamo a monitorare le potenziali politiche Trump e la stagione degli utili, rimanendo, come sempre, a disposizione per qualsiasi dubbio, domanda o critica.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.