“Sembra di essere entrati in un periodo di malessere perenne”- ha dichiarato il chief economist della Standard Bank riguardo all’economia sudafricana. Affermazione che trova fondamento nel brusco rallentamento della crescita economica del Sudafrica, una crescita di appena 0,9% nel primo trimestre del 2013.
Gli ultimi brutti dati sull’economia sudafricana (downgrade delle previsioni di crescita annuale dal 2,7% al 2,4% e il dato sulla produzione manifatturiera del -7% 1Q13) hanno sollevato parecchie preoccupazioni, preoccupazioni che in parte possono essere giustificate se si pensa che il Sudafrica è l’economia più integrata del continente africano e come il resto del mondo sta risentendo della prolungata crisi economica.
Nelle ultime due settimane la South Africa’s Reserve Bank ha deciso di mantenere i tassi d’interesse al 5%, dicendosi sempre più preoccupata per il deterioramento delle previsioni sullo stato dell’economia nazionale. Il presidente Zuma ha recentemente affermato che il rallentamento della crescita sudafricana e le turbolenze nell’industria mineraria stiano minacciando il suo programma di sviluppo. Gli ultimi risultati del PIL hanno mostrato che l’economia sudafricana ha bisogno di rafforzare la sua performance economica: secondo Zuma il paese ha bisogno di almeno di una crescita annua del 3,5% per poter riportare l’economia sul “right footing”.
Molte miniere sudafricane stanno licenziando i propri lavoratori: il più grande produttore mondiale di platino, Anglo American Platinum Ltd.,vuole licenziare 6000 dipendenti e lo stesso vale per Sibanye Gold che questa settimana taglierà altri 1100 posti. Gli investitori stanno mostrando il loro pessimismo sulle prospettive del Sudafrica con continue vendite sul mercato obbligazionario. Nelle ultime due settimane gli investitori stranieri hanno venduto più di 1,1 miliardi di dollari in obbligazioni denominate in rand.
Mentre i prezzi delle obbligazioni scendono, i rand sudafricani hanno raggiunto quota 10/$ la settimana scorsa, la prima volta in 4 anni. Il recente sell-off in rand non è l’unico esemplare: altre valute emesse dai mercati emergenti come lira turca e fiorino ungherese sono al ribasso ma il rand è quello che ha subito e continua a subire le maggiori perdite.