Nel consueto appuntamento video mensile, il nostro Quantitative Analyst Giorgio Broggi commenta i principali movimenti dei mercati nel mese di maggio, focalizzando l’attenzione sull’economia americana e sui possibili scenari macroeconomici futuri. Puoi anche leggere la versione scritta qui sotto.
Maggio è stato un mese positivo per mercati e portafogli. Dopo le tensioni di aprile, più di ogni altra cosa ha aiutato la normalizzazione dei toni dell’amministrazione americana (soprattutto dal punto di vista dei dazi) che ha raggiunto l’apice con il taglio deciso dei tassi sulle importazioni cinesi. Sebbene questo equilibrio rimanga fragile, e il presidente americano Donald Trump non abbia smesso di lanciare minacce e avvertimenti ai Paesi ‘ostili’ sul fronte commerciale, gli scenari peggiori sembrano essere stati evitati.
L’amministrazione americana si è più volte dimostrata attenta alle dinamiche di mercato, confermando la tesi che Trump vada sì preso sul serio, ma non alla lettera. Consumatori e produttori rimangono comunque cauti, ma ci aspettiamo un miglioramento nel sentimento dei maggiori attori economici nei prossimi mesi, anche se crediamo che l’economia, per ora stabile, perderà un po’ di forza. Una recessione americana sembra poco probabile comunque nel prossimo anno, anche se, a nostro parere, questi mesi di incertezza e screzi commerciali si faranno sentire, e quindi abbiamo ribilanciato i portafogli verso un posizionamento più conservativo.
Crediamo sia importante mantenere un alto livello di diversificazione e diminuire l’esposizione al dollaro e agli asset americani per proteggersi dall’elevato livello di incertezza. Questa incertezza rimane elevata non solo lato tariffe (con solo l’Inghilterra ad aver fatto passi in avanti materiali verso un accordo), ma anche riguardo all’ambizioso bilancio fiscale che l’amministrazione americana sta cercando di fare approvare. Un piano fiscale molto espansivo, che potrebbe supportare gli asset rischiosi, ma che getta ombre sulla sostenibilità del debito americano e spinge i tassi al rialzo.
Dato del mese
La cifra del mese è 13.3% – quanto sono cresciuti in aggregato gli utili delle aziende americane rispetto a un anno fa. Un numero molto positivo, che ha certamente supportato la recente ripresa dell’azionario americano. Accompagnato dalla parziale normalizzazione dei toni dell’amministrazione Usa, questo numero rassicura sullo stato dell’economia americana e sulle attese per i prossimi mesi. Tuttavia, è importante tenere a mente che non riflette l’incertezza elevata di aprile e della situazione commerciale attuale. Raccomandiamo quindi di fare sempre attenzione a non sovra-concentrarsi e a non prendere rischi speculativi eccessivi.
Domanda del mese
Data la performance dei mercati a maggio, la domanda naturale è: siamo davvero, da un punto di vista macroeconomico, in una situazione migliore rispetto a fine marzo?
Le tariffe principali sono diminuite rispetto al loro picco complessivo, grazie alla sospensione per 90 giorni da parte degli Stati Uniti e a un reciproco ridimensionamento dei dazi tra Stati Uniti e Cina. Ma le tariffe rimangono ben al di sopra di dove erano nel primo trimestre e il loro impatto deve ancora manifestarsi del tutto.
Gli utili aziendali hanno retto molto bene nel primo trimestre e rincuorano soprattutto i forti numeri di Nvidia, che indicano che il trend dell’Intelligenza Artificiale rimane più vivo che mai.
Come già menzionato, c’è ancora un divario tra i cosiddetti dati soft e hard – tra gli indicatori di sentimento e i dati economici effettivi. Il morale è calato bruscamente dopo la ‘saga’ delle tariffe, mentre i dati hard rimangono forti, per ora. Ci aspettiamo che questi convergano e il caso base è che questo avvenga a livelli non recessivi.
Attenzione però a non sottovalutare i rischi per la crescita nell’economia globale. Non pensiamo che il rischio di una guerra commerciale sia scomparso, e crediamo che l’impatto delle tariffe più elevate debba ancora emergere, in un contesto in cui comunque i toni dell’amministrazione americana rimangono volatili, con gli ultimi commenti che suggeriscono frustrazione riguardo alla lentezza con cui stanno procedendo alcuni negoziati.
Per il momento quindi, abbiamo deciso di mantenere il posizionamento dei portafogli piuttosto conservativo e altamente diversificato.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.