Nel nostro appuntamento video mensile, il nostro Quantitative Analyst Giorgio Broggi analizza l’impatto della recente vittoria di Donald Trump sui mercati. Potete seguire il video completo o leggere l’analisi qui sotto per scoprire come questi eventi potrebbero influenzare le prospettive economiche e di mercato.
Ottobre e i primi giorni di novembre raccontano una storia semplice e positiva per mercati e portafogli. Il protagonista assoluto sono state le elezioni americane, che si sono concluse con un vittoria – inaspettatamente solida – di Donald Trump il 5 novembre.
Ma facciamo un passo indietro. Ottobre è stato caratterizzato da incertezza e nervosismo, con i sondaggi a indicare un’elezione combattuta, fino a speculare che per ottenere un risultato sarebbe stato necessario attendere giorni o addirittura settimane, con il rischio di tensioni, proteste e un clima di generale incertezza. Scenario spaventoso per i mercati, che non hanno appunto brillato il mese scorso. L’indice VIX, che cattura il nervosismo degli investitori, è salito fino a 23 (sopra i 20 indica un mercato sotto stress).
A peggiorare le cose, la stagione degli utili americana è partita un po’ a rilento, con dei nomi tech chiave, Meta e Microsoft, che sono stati percepiti con meno ottimismo sul futuro. Infine, l’Europa ha continuato a stagnare e anche la Cina ha deluso dopo le grandi promesse fiscali di fine settembre, con annunci meno stimolanti rispetto ad attese forse troppo ottimiste.
Dopo le elezioni del 5 novembre, tuttavia, la musica è cambiata, con l’indice VIX in crollo del 27% e l’azionario americano al rialzo del 3.3% nei due giorni successivi. Le ragioni chiave per questa reazione così positiva sono due. Per prima cosa, questa vittoria ha evitato, appunto, una possibile situazione di stallo e la possibilità di disordini sociali e proteste. Inoltre, Trump non ha solo vinto, ma avrà la maggioranza assoluta sia al Senato che alla Camera.
Questo non era lo scenario base per i mercati, e mette il futuro presidente nella posizione di poter implementare le sue politiche con facilità. Molte di queste politiche, al di là delle opinioni personali, sono positive per l’azionario, quantomeno nel breve termine. Su tutto, le promesse di deregolamentazione e spesa fiscale elevata, generata facendo debito, con grandi tagli fiscali per le aziende.
E questo ai mercati piace. Certo, non tutte le politiche di Trump sono così positive di per sé, né lo sono del tutto, soprattutto se si guarda al medio e lungo termine. Il rischio economico principale in questo senso è che nuove spese fiscali, insieme alle tariffe commerciali promesse dal futuro presidente, possano dare nuova forza all’inflazione. Da metà settembre, i tassi americani a 10 anni si sono alzati di circa lo 0.7%, segnalando che i mercati sono sull’attenti in questo senso.
Inoltre, non è chiaro come il nuovo presidente gestirà la scottante situazione geopolitica.
Per il momento comunque, i mercati rimangono ottimisti e gli ultimi dati marco, a nostro parere, supportano questo posizionamento – anche la stagione degli utili ha iniziato a dare buoni segnali. Crediamo che questo contesto positivo continuerà nei prossimi mesi, anche se monitoreremo con più attenzione i rischi inflazionistici all’avvicinarsi della proclamazione e nei primi mesi del prossimo anno.
Dato il contesto e le nostre attese, a metà ottobre abbiamo ribilanciato i nostri portafogli, aumentando il focus geografico dell’azionario verso gli Stati Uniti e spostando invece parzialmente dagli Usa all’Europa la nostra esposizione verso i tassi di interesse. Per il momento, questa scommessa ha pagato.
Sicuramente, ci aspettano cinque anni ricchi di eventi. Al di là delle opinioni politiche, la ricetta vincente per investire con successo secondo noi non cambia: farlo in modo diversificato e mantenendo una prospettiva di lungo termine.
Puoi scoprire di più su cosa comporta la vittoria di Trump per i mercati e per il posizionamento dei nostri portafogli nel nostro ultimo approfondimento.
*Investire in strumenti finanziari comporta rischi inerenti, tra cui perdita di capitale, fluttuazioni del mercato e rischio di liquidità. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. È importante considerare la tua tolleranza al rischio e gli obiettivi d’investimento prima di procedere.